Lun 9 Dicembre, 2024

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Giudice Dredd: la Legge sono io!

Giudice Dredd, nella Terra del futuro il più temuto dei tutori della Legge!

Ci sono personaggi dei fumetti che riescono, pur mantenendo una presenza non massiccia nelle edicole, a fare breccia nell’immaginario degli appassionati di comics. Questa familiarità può derivare dalla facilità con cui il nome viene associato all’immagine del personaggio, un’icona riconoscibile anche da chi non ha mai letto un albo, come accade per una leggenda del calibro di Giudice Dredd.

Joseph Dredd è l’incarnazione del motto latino “dura lex, sed lex”,. Ma la legge che Dredd fa rispettare nella sua Mega-city non è figlia di una legislazione semplice, ma emanazione di una società dittatoriale e incredibilmente repressiva. Come si è arrivati a questo mondo futuro?

Tutto inizia in Inghilterra, quando nel 1975 la IPC Publishing (poi ribattezzata Fleetway) decide di creare una rivista di fumetti settimanale che sfrutti la crescente passione per la fantascienza, affidando a Pat Millis il progetto.

Il primo personaggio ideato è Judge Dread, investigatore del paranormale che si sarebbe mosso nella sfera dell’occultismo. Le premesse sembrano buone, ma la rivista aveva come diktat la fantascienza, ed il personaggio mal si sposa con questa concezione, finendo per venire accantonato. Fino all’arrivo di John Wagner, che si mette al lavoro su Dread, trasformandolo in un poliziotto del futuro, e ribattezzandolo Judge Dredd. L’idea piace alla IPC, tanto che si decide di passare alla produzione, e come disegnatore viene chiamato l’artista spagnolo Carlo Ezquerra. Judge Dredd avrà uno spazio di sei pagine sulla neonata rivista di IPC, AD 2000, una pubblicazione storica nel mercato inglese, ancora oggi in edicola!

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Inizialmente il mondo di Dredd è delineato sommariamente, e le avventure del giudice sembrano piatte e ripetitive, con pochissimi spunti di approfondimento su personaggio e società. Anche Dredd viene disegnato in un modo che oggi difficilmente assoceremmo al suo mito: magrolino, quasi invisibile sotto la pesante divisa . L’intenzione iniziale era forse quella di dare una visione caricaturale del tutore dell’ordine, visto che la sua fama pare nascere non tanto dal suo ruolo o dalla sua fisicità (come avverrà in seguito) ma dal numero di morti che semina.

La situazione cambia radicalmente con l’arrivo ai testi di Alan Grant. Con questo ingresso nel team di Judge Dredd si iniziano a vedere gli sviluppi dei temi che avrebbero reso il personaggio un’icona. I giudici assumono atteggiamenti oltremodo violenti, nelle trame si inseriscono elementi di critica allo stato autoritario e allo strapotere dato alle forze dell’ordine, tutto condito da una vena di humor che serve a ricordare che Dredd è anche una parodia di un certo stereotipo di poliziotto.

Judge Dredd viene pubblicato su una rivista che si rivolge, in larga parte, ad un pubblico di giovani. I lettori, leggendo di critica alla società e temi sociali, si appassionano al personaggio anche per queste ragioni, una passione che spinge la casa editrice ad ampliare questo universo creando altre linee narrative che si muovano nello stesso modo (come Rogue Trooper o Strontium Dog). Dredd prende sempre più piede nell’immaginario collettivo degli appassionati britannici di comics, iniziando una lunga carriera che vedrà militare sulle sue pagine nomi come quelli di Garth Ennis, Steve Dillon e Mark Millar!

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L’ambientazione di Dredd è sicuramente uno dei punti di forza del personaggio. Sviluppata in un secondo momento, Mega-City One è una megalopoli futura sorta sulle rovine di New York, devastata dalle guerre nucleari. Wagner e Ezquierra le diedero l’aspetto iniziale di un gigantesco agglomerato urbano, una massa di grattacieli in cui la popolazione veniva ammassata senza ritegno, spesso creando all’interno degli stessi edifici delle enclavi isolate, dato che ogni palazzo doveva garantire ai propri residenti tutte le necessità. La situazione di queste città in scatola divenne insostenibile, venne presto a mancare l’ordine e fu necessario istituire una forza di polizia che potesse amministrare la giustizia in modo rapido e definitivo: i Giudici.

Questa impostazione cittadina è figlia di una situazione post-bellica in Inghilterra, in cui un’improvvisa accelerazione dell’urbanistica portò alla costruzione di immensi palazzoni grigi, costruiti anche con materiali scadenti, e in cui spesso vivevano le fasce meno abbienti della popolazione, creando delle vere e proprie città nelle città, con un impressionante sovraffollamento. Negli anni 70-80 fu proprio da questi centri che si originò una forta ondata di crimini. Questi elementi fecero presa sulla mente dei due autori, che la resero il punto di partenza per una critica sociale feroce da inserire in Judge Dredd. In realtà, Wagner fu responsabile solo della rivoluzione del personaggio di Mills, dando i natali a Dredd, di cui però scrisse solo una storia (Robots) che inaugurò la critica ai sistemi autoritari nella serie.

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Uno degli aspetti più interessanti di Judge Dredd è sicuramente la scelta di imporre che un anno di storie corrispondesse ad un anno di vita del protagonista. Questa decisione venne presa per tentare di dare una sorta di continuità alla storia delle serie, sfruttandola per dare maggior spessore al personaggio ed al suo mondo, costringendolo anche a subire le conseguenze di sue azioni anche anni dopo i fatti. In Apocalypse Now, ad esempio, Mega-City One è in guerra con la sua versione sovietica, Est-Meg One, in cui non si risparmia l’uso di armi atomiche; Dredd, fiero sostenitore della supremazia della propria città (una critica all’eccessivo nazionalismo?), per salvare Mega-City One rimanda al mittente un ordigno atomico, uccidendo mezzo miliardo di persone. Questa sua scelta avrà delle ripercussioni anni dopo nell’arco narrativo di Day of Chaos (2012).

Le tematiche di critica che erano già presenti negli inizi di Judge Dredd, trovano maggior spazio nella gestione di Grant. L’autore inglese libera Dredd di ogni freno, mostrando una deriva di violenza, in una società sul modello repressivo dittatoriale, in cui la legge diventa uno strumento di dominio e controllo, mai di tutela. Questa impronta diventa più che evidente nella saga di America, stora di una giovane migrante che si avvicina ad un gruppo di attivisti in lotta per una società più democratica. L’intero ciclo viene narrato dal punto di vista della giovane, con i suoi occhi vediamo come i Giudici, Dredd compreso, siano il braccio armato di una feroce dittatura, fino alla scena culmine di America: Dredd giustizia la ragazza ai piedi della Statua della Libertà. Il messaggio è chiaro: ecco chi ha il controllo della società. La libertà è impotente.

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Ma come si è arrivati a questa società?

Tipico di quegli anni (pensate a Mad Max o Ken Shiro), le Guerre Atomiche (lo spettro della Guerra Fredda aleggiava sempre più reale) hanno ridotto il nostro mondo a un cumulo di macerie e deserti radioattivi, tranne che in alcune enclavi di sopravvissuti. I sopravvissuti si rendono conto che sono necessari controllo e giustizia, severa e inflessibile, creata per impedire che si ripresenti lo stesso scenario; questa esigenza porta alla creazione, sul suolo americano, del Corpo dei Giudici, che si ergono protettori e detentori della Legge, al punto di decidere addirittura di deporre lo stesso Presidente ( una delle prime missioni di Dredd).

Oltre alla citata Mega-city One vengono presentate anche altre città-stato, presenti in tutti i continenti e con propri giudici, come nel caso dei Pan-Africans Judges che amministrano la Legge nelle mega-cities africane. Non può certo mancare una città nello spazio, e il ruolo viene affidato a Luna-1, l’avamposto umano in cui la Legge viene amministrata a rotazione da Giudici inviati dalle tre principali mega-cities americane. La vita esiste anche fuori dalle ciclopiche mura delle città, anche se fatica a non svanire: le Terre Maledette (in originale, Cursed Earth) sono l’immenso deserto radioattivo e intriso di veleni che accoglie chi non vive al riparo della Legge (si possiamo definirlo riparo!), ma ospita anche tribù di mutanti e di cannibali.

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È in questo universo cupo e violento che si forma il nostro Joseph Dredd, primo al suo corso in accademia, esperto giurista, ottimo pilota, tiratore scelto e eccellente lottatore corpo a corpo. Il suo percorso di vita è solitario, la sua unica e duratura compagna è la Legge, cui consacra tutto se stesso, al punto di giudicare e punire anche il suo unico fratello, nato come lui in provetta in un progetto per creare il giudice perfetto (storia ripresa anche nel primo film al cinema); unico vero amico è il Legislatore, arma in dotazione ai giudici, dotato di diverso munizione e funzionante solo previo riconoscimento del DNA,

Dredd è il simbolo di una società autoritaria, ma spesso lo vediamo affrontare delle scelte che, anche se paiono eccessive e senza alcuna remora morale, hanno una loro valenza all’interno del credo personale di Dredd e alla sua formazione. Non crediate però che tutto sia facile per il nostro Giudice, perché spesso dovrà affrontare dei nemici degni di lui; basti pensare ai Giudici Oscuri (Dark Judges), un corpo di Giudici di una Terra parallela, in cui la Legge ha deciso che l’unico modo per non commettere più crimini è sterminare la popolazione umana.

Non mancheranno nemmeno nemici con poteri particolari, visto l’ambientazione. Dredd si scontrerà spesso con persone dotate di poteri psichici, che lo costringeranno a richiedere aiuto alla Sezione PSI, il ramo del corpo dei Giudici che si occupa dei casi che coinvolgono persone dotate di poteri psichici. All’interno di questa sezione operano dei Giudici dotati di poteri mentali, come il Giudice Anderson, forse la sola vera amica che possa vantare Dredd (e che ha goduto di una propria serie spin off).

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Nel corso della sua vita editoriale, il Giudice è anche stato protagonista di diversi team up con altri protagonisti del mondo dei comics, ovviamente tutti con relativa scazzottata. Predator, Lobo e Alien, ma il principale co-protagonista di queste escursioni è stato nientemeno che il Cavaliere Oscuro in persona! non si poteva perdere l’occasione di mettere a confronto due giustizieri dall’animo e dall’approccio alla giustizia così diverso; in quasi ogni loro incontro, Dredd e Batman sono su posizioni opposte, costretti a collaborare per necessità, ma sempre pronti a ricorrere alle maniere forti per valere la propria posizione. È apprezzabile l’impegno profuso dagli autori nel far si che anche queste storie collettive siano parte integrante della continuity di Dredd e che le scelte del Giudice, anche se fatte su un’altra Terra, abbiano ripercussioni nel suo mondo quotidiano.

Nel 1995 Dredd approda per la prima volta al cinema con Dredd La Legge sono io, in una mega produzione che affida il ruolo del protagonista a Sylvester Stallone; l’attore è giusto per il personaggio, vista la comune tendenza a limitare al minimo le espressioni facciali. Il resto del film, purtroppo, non incarna lo spirito del fumetto, che, eccezione fatta per le divise dei Giudici , non viene minimamente raccolto. Il regista Danny Cannon riesce a prendere la storia delle origini di Dredd e rovinarla, creando un film tutto effetti speciali e in un’ambientazione colorata e vitale che mal rispecchia l’anima cupa e degradata della società di Mega-City.

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Un secondo tentativo viene fatto nel 2012 , con Dredd, semplice nel titolo come semplice vuole essere l’approccio del regista Pete Travis, che taglia ogni legame con la pellicola precedente. Nonostante non abbia riscosso molto successo nel mercato di sala, il film è diventato un campione nel mercato home video, grazie all’ottimo successo riscosso presso gli appassionati. Il lavoro di Travis ci presenta Mega-City molto vicina alla versione fumettistica, tutto il film si svolge all’interno di un cityblock in cui rimangono intrappolati Dredd (uno spettacolare Karl Urban) e una recluta, Anderson, dotata di poteri Psi, bersagliati dalla gang di una feroce spacciatrice (che ha volto della Cersei di Game of Thrones, Lena Hadley); è un film violento, in cui Dredd non si risparmia e dove l’animo duro e granitico del giudice riesce ad emergere, anche con qualche piccola concessione all’ironia in alcune scene, che però riescono a non spezzare il ritmo della pellicola. Ai fan l’interpretazione di Urban è piaciuta molto più di quella di Stallone, al punto che on line sono state aperte varie petizioni affinché l’attore torni presto a indossare il distintivo ancora una volta.

In Italia recuperare i fumetti di Dredd non è cosa semplice, ma un buon sistema è ricorrere alle antologie note come  Casellari del Crimine, in cui vengono raccolte alcune delle storie del Giudice. Se invece avete una certa familiarità con l’inglese, l’ideale sarebbe fare un salto su siti di e-commerce e controllare la disponibilità degli originali cartacei (sempre i migliori!) o limitarsi a prendere la versione digitale. Più facile trovare le raccolte delle saghe, ottimo modo per prendere confidenza con un personaggio che, a mio avviso, non gode del meritato rispetto.

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