È scomparso venerdì 18 aprile, all’età di 89 anni, Giovanni De Sandre, uno dei protagonisti della rivoluzionaria avventura tecnologica italiana che portò alla nascita della Olivetti Programma 101, riconosciuta a livello internazionale come il primo personal computer della storia.
Nato nel 1935 a Sacile, in provincia di Pordenone, De Sandre si laureò in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano nel 1959. Un anno dopo entrò in Olivetti, dove venne inserito nel team guidato dall’ingegner Pier Giorgio Perotto. Fu lì che contribuì in modo decisivo allo sviluppo della Programma 101, presentata ufficialmente nel 1965.
Quando l’informatica parlava anche italiano
La “P101”, come è affettuosamente chiamata dagli appassionati di retrocomputing, rappresentò un’autentica pietra miliare nella storia dell’informatica: un calcolatore da scrivania compatto, con un linguaggio di programmazione semplice e una visione avveniristica dell’uso personale dei computer, quando ancora nessuno parlava di “PC”.
Nel 2015, in occasione del 50° anniversario della Programma 101, De Sandre fu ricevuto a Palazzo Chigi dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, insieme al collega e amico Gastone Garziera e a Massimo Banzi, co-fondatore di Arduino. Un incontro simbolico tra passato e futuro dell’elettronica italiana.
Un presente da divulgatore
Negli ultimi anni, Giovanni De Sandre si era dedicato con entusiasmo alla divulgazione storica, partecipando a eventi, mostre e programmi televisivi per raccontare l’epopea della P101. Spesso accompagnato da Garziera, era diventato una figura di riferimento per chiunque volesse riscoprire le radici dell’informatica personale in salsa italiana.
La notizia della sua scomparsa è stata comunicata dal Laboratorio-Museo “Tecnologic@mente” di Ivrea, custode di numerosi esemplari funzionanti della Programma 101. In un messaggio di cordoglio, il Museo ha ricordato De Sandre come “una figura riservata ma determinante”, capace di incarnare lo spirito pionieristico e l’eccellenza ingegneristica che resero grande il nome Olivetti nel mondo.
“La sua intelligenza, il suo rigore e il suo spirito innovativo rimarranno scolpiti nella memoria del nostro Museo e nella storia dell’informatica,” si legge nel comunicato. “Alla famiglia dell’ingegner De Sandre esprimiamo la nostra più sincera vicinanza, certi che l’eredità del suo ingegno continuerà a ispirare generazioni future.”
Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un brillante ingegnere, ma anche un testimone prezioso di una delle stagioni più visionarie della nostra storia tecnologica, anni in cui eravamo un paese all’avanguardia e che, purtroppo, sarà difficile rivivere in futuro.