Lun 14 Ottobre, 2024

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Dragon Ball Super: Broly – Recensione

La serie di Dragon Ball Super ha ottenuto parecchi consensi ma anche molte critiche relative ai disegni e alle animazioni sotto alla media (oltre al paragone con Dragon Ball Z che sembra destinato a oscurare tutto il resto della saga).

Premetto che, pur ammettendone i difetti, personalmente apprezzo Super ma, per tutti i motivi elencati poc’anzi, quando ho deciso di andare a vedere Dragon Ball Super: Broly non sapevo esattamente cosa aspettarmi.

Ma partiamo in sordina, con qualche considerazione senza spoiler, quelli verranno molto dopo e sarete preventivamente avvisati.

Ecco la recensione di Dragon Super: Broly

Si tratta del primo film cinematografico basato su questa serie televisiva, è diretto da Tatsuya Nagamine, prodotto dalla Toei Animation e distribuito dalla 20th Century Fox.

Dovete aspettarvi una bella storia.

Saprete di più sul Pianeta Vegeta e la sua fine, sulle abitudini Sayan, sul come è iniziato il dominio di Freezer e anche com’era il mostro da bambino.

Dovete aspettarvi un montaggio e una sceneggiatura ben realizzate.

La prima parte del film contestualizza, ottimi i dialoghi, mai banali gli scambi.

Molte scene feels che esaltano i vecchi fan ma non scoraggiano i nuovi, perché ben inserite nel contesto. Mai forzate. La seconda parte è dedicata alla lotta. Sarebbe stato più carina un’alternanza? Forse. Ma questa linearità non disturba. Emozionanti le scene di lotta, a volte un po’ confuse e convulse ma niente che dia realmente fastidio.

Dovete aspettarvi una colonna sonora coinvolgente.

Mi viene in mente una sola parola per descrivere il sottofondo durante i combattimenti: videogame. Da pelle d’oca. Seriamente, anche solo per questo aspetto vale la pena vedere il film.

Dovete aspettarvi comicità ed epicità.

Se vi piace la comicità giapponese, quel tipo di umorismo che caratterizza Akira Toriyama, allora resterete soddisfatti. Anche i villain tradiscono una vena comica che intenerisce senza far calare la suspense. Buona parte delle scene divertenti sono legate alla ricerca delle Sfere del Drago e ai desideri che i protagonisti vorrebbero farsi esaudire da Shenron.

Dovete aspettarvi molti rimandi alla serie Z.

Se siete fan di Dragon Ball Z state tranquilli: non resterete delusi. Molte le citazioni, gli scambi, le chicche che richiamano quella che sembra essere la serie preferita di molti. Evidentemente il film è pensato sia per i giovani fan che scoprono la saga con la serie Super, che per gli affezionati d’epoca.

Dovete aspettarvi dei personaggi di spessore.

Goku e Vegeta li conosciamo e anche in questo caso non vengono assolutamente snaturati. I personaggi che invece conosciamo superficialmente ci vengono presentati in maniera esaustiva.

Broly non è un cattivo banale. Non è nemmeno cattivo, se proprio vogliamo dirla tutta. Il film scava nel suo passato, traccia il suo carattere in modo incisivo, ma senza mai far calare il ritmo e questo è fondamentale.

Dovete aspettarvi un buon doppiaggio e un adattamento piacevole.

I doppiatori hanno fatto un gran lavoro, senza ombra di dubbio. E l’adattamento, con Junior che si chiama Piccolo e i Fagioli di Balzar che vengono chiamati Senzu, soddisfa i lettori del manga senza infastidire gli affezionati dell’anime adattato da Mediaset.

Difetti ne abbiamo?

Sì, lo ammetto, Dragon Ball Super: Broly non è esente da difetti. La pecca più grossa è l’eccessiva velocità del finale. Negli ultimi minuti sembra quasi che gli sceneggiatori si fossero stufati e che l’abbiano voluta chiudere in fretta. Peccato.

Se non avete visto il film vi suggerisco di non proseguire con la lettura: da qui partono gli spoiler!

Dragon Super: Broly, un ensemble di protagonisti mai scontati (spoiler)

Ok, lo dico subito, così soddisfo la fangirl che è in me: ma quanto è carino Vegeta a cinque anni?!

Già imbronciato e strafottente, è adorabile, insieme a mini Radish a seminare il panico nella galassia!

Tornando seri, secondo me una delle cose più piacevoli del film è vedere dinamiche relazionali tra Sayan.

Anche fra familiari non ci sono romanticismi e sentimentalismi ma, esattamente come si auspicherebbe da un popolo guerriero, molta forza e un grosso spirito di conservazione. Proprio per questo Bardak mette al sicuro il piccolo Kakarot.

Sicuramente c’è una componente affettiva e la stessa Gine, compagna di Bardak, si mostra stupita che un uomo dimostri tanta attenzione verso un bambino. Evidentemente per le donne è più normale mostrare il proprio affetto per la prole: la donna mostra sofferenza – sebbene molto composta – per la partenza del piccolo Kakarot a bordo della navicella verso il Pianeta Terra.

Re Vegeta, esattamente come mi aspettavo, è un sovrano disposto a tutto pur di far proseguire il dominio della sua stirpe, e l’esilio di Broly ne è l’emblema.

Broly ha un potenziale più alto di Vegeta e questo è un pericolo.

Per la seconda volta, vediamo un padre preoccupato per la sorte del figlio quando il colonnello Paragas disobbedisce agli ordini e segue il piccolo Broly sul pianeta Vampa per salvarlo dalle asperità dell’ambiente. E a ben pensarci, anche le gesta di Re Vegeta hanno il fine di proteggere il suo primogenito.

Paragas si rivela un padre a tratti crudele, per cui il fine giustifica i mezzi. Probabilmente in fin dei conti non è diverso da qualsiasi altro padre Sayan.

Broly cresce inasprito e selvatico, rancoroso verso il mondo. Molto doloroso il suo racconto su come il padre abbia ferito il suo unico amico, il mostro Ba.

Il fatto che Broly abbia tenuto la pelliccia dell’orecchio dell’animale denota un animo puro, buono, di un ragazzo molto solo e ingenuo.

Di fatto, il potenziale di combattimento di Broly ne ha decretato il destino: se fosse stato nella norma sarebbe morto all’esplosione del pianeta Vegeta, essendo invece eccezionale è sopravvissuto ma vivendo di stenti e sete di vendetta. Si tratta di una vittima delle circostanze, e questo lo rende un nemico interessante, con cui empatizzare.

Per quello che riguarda Freezer, ho notato che i fan hanno storto il naso, sostenendo che l’autore lo abbia reso una macchietta comica. Vero, ma solo in parte.

Mi spiego: è palese che il nemico non è più Freezer, da molto ormai. Per quanto la sua trasformazione in Golden Freezer lo abbia reso più potente, Goku e Vegeta hanno superato molte difficoltà e hanno sconfitto nemici ben più forti di lui. Quindi non è strano che ormai Freezer pensi principalmente a veicolare altri nemici.

Per quanto sia effettivamente comico in certi momenti, rimane la mente malvagia di questo episodio.

Non Broly, non Bardak, ma Freezer!

Inganna i due sostenendo che è stato Re Vegeta la causa di tutti i loro guai, li convince che per vendicarsi devono uccidere Vegeta, e successivamente uccide Bardak per far ricadere la colpa su Goku. In maniera un po’ forzata, certo, ma funziona.

Un finale frettoloso ma che, per fortuna, non sminuisce la qualità complessiva di Dragon Ball Super: Broly

Arriviamo al finale, il vero punto dolente a mio parere, perché come ho già detto è stato troppo rapido. La giovane Cheelai,  inizialmente facente parte dell’Esercito di Freezer e new entry della saga, usa le Sfere del Drago come deus ex machina, e porta Broly su Vampa, salvandolo da Gogeta. Una trovata che funziona. Il problema arriva dopo.

Nella prima parte del film vediamo Bulma, Whis e Beerus, sarebbe stato carino chiosare con una scena di tutti i protagonisti insieme.

Una cosa che sarebbe stata davvero necessaria invece, è una scena con Broly e Ba: il coronamento di un’amicizia.

È stato bello vedere Broly coi suoi nuovi amici Cheelai e Lemo, bello anche che Goku lo vada a trovare, ma senza senso e limitante che continuino a guardarlo come un nemico. Non si è capito lo stratagemma di Freezer?!

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