Capitan Harlock: 10 cose che (forse) non sapete sul pirata spaziale di Leiji Matsumoto

capitan harlock

Esattamente 40 anni fa, il 27 novembre 1979, andava in onda l’ultima puntata della prima serie anime italiana di Capitan Harlock (Uchū kaizoku kyaputen Hārokku), l’adattamento dell’omonimo manga di Leiji Matsumoto.

Quando Capitan Harlock approdò sugli schermi del Bel Paese, il fenomeno dell’animazione giapponese era da poco esploso grazie a Heidi, Goldrake e altre produzioni cult nipponiche tra le quali Danguard, primo anime a essere trasmesso da una TV privata (8 ottobre 1978 su Tele Nova), unica serie di genere mecha creata proprio da Leiji Matsumoto.

Scopriamo 10 curiosità su Capitan Harlock, iconica serie anime ispirata all’omonimo manga di Leiji Matsumoto sulle avventure del pirata spaziale più amato di sempre

Il “pirata tutto nero che per casa ha solo il ciel”, come recita la mitica sigla composta da Luigi Albertelli e Vince Tempera, fa innamorare subito il pubblico italiano dei ragazzini cresciuti con i pericolosi pirati Robert Luis Stevenson e quelli più romantici di Salgari.

Proprio il solitario romanticismo di Harlock, che ne fa un archetipo di questa tipologia di eroi schivi e taciturni, rappresenta la chiave del successo dell’anime, un successo che dura ancora fino ai giorni nostri e che scatena nostalgici sentimenti di ammirazione, soprattutto da parte di chi ha vissuto l’infanzia negli anni ’70 e ’80, verso una figura così complessa e moralmente retta come Capitan Harlock, uomo che rinnega l’apatia che soffoca l’umanità del futuro combattendo da ribelle per ritrovare quei sentimenti di altruismo, fratellanza e solidarietà propri dell’uomo e ormai svenduti e dimenticati da governi corrotti e burocratizzati.

“Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà”, sempre parafrasando la sigla il cui testo è un magnifico sunto della space opera del maestro Matsumoto, è il vessillo simbolo che sventola sull’Arcadia, la nave spaziale di Harlock grazie alla quale il protagonista e il suo equipaggio si pongono a difesa di una Terra morente, nonostante il governo del pianeta consideri il capitano e i suoi sodali come dei criminali da combattere.

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Quella bandiera nera, un teschio dalle forme arrotondate e dalle orbite oblunghe, rappresenta tutto ciò che Capitan Harlock è, eroe taciturno ma dalle ferree convinzioni e dai principi di rettitudine, nonché uomo dal grande cuore e dallo spiccato altruismo in cui tutti, prima o poi, abbiamo desiderato riconoscerci.

Eppure, nonostante i ricordi stiano pian piano venendo a galla, facendo emergere particolari vecchi di decenni che erano rimasti chiusi in fondo alle nostre menti come reminiscenze che si “attivano” quando si ha la possibilità di rileggere il manga o, meglio ancora, rivedere la serie anime, esistono dei particolari interessanti su Capitan Harlock che forse non tutti conoscono.

Un’origine da vero bucaniere

Originariamente Matsumoto voleva fare di Harlock il protagonista di una storia di pirati bucanieri.

Il suo nome doveva essere quello di Captain Kingston, pirata al soldo della regina di Spagna con il compito di ritrovare il tesoro perduto di Napoleone nascosto nell’Oceano Pacifico.

Successivamente, visto che Matsumoto da bambino vedeva il cielo quasi come un mare infinito, decise di “spostare” la storia nel più ampio oceano stellato che è lo spazio.

Un ritornello che diventa leggenda

Il nome Harlock deriva dal ritornello di una canzoncina che il piccolo Leiji cantava mentre andava a scuola, una marcetta in cui si ripeteva la parola nonsense “Ha-rokku, Ha-rokku” (Harlock in giapponese è Hārokku) e che possiamo immaginare cantata da un bimbo che ondeggia le braccia avanti e indietro.

Il teschio di Capitan Harlock che non fa paura

Quando il sensei Matsumoto è stato ospite dell’edizione di Lucca Comics 2018, ha spiegato che il Jolly Roger, il teschio con le ossa che è il simbolo di Capitan Harlock, non è qualcosa che deve spaventare ma un messaggio chiaro che vuol dire: “Combatterò seguendo i miei ideali fino alla morte, fino a diventare ossa”.

Inoltre il maestro spiegò in quell’occasione che anche lui si riconosce i quegli ideali e indossa lo stesso simbolo di Harlock, ma di colore rosso perché lui è ancora vivo.

Un capitano fratello di un capitano

Nelle intenzioni del mangaka, Harlock sarebbe dovuto essere il fratello di Susumu Kodai, protagonista di Corazzata Spaziale Yamato (Uchū senkan Yamato) altro celebre anime/manga di Matsumoto che diverrà capitano della corazzata alla morte del Capitano Okita (Avatar). Tuttavia a causa di divergenze creative e diatribe legate ai diritti tra lo stesso Matsumoto e Yoshinobu Nishizaki, il produttore della serie anime Yamato, questa parentela non fu mai sviluppata.

Questa “impossibilità” ad avere una famiglia, scaturita da cause di forza maggiore, ha reso però ancor più epico e amato il personaggio di Harlock, la cui solitudine è stata una degli aspetti più apprezzati dal pubblico.

Tu Arcadia is megl che uan

Ci sono due diverse versioni dell’Arcadia, la nave di Capitan Harlock, una blu e una verde. La prima appare nella serie anime classica e in alcune scene flashback della serie OAV Space Pirate Captain Herlock – The Endless Odyssey, libera rivisitazione dell’opera di Matusmoto sottolineata dalla storpiatura del nome del protagonista. La seconda Arcadia, di colore verde, caratterizzata dall’enorme teschio a prua, protagonista de L’Arcadia della mia giovinezza (lungometraggio anime che narra l’inizio della carriera di pirata di Harlock) e di tutte le successive apparizioni del capitano.

Il motivo di questa “dicotomia” sta nel fatto che nel 1978 la licenza di produzione di giocattoli legati a Capitan Harlock appartenevano sia a Bandai che a Takara, e così furono disegnate due versioni diverse in maniera tale che le due società non si facessero pubblicità a vicenda e i due modellini non venissero confusi.

Da Tochiro a Tetsuro: storia di una pistola

Tochiro Oyama, costruttore dell’Arcadia è anche l’inventore delle pistole Cosmo Dragoon anche chiamate Warriors Gun, capaci di uccidere gli esseri meccanici e usata da molti eroi come Capitan Harlock e la Regina Emeralda e soprattutto da Tetsuro (Masai in italiano) protagonista di Galaxy Express 999. Proprio la pistola di Tochiro sarà donata a Tetsuro all’inizio di Galaxy Express, una delle tante opere che compongono il vastissimo universo narrativo creato da Matsumoto.

Inoltre Tochiro è il marito della piratessa Emeraldas, amica di Harlock e soprattutto sorella gemella di Maisha (Maetel in italiano) anche lei protagonista di Galaxy Express 999.

Dai modellini al manga sull’aviazione

Yattaran, il rimo ufficiale dell’Arcadia, è ispirato al mangaka Kaoru Shintani ex-assistente di assistente di Leiji Matsumoto e appassionato di modellini, nonché autore di Area 88, opera riconosciuta come uno dei migliori titoli manga sull’aviazione.

Quando Capitan Harlock era come Clint Eastwood

Personaggi chiamati Tochiro Oyama e Franklin Harlock Jr. compaiono come protagonisti di Gun Frontier, manga di genere western-fantascientifico creato da Matsumoto, con i due protagonisti che hanno ruoli invertiti rispetto all’anime oggetto di questo articolo, visto che in quest’avventura western Harlock ha il ruolo di spalla del protagonista principale che à proprio Tochiro.

Censurare un pirata: una contraddizione in termini

Alla stregua di tanti altre produzioni anime arrivate in Italia, anche Capitan Harlock fu vittima della censura italiana con molti episodi fortemente “sforbiciati” non solo per le scene di nudo e  violenza, ma soprattutto per il loro significato e il messaggio che l’intera opera trasmetteva. Un eroe “anarchico” che rifiuta il sistema in netta critica e contrapposizione a una società apatica, debole e rammollita, non veniva visto di buon occhio in un decennio tumultuoso come gli anni ’70.

Dopo la prima messa in onda sulle reti RAI, Harlock fu poi escluso dal palinsesto della programmazione della TV di stato per “intuibili motivi politici”, venendo poi successivamente trasmesso dal alcune TV locali.

Capitan Harlock: una sigla di successo nata in autostrada

La sigla di Capitan Harlock, una delle migliori sigle dei cartoni animati, fu un successo straordinario e divenne un tormentone, debuttando al secondo posto nella classifica dei 45 giri più venduti e restando nelle prime dieci posizioni per diverse settimane.

Cantata dalla Banda dei Bucanieri, un gruppo di musicisti e arrangiatori che comprendeva anche Fabio Concato, fu creata da Luigi Albertelli e Vince Tempera, con quest’ultimo che ha rivelato, in un’intervista al Corriere della Sera, di aver composto la struttura della sigla in autostrada:

Mi ricordo che quando ci fu commissionata la sigla stava per iniziare il Festival di Sanremo. Eravamo nel mese di gennaio del 1979. Nevicava molto ed erano circa le dieci di sera. Mi stavano portando in auto a Sanremo per le prove. Durante quel viaggio in autostrada che stava andando a rilento per via delle condizioni atmosferiche iniziai a pensare alla musica e composi mentalmente la sigla per poi trascriverla su un pezzo di carta. È una cosa che non ho mai detto a nessuno. Il giorno seguente sono poi tornato a Milano dopo aver terminato le prove con l’orchestra dell’Ariston. Arrivato a Milano aggiunsi alla melodia che avevo pensato il famoso inizio “Bum, Bum, Capitan Harlock!” e perfezionai le strofe che avevo pensato la sera precedente.

Ed è proprio sulle note di questa fantastica sigla che chiudo questo articolo ricordando una strofa che personalmente mi ha emozionato da bambino e continua ad avere un significato profondo ancora oggi, provocandomi ancora dei brividi.

Fammi rubare capitano un’avventura,

dove io son l’eroe che combatte accanto a te.

Fammi volare capitan senza una meta,

tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più.

Ora scusatemi ma devo andare a cercare il mio pupazzo gashapon di Capitan Harlock che ha la bellezza di 37 anni.