Dom 1 Giugno, 2025
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Elden Ring Nightreign: l’Executor protagonista del nuovo character trailer

Siamo ormai consapevoli che Bandai Namco ha deciso di rovinarci la sanità mentale (di nuovo) con Elden Ring: Nightreign, lo spin-off standalone del gioco che ci ha fatto imprecare contro alberi giganti e brodaglie velenose. Stavolta si cambia un po’ formula, ma il dolore, resterà una garanzia.

Come ogni degna mossa marketing che si rispetti, arriva il nuovo character trailer dedicato all’Executor, uno dei sei personaggi giocabili noti come Nightfarers che, insieme al Wylder, costituiscono le due tipologie inedite di Classi.

Executor: il tipo spezza-anime

Nel trailer che trovate proprio qui sotto, l’Executor si presenta con tutto il carisma da anti-eroe ruvido e misterioso: armatura pesante, movimenti letali, e quell’aura da “non sono arrabbiato, sono deluso”.

Sembra essere il tank del gruppo, ma con una vena da boia medievale che ci fa venire voglia di giocarlo subito. Bandai non ha spoilerato troppo sul suo background, ma considerando il livello narrativo di FromSoftware, ci aspettiamo un mucchio di traumi infantili e tradimenti.

L’Executor è un guerriero micidiale, in grado di sfoderare colpi devastanti e dotato di abilità straordinarie, tra cui la capacità di mutarsi in una gigantesca e spietata creatura.

Fedeli alla tradizione, le sequenze di combattimento mostrate nel video mettono in risalto la solidissima struttura creata da From Software, che sarà presente anche in Nightreign: un’avventura distinta rispetto alla campagna di Elden Ring, ma che si preannuncia altrettanto coinvolgente.

Cosa sappiamo su Elden Ring: Nightreign?

Il gioco uscirà il 30 maggio prossimo e, in attesa di toccare con mano questa nuova oscura e crudele magia videoludica di From Software, ecco un rapido recap di ciò che sappiamo su Nightreign.

  • Arrivo su PC via Steam e su tutte le console principali (PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S).
  • PvE co-op session-based, ambientato in un mondo chiamato Limveld, che cambia a ogni run: nemici, loot, persino la mappa si rimescolano come una build di magie fallita.
  • L’obiettivo? Sopravvivere abbastanza a lungo da battere il Nightlord e sbloccare i segreti dietro ogni Nightfarer.
  • Livelli, rune, Sites of Grace e tutto quel classico sapore Souls-like ci sono ancora, ma qui si gioca in team e ogni sessione è una mini-campagna tutta da esplorare.

Insomma, l’Executor ci ha convinti, Nightreign ci incuriosisce, e il 30 maggio è davvero dietro l’angolo. Preparate le build, organizzate il party e ricordate: la vera run non è mai quella perfetta, ma quella in cui vi siete chiesti almeno tre volte “ma perché lo faccio?”

Edizioni Speciali

  • Deluxe Edition (digitale): include artbook e colonna sonora.
  • Collector’s Edition (fisica): per chi vuole l’altare in salotto. Include:
    • Statua di Wylder Nightfarer
    • Steelbook
    • Artbook cartaceo
    • 8 carte da collezione dei Nightfarer

Il peso dell’eredità (e non solo dell’equipaggiamento)

L’Elden Ring originale è ormai leggenda. Più di 12 milioni di copie vendute, mille premi vinti (tra cui Game of the Year ai The Game Awards), e un’espansione, Shadow of the Erdtree, che ancora oggi viene analizzata come una reliquia mistica.

Con nomi come Hidetaka Miyazaki e George R.R. Martin a firmare questo incredibile e appassionante universo narrativo (che presto diventerà anche un film live action), Nightreign dovrà farsi strada in un pantheon già affollato, ma sembra avere tutte le carte giuste per farlo.

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The Secret of Secrets: da Netflix la serie TV basata sul romanzo di Dan Brown

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Dopo un’agguerrita guerra tra i colossi dello streaming, Netflix ha vinto la battaglia per realizzare la serie TV The Secret of Secrets, portando sul piccolo schermo il nuovo romanzo firmato Dan Brown, con lo scrittore che sarà coinvolto nel progetto.

Insieme a lui c’è Carlton Cuse, il cervellone dietro Lost, Jack Ryan e Locke & Key, un tizio che di enigmi e colpi di scena se ne intende parecchio. Cuse sarà lo showrunner, mentre Brown si occuperà della scrittura e della produzione.

Non aspettatevi una semplice caccia al tesoro, qui si parla di sinapsi che esplodono perché, a quanto pare, Robert Langdon non ha ancora finito di decifrare codici, fuggire da cripte millenarie e smascherare cospirazioni planetarie.

Di cosa parlerà questa nuova avventura?

Il nuovo romanzo (che uscirà negi USA il 9 settembre 2025) promette scintille. In The Secret of Secrets, il professor Langdon si ritroverà invischiato in una corsa contro il tempo per salvare una scienziata scomparsa e recuperare il suo manoscritto rivoluzionario, capace di cambiare per sempre la nostra comprensione della mente umana. Un mix di scienza futuristica, misticismo e adrenalina, il classico cocktail esplosivo à la Dan Brown.

Secondo lo stesso autore, questo sarà il suo libro “più ambizioso e divertente di sempre”. Considerando che stiamo parlando dell’uomo che ha fatto sembrare la Monna Lisa e il Cenacolo di Leonardo dei puzzle esoterici, le aspettative sono altissime.

Un po’ di storia (e di numeri)

The Secret of Secrets sarà il sesto romanzo della serie di Robert Langdon, cervellotico scrittore che ha debuttato nel 2000 con Angeli e Demoni e ha conquistato il mondo nel 2003 con Il Codice Da Vinci.

Da allora, le vendite sono schizzate a oltre 250 milioni di copie tradotte in 56 lingue. E tre di quei romanzi sono stati trasformati in blockbuster interpretati da Tom Hanks e diretti da Ron Howard, totalizzando la bellezza di 2,24 miliardi di dollari al botteghino (mica bruscolini).

Netflix accende i riflettori su The Secret of Secrets con la speranza di non perdersi

Tuttavia, però, c’è da tener presente che il primo tentativo di portare un romanzo di Dan Brown sul piccolo schermo non ha soddisfatto le aspettative. Nel 2021 su Peacock ha debuttato l’adattamento televisivo de Il simbolo perduto, con Ashley Zukerman nei panni di un giovane Robert Langdon, show perdutosi per strada e cancellato dopo una sola stagione.

Netflix, immaginiamo, punti evidentemente a fare di meglio, e con Cuse e Brown al timone, le aspettaive sono davvero alte.

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Andor: la seconda stagione rivela che la prima Morte Nera è stata “operativa” solo per una settimana

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Dopo aver divorato tutta la seconda stagione di Andor su Disney+, i fan più attenti e pignoli di Star Wars hanno cominciato a fare ciò che li esalta di più, ovvero analizzare in maniera maniacale ogni ogni singolo fotogramma e controllare la timeline della saga che, nel frattempo, si è ovviamente arricchita di nuovi eventi.

Questa volta l’attenzione si è concentrata sulla prima Morte Nera, il simbolo definitivo della potenza imperiale o, a dire il vero, il fallimento più costoso dell’Impero Galattico.

20 anni per costruire un immenso petardo galattico

Facciamo un attimo i conti. La seconda stagione di Andor finisce esattamente dove inizia Rogue One, prequel della trilogia classica di Star Wars i cui eventi si svolgono immediatamente prima di Episodio IV: Una nuova speranza.

Fatta questa debita premessa, ci ritroviamo con queste “certezze” canoniche:

  • La Morte Nera è stata completata solo alla fine di Rogue One.
  • La planetaria arma di distruzione di massa imperiale riuscita a sparare solo due volte: una su Jedha City (ciao, ciao Saw Gerrera) e una su Alderaan (addio famiglia Organa).
  • Poi, boom, fuochi d’artificio galattici, ringraziando Luke Skywalker e un condotto di ventilazione.

Tutto questo dopo 19 anni di lavori e 23 anni di progettazione, sin da prima che l’Impero esistesse. In poche parole, Palpatine ha basato tutta la sua presunta deterrenza militare su una luna gigante con un cannone laser la cui piena operatività è durata appena qualche giorno.

Morte Nera

La Morte Nera: fenomenali poteri distruttivi… in un minuscolo lasso di tempo

Questo dettaglio, reso ancora più evidente dalla narrazione di Andor, aggiunge un livello di tecnologica ironia a tutta la trilogia classica.

Palpatine era convinto di aver creato l’arma definitiva che gli avrebbe permesso di soggiogare l’intera galassia. Invece, il signore dei Sith, aveva appena costruito la bomba più costosa e inutile della storia. Ricordiamoci comunque che poi l’Imperatore ci riprova con la Seconda Morte Nera finita anche lei con un gran botto.

La breve vita operativa della Morte Nera

  • 0 BBY – La Morte Nera è finalmente completata
    • Dopo oltre 19 anni di progettazione, costruzione e spese folli, il super-laser della Morte Nera è pronto a sparare. Palpatine gongola. Tarkin si sistema la divisa. Le casse dell’Impero piangono in silenzio.
  • Pochi giorni dopo – Distruzione di Jedha City
    • La prima “dimostrazione di potenza”. Target: una città intera. Risultato: devastazione totale e una quantità imprecisata di coscienze sporche, tra cui quella di Galen Erso.
  • Poco dopo – Distruzione di Alderaan
    • Il vero “coming out” della Morte Nera. Un intero pianeta viene fatto saltare per intimidire i Ribelli. Spoiler: non funziona. Anzi, li fa arrabbiare ancora di più.
  • Qualche tempo dopo – BOOM!
    • Luke Skywalker, con un X-Wing e l’aiuto della Forza (e di Obi-Wan), centra il punto debole della prima Morte Nera. Fine della festa. L’arma definitiva dell’Impero Galattico esplode in mille coriandoli spaziali.

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La Ruota del Tempo: perché la serie TV è stata cancellata?

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La notizia di oggi è che La Ruota del Tempo, la serie TV fantasy di Prime Video basata sulla saga letteraria di Robert Jordan e Brandon Sanderson è stata cancellata dopo tre stagioni.

Prendete una saga fantasy epica da 14 libri (sicuramente al livello de Il Signore degli Anelli e addirittura superiore a Game of Thrones), aggiungeteci incantesimi, intrighi, portali interdimensionali, profezie da mal di testa e un budget a livello di una big tech… e poi? Poi Amazon decide di staccare la spina a metà del viaggio, quando lo show “sembrava” (e le virgolette sono più che d’obbligo) ingranare.

La decisione di cancellare la serie TV non è legata a una decisione degli Asha’man o a un inganno del Tenebroso. Il vero nemico stavolta è il vil denaro, anzi, per dirla tutta, la mancata rimuneratività dello show.

Sì, perché, a quanto pare, tra set monumentali, spese folli per oggetti di scena curati nei minimi dettagli ed effetti speciali a livello di blockbuster hollywoodiani, la produzione è diventata troppo costosa anche per Amazon. E se un colosso mondiale che riesce a vendere di tutto e consegnare in 24 ore anche le scaglie di drago dice che qualcosa “costa troppo”, allora vuol dire che siamo davvero nei guai.

La Ruota del Tempo Seconda Stagione

Il vero motivo dietro la cancellazione? Il portafogli, mica il potere dell’Uno

Secondo Deadline, la decisione è arrivata dopo “lunghe riflessioni” ed è legata a motivi economici. In poche parole la serie piaceva tanto (solo) agli addetti ai lavori, ma i numeri legati agli ascolti non giustificavano più la spesa. E nel 2025, anche i draghi devono rendere conto ai bilanci.

Nonostante un debutto trionfale nel 2021 (tra le serie più viste di sempre su Prime Video), l’interesse del pubblico è via via  calato. Critiche riguardanti il cast e le solite forzature per rendere la serie “democratica” e farla piacere a tutti (leggi piattume da politically correct) hanno minato un potenziale davvero immenso che avrebbe potuto tranquillamente conquistare gli appassionati ormai da troppo tempo orfani di Game of Thrones.

La terza stagione de La Ruota del Tempo non è mai entrata nella Top 10 di Nielsen, e se non ci sei lì, è come se non esistessi.

Un addio che fa male ma che non lascia tutto in sospeso

Sembra che alcuni addetti ai lavori avessero già fiutato l’aria di cancellazione, anche perché Amazon era obbligata per contratto a realizzare almeno tre stagioni (anche in perdita): Ecco, dunque, che appena è venuto meno questo vincolo contrattuale, la società di Jeff Bezos ha subito tirato i remi in barca.

Non è difficile immaginare che, più o meno un anno fa, qualcuno dai piani alti abbia già dato direttive circa questo “disimpegno”, tant’è che gli showrunner (probabilmente avvisati del rischio cancellazione) sono riusciti a chiudere la terza stagione con un minimo di conclusione, anche se parliamo sempre di una saga così imponente che tre sole stagioni sono da considerarsi quasi un incipit.

Anche se cancellata e destinata probabilmente all’oblio televisivo, come tante altre serie TV incompiute, La Ruota del Tempo resta una delle produzioni fantasy più ambiziose degli ultimi anni, qualcosa che avrebbe senza dubbio meritato più fortuna e un rispetto maggiore per il materiale originale da parte di coloro che l’hanno realizzata.

Elden Ring: Alex Garland dirigerà il film live action con George R.R. Martin che sarà della partita

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Prepariamoci a cavalcare verso l’Interregno, ma stavolta sul grande schermo: Elden Ring, il capolavoro videoludico di FromSoftware e Bandai Namco, diventerà un film live action prodotto da A24 e diretto da Alex Garland, regista di Ex Machina e Annientamento e autore della sceneggiatura di 28 giorni dopo.

Un dream team per un progetto ambizioso

George R.R. Martin, colui che ha contribuito alla creazione della lore del gioco, sarà coinvolto nel progetto come produttore insieme a Vince Gerardis, altro veterano di Game of Thrones. Insomma, il livello di epicità è già fuori scala e la trasformazione in realtà del regno decadente, quello delle nebbie perenni e dei boss che fanno piangere lacrime di sangue potranno contare su un team di tutto rispetto.

Il film, quindi, oltre a contare su Garland come regista e sceneggiatore e Martin e Gerardis come produttori esecutivi, vedrà anche Peter Rice, Andrew Macdonald (Dredd) e Allon Reich (28 settimane dopo) come produttori.

Garland ha già dimostrato di saper gestire intensità visiva e narrazione contorta, quindi potremmo aspettarci una trasposizione artistica, oscura e cerebrale.

Elden Ring Shadow of the Erdtree DLC

Cosa sappiamo sul film live action di Elden Ring

Al momento conosciamo davvero pochissimo di questo intrigante progetto. Nessuna notizia su trama, cast o data di uscita, ma considerando il coinvolgimento di Martin (che aveva già lasciato intendere qualcosa durante l’IGN Fan Fest 2025), possiamo aspettarci una narrazione incentrata sull’Interregno, i Semi-divini, e magari una versione cinematografica del viaggio del Tarnished.

E chissà, magari Garland riuscirà anche a spiegare chi diamine è Radahn senza dover leggere 25 oggetti e guardare due video di VaatiVidya.

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Marvel rallenta il multiverso e posticipa l’uscita di Doomsday e Secret Wars: si teme l’ennesimo flop?

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Eh niente, tocca armarsi di pazienza perché i Marvel Studios ha ufficialmente rimandato le uscite dei prossimi due capitoli di Avengers, ovvero Doomsday e Secret Wars.

Nonostante le buone sensazioni emerse con Thunderbolts* (o meglio The New Avengers), i cinecomic sembrano davvero aver mollato la presa sul pubblico e, dunque, pare che Kevin Feige e compagnia bella vogliano rallentare il Multiverso, alla ricerca di più cura e attenzione nelle prossime pellicole.

Originariamente previsto per maggio 2026, Avengers: Doomsday uscirà il 18 dicembre 2026 e di conseguenza slitta anche il debutto di Avengers: Secret Wars che arriverà nei cinema il 17 dicembre 2027.

I due film simbolo della Multiverse Saga si prendono quindi un anno e mezzo in più per farsi desiderare. La notizia arriva nel bel mezzo di una ristrutturazione generale del calendario cinematografico Disney, che ha cancellato anche diverse uscite Marvel non ancora annunciate, tra cui quelle previste per febbraio 2026, novembre 2026 e novembre 2027.

Un MCU più lento, ma (forse) più epico?

Al momento, per il prossimo anno avremo solo Doomsday e lo Spider-Man: Brand New Day di Sony (previsto per il 31 luglio). Quindi, tra il debutto de I Fantastici Quattro – Gli inizi (luglio 2025) e lo Spider-film estivo, ci sarà un buco di ben 12 mesi senza film dell’Universo Cinematografico Marvel, cosa che non succedeva dai tempi della pandemia.

Il cambio di marcia rientra nella nuova filosofia del CEO Disney Bob Iger, il quale ha recentemente dichiarato: “Marvel aveva perso un po’ il focus facendo troppo. Ora vogliamo tornare alla qualità, non alla quantità.”

Tradotto in soldoni: meno film, ma più curati. Una mossa che, se pensiamo ai risultati un po’ traballanti degli ultimi titoli, potrebbe essere provvidenziale (sempre che funzioni).

Come detto all’inizio, al netto di produzioni filmiche tirate un po’ per il collo e buttate lì più per fare numero (ci riferiamo a Quantumania, The Marvels e Brave New World), anche pellicole più convincenti e meglio curate come Thunderbolts* non sono riuscite a ricreare, nemmeno in parte, la magia del periodo d’oro conclusosi con Avengers: Endgame.

Avengers Doomsday Robert Downey Jr.

I cinecomic sul viale del tramonto?

Questa disaffezione da parte del pubblico sembra essere davvero sintomatica, considerando anche gli insuccessi (viste le premesse) delle serie TV post WandaVision.

Insomma, forse stiamo assistendo al triste ma inesorabile tramonto dei cinecomic?

Attualmente è ancora difficile prevederlo, ma se il film su I Fantastici Quattro non dovesse fare il botto, allora dovremo cominciare seriamente a considerare l’idea che, tutto sommato, tutto è finito con il sacrifici di Iron Man.

In fondo, se sarà davvero così, non ci dispiacerà affatto ricordare come Tony Stark (Robert Downey Jr) sia stato l’inizio e la fine di tutto.

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Kimino High School: il liceo giapponese dove i turisti possono tornare tra i banchi di scuola

Per chi è cresciuto guardando anime ambientati tra i corridoi dei licei giapponesi, il sogno di vivere quella stessa esperienza — tra lezioni di giapponese, festival scolastici e storie da “slice of life” — sembrava destinato a restare irrealizzato, ma ora non è più così. Nel cuore della prefettura di Chiba, a circa un’ora da Tokyo, c’è un liceo giapponese aperto a turisti da tutto il mondo: si chiama Kimino High School, ovvero “Il tuo liceo”.

Kimino High non è una scuola attiva, ma una vera struttura scolastica abbandonata degli anni ’70-’80, trasformata in un’esperienza immersiva unica nel suo genere. Situata nell’ex scuola media Kameyama, nel comune rurale di Kimitsu, questa iniziativa nasce per dare nuova vita a un edificio in disuso, in un’area colpita dal calo demografico, e per offrire a visitatori di ogni età la possibilità di rivivere la magia del liceo giapponese… anche per la prima volta.

Una giornata da anime, in stile Showa, alla Kimino High School

Il programma della giornata a Kimino High School è pensato per ricreare in tutto e per tutto l’atmosfera dei licei del periodo Showa: si parte con l’appello in aula, seguito da una lezione di giapponese, social studies, pranzo in mensa, educazione fisica sotto forma di festival sportivo, il momento delle pulizie di classe, la cerimonia di diploma e, per concludere, un matsuri scolastico con bancarelle e giochi, come nei festival visti in tanti anime.

Uniformi, materiali scolastici d’epoca e comparse in costume (inclusi studenti rivali “teppisti”) contribuiscono a rendere l’esperienza ancora più realistica e coinvolgente. Ma non mancano anche tocchi moderni e divertenti: tra questi, la possibilità di provare un randoseru, lo zainetto delle elementari, o partecipare a una degustazione di sake.

Turismo esperienziale che aiuta il territorio

L’iniziativa ha anche una forte valenza sociale: ogni partecipante contribuisce al rilancio economico e turistico di Kimitsu, dando nuova vita a strutture dimenticate. La zona offre anche pacchetti con pernottamento in campeggio o soggiorni alle terme locali, rendendo l’esperienza perfetta anche per un weekend fuori porta.

Le attività si svolgono in giapponese o inglese e il costo della giornata è di 35.000 yen (circa 215 euro al cambio attuale). Considerando il livello di dettaglio e la rarità dell’esperienza, è un’occasione davvero unica per tutti coloro che hanno sempre sognato di vivere un anime dall’interno.

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Street Fighter: Jason Momoa potrebbe interpretare Blanka nel nuovo film

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Il progetto live-action di Street Fighter targato Legendary sta finalmente prendendo forma. Le voci si fanno sempre più insistenti e, oggi, scopriamo che Jason Momoa sarebbe in trattative per interpretare Blanka, l’iconico guerriero dalla pelle elettrica cresciuto nella giungla. Se questa scelta verrà confermata, possiamo aspettarci una versione potente e visivamente d’impatto di uno dei personaggi più folli e affascinanti dell’universo Capcom.

Alla regia troveremo Kitao Sakurai, noto per il suo stile surreale e irriverente in Bad Trip e The Eric Andre Show, che ha preso il posto dei fratelli Philippou. Una scelta che promette un mix inedito di azione, comicità e follia visiva, perfetto per rendere giustizia allo spirito del videogioco.

Jason Momoa

Ryu, Ken e Akuma: un casting da urlo

Accanto a Momoa, nel cast sono in trattative anche:

  • Andrew Koji (Bullet Train) per il ruolo di Ryu;

  • Noah Centineo (Warfare) nei panni di Ken;

  • Roman Reigns, star della WWE e già visto in Hobbs & Shaw, che dovrebbe interpretare Akuma, il temibile antagonista e assassino del maestro Gouken.

Un quartetto di nomi importanti che ci fa ben sperare in una produzione ambiziosa e fedele all’eredità della saga.

Al momento, non conosciamo dettagli precisi sulla trama. Potremmo trovarci di fronte a un racconto in stile torneo mondiale, una storia più intima centrata sui personaggi, oppure una via di mezzo capace di unire dramma, azione e spettacolo visivo.

Dopo i tentativi passati — dal cult camp del 1994 con Jean-Claude Van Damme a The Legend of Chun-Li del 2009, dimenticata persino dai fan — questa nuova versione potrebbe finalmente rappresentare un vero punto di svolta per Street Fighter al cinema.

Con Sakurai alla guida, ci aspettiamo uno stile visivo fuori dagli schemi, in grado di rispettare il materiale originale senza rinunciare all’inventiva. L’auspicio è che il film riesca a bilanciare azione, estetica fedele e un pizzico di follia, come solo Street Fighter sa fare.

Noi siamo pronti a entrare nell’arena e se Momoa sarà davvero Blanka, non vediamo l’ora di scoprire come renderanno quella scarica di energia verde che tutti ricordiamo dai cabinati arcade.

Round One: Fight.

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Un flipbook per domarli tutti: partecipa al progetto di animazione dedicato a Il Signore degli Anelli

È arrivato il momento di unire le forze per dare vita al più epico progetto di fan art mai realizzato: un flipbook animato, completamente disegnato a mano, che ricrea l’intero film de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello. Dietro questa impresa titanica c’è Andymation, celebre animatore e creatore di flipbook, che ha lanciato una chiamata globale a tutti gli appassionati di Tolkien (e non solo).

Stiamo parlando di oltre tre ore di animazione, per un totale di più di 100.000 fotogrammi, da realizzare insieme a 1.600 fan di tutto il mondo. Un’opportunità unica per far parte di un progetto collettivo senza precedenti.

Come funziona? Basta scegliere una scena e iniziare a disegnare

Partecipare è semplice. Sul sito ufficiale del progetto (lotr.andymation.com) possiamo:

  • Scegliere una clip da animare;

  • Guardare i video tutorial per imparare il processo passo dopo passo;

  • Tracciare, stilizzare e completare i frame della nostra scena;

  • Inviare il tutto per entrare a far parte del flipbook più lungo del mondo.

Non serve essere animatori professionisti. L’importante è avere passione per l’universo de Il Signore degli Anelli e voglia di contribuire a un’opera collettiva che celebra la creatività e la comunità.

Un anello commemorativo per chi partecipa al Flipbook de Il Signore degli Anelli

Come segno di ringraziamento, ogni partecipante riceverà un anello commemorativo inciso in Elfico, creato appositamente per questo progetto. Un simbolo che ci unirà come membri di questa nuova “Compagnia”, nata per celebrare l’arte, il cinema e l’eredità di Tolkien in una forma completamente nuova.

Andymation ha già realizzato flipbook virali in passato, ma questa volta l’obiettivo è fare la storia: costruire un capolavoro collettivo che unisca fan e artisti da ogni parte del pianeta.

Il progetto One Flipbook to Rule Them All è più di un semplice tributo: è una dichiarazione d’amore verso una storia che ci ha ispirati per generazioni. Non importa essere illustratori esperti o semplici appassionati con una matita in mano, c’è un posto per noi in questa avventura.

Visitiamo subito lotr.animation.com, scopriamo come partecipare e diamo vita alla Terra di Mezzo, un fotogramma alla volta.

Zach Braff torna in corsia con il suo J.D.: arriva il reboot di Scrubs!

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Abbottonate i camici e preparate le battute nonsense: Zach Braff sta per tornare nei panni di J.D. nel reboot ufficiale di Scrubs in fase di sviluppo presso ABC.

Sì, avete capito bene. Dopo anni di meme, reunion, podcast e sogni a occhi aperti (molti dei quali probabilmente immaginati dalla fervida fantasia dello stesso J.D.), il dottore più lunatico e adorabile della TV è pronto a rientrare in servizio.

Dietro questo miracolo della medicina c’è ovviamente Bill Lawrence, creatore della serie originale che, sebbene non avrà il ruolo di showrunner, sarà coinvolto nel progetto. Considerando che ha già il suo bel da fare con successi come Ted Lasso e Shrinking, possiamo comunque stare tranquilli: se c’è qualcuno che sa bilanciare risate e traumi emotivi da serie ospedaliera, è senza dubbio lui.

Reboot, non revival… insomma un J.D. 2.0

Per ora Braff è l’unico del cast originale confermato, ma diciamolo: Scrubs non è davvero Scrubs senza Turk che fa le acrobazie, il dottor Cox che urla, Carla che mette tutti in riga, Elliot che vive in overthinking e ovviamente Il Custode che complotta alle spalle di J.D.. E mentre non ci sono annunci ufficiali sugli altri membri del cast, si respira già aria di reunon nell’aria.

Del resto, Braff stesso ha ammesso recentemente a Variety, in occasione del 20° anniversario di Garden State, di desiderare questo “ritorno di fiamma”: “L’idea di ritrovarsi con i miei amici per 10 o 12 episodi, magari una o due stagioni, e ridere insieme? Suona come un sogno.”

Zach Braff torna in TV con Start UP ABC

Medici ai primi ferri: un po’ di storia per chi è stato in coma farmacologico tra il 2001 e il 2010

Scrubs è andato in onda per la prima volta nel lontano 2001 sulla NBC, dove è rimasto per sette stagioni prima di trasferirsi su ABC per l’ottava (che avrebbe dovuto essere l’ultima). Poi è arrivato il famigerato spin-off-non-spin-off Scrubs: Med School, ovvero la stagione 9 che tutti preferiremmo non fosse mai esistita. Di quel mini-risveglio post-sbornia sono rimasti solo Zach Braff per sei episodi, Donald Faison (Turk) e John C. McGinley (dottor Cox).

Il resto del cast, Judy Reyes (Carla), Sarah Chalke (Elliot), Ken Jenkins (Kelso) e Neil Flynn (Il Custode), ha reso Scrubs qualcosa di irripetibile: una sitcom ospedaliera capace di farti piegare in due dal ridere e un attimo dopo farti piangere con la potenza di un elettroshock emotivo.

Cosa possiamo aspettarci dal reboot di Scrubs

Ancora non c’è nessuna indicazione sulla trama, ma siamo davvero curiosi: sarà un sequel nostalgico con i vecchi protagonisti alle prese con nuove generazioni di specializzandi? Un soft reboot con nuovi personaggi e qualche volto noto qua e là? O magari J.D. è diventato primario, prendendo il posto di Kelso ma fantasticando a go go come al solito?

Con Braff confermato e Lawrence coinvolto, le premesse sono buone. Certo, se tornano anche Faison e McGinley, potremmo già iniziare a cantare I’m No Superman a squarciagola.

Insomma: l’Ospedale del Sacro Cuore potrebbe riaprire i battenti molto presto, e noi non vediamo l’ora di perderci di nuovo tra corsie, monologhi interiori, bromance epiche e lavandini che esplodono.

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La materia oscura potrebbe essere… luce congelata: una nuova teoria mette in discussione ciò che sappiamo sull’universo

Il 2025 sembra essere l’anno della luce congelata e così, dopo che gli scienziati italiani sono riusciti a trasformare la luce in un supersolido, dall’altra parte dell’oceano due ricercatori hanno avanzato una nuova intrigante teoria che cerca di spiegare la vera natura della materia oscura.

Immaginate dunque di scoprire che la materia oscura, quella “cosa” che affascina e sfida giornalmente le menti più brillanti dell’umanità e che tiene insieme l’Universo, potrebbe in realtà essere la versione congelata di particelle che una volta viaggiavano alla velocità della luce.

Guanming Liang e Robert Caldwell, due fisici teorici del Dartmouth College, hanno proposto un’idea che sconvolge la cosmologia: e se la materia oscura non fosse nata fredda e grumosa, ma calda e… luminosa?

Dai fotoni ai mattoni dell’universo

L’idea attualmente più accreditata ci dice che quando l’Universo era ancora un ammasso informe e supercaldo (circa 13,7 miliardi di anni fa), un caos quantistico in pieno svolgimento, particelle senza massa, come i fotoni, si muovevano a tutta velocità in questo disordine primordiale senza regole. Secondo il modello di Nambu e Jona-Lasinio, alcune di queste particelle, i famigerati fermioni di Dirac, potevano unirsi fra loro come fanno gli elettroni nei superconduttori, formando delle “coppie” stabili.

Ora, Liang e Caldwell hanno ipotizzato che se durante questo subbuglio energetico si fosse creato una sorta di squilibrio termico, queste coppie avrebbero potuto “raffreddarsi” all’improvviso, trasformando la loro velocità in massa e, dunque, materia oscura.

glow light space

Dalla luce alle tenebre

La cosa più sbalorditiva è che questa ipotesi potrebbe essere verificata, non con un acceleratore di proporzioni planetarie, ma leggendo tra le pieghe della radiazione cosmica di fondo, il bagliore residuo del Big Bang che oggi osserviamo come una specie di eco proveniente dalle fasi iniziali della nascita dell’universo.

Se le “coppie di fermioni” si sono davvero trasformate in materia oscura, avrebbero lasciato una firma precisa nella struttura di questa radiazione: un calo di energia improvviso, un passaggio brutale ma bellissimo, almeno per i matematici.

Il fascino della semplicità che fa quasi paura

“La cosa più sorprendente del nostro modello è quanto sia semplice,” dice Liang. “Non devi inventarti strane particelle extra, né forzare l’universo a comportarsi in modo strambo. È tutto già lì.”

Un fiducioso Caldwell ha aggiunto: “È tutto così eccitante. È un modo nuovo di pensare la materia oscura che potrebbe portarci davvero vicini a identificarla.”

A noi nerd cosmici non resta che sognare: e se la materia oscura fosse stata, un tempo, luce? Magari quella che oggi ci permette di vedere le stelle è solo una discendente evoluta di quella che tiene insieme le galassie.

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Confermato lo sviluppo di Stellar Blade 2

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A dare la notizia dello sviluppo di Stellar Blade 2 è la compagnia stessa, Shift Up, che lo scorso anno aveva rilasciato su PlayStation 5 il primo titolo della serie ottenendo un enorme successo.

Nonostante il lancio fosse avvenuto unicamente sulla console Sony, Stellar Blade riuscì a vendere oltre un milione di copie solamente nei primi due mesi, un traguardo degno di nota che lo ha subito reso il fiore all’occhiello della compagnia.

Almeno un anno ci separa da Stellar Blade 2

Tramite Insider Gaming gli sviluppatori hanno mostrato di essere al lavoro su altri progetti, ma anche che l’anno in cui verosimilmente Stellar Blade 2 vedrà la luce sarà il 2026.

L’espansione su altre piattaforme a cui Shift Up sta lavorando arriverà probabilmente su Xbox Series X|S oppure su Nintendo Switch 2, con la seconda opzione sembra più plausibile, considerando che comunque il titolo è pubblicato da Sony.

L’edizione completa di Stellar Blade sarà lanciata il prossimo 11 giugno 2025 insieme all’arrivo del titolo su PC. L’aggiornamento a questa nuova edizione, contenente tra le altre cose anche un nuovo terribile nemico da affrontare, sarà gratuito per tutti coloro che sono già in possesso del videogioco.

A causa dell’elevato numero di giocatori ancora attivi su Stellar Blade è naturale che la compagnia abbia in programma il lancio del secondo episodio della serie. Al momento, tuttavia, non possiamo ancora vedere alcun video di gioco o trailer di annuncio per capire a che punto dello sviluppo si trovi Shift Up con questo sequel.