Valdarno Post Nucleare: la recensione del romanzo post-apocalittico

Di Veronica Maramonte 8 Min di lettura

Cosa accadrebbe in Italia dopo lo scoppio di una guerra nucleare globale? Per rispondere a questa domanda possiamo viaggiare avanti nel tempo con Valdarno Post Nucleare, romanzo scritto da Luca Gini ed edito da Bibliotheka Edizioni, che racconta la storia di due ragazzi in una Toscana post-apocalittica profondamente trasformata da una guerra nucleare.

La storia di un viaggio, a volte surreale e comico, altre volte inquietante e spaventoso, che ci trasporterà in un mondo ipotetico che appare distante nel tempo, ma caratterizzato dai paesaggi e dalle atmosfere italiane a noi così familiari!

Ecco la nostra recensione di Valdarno Post Nucleare

Il romanzo di Luca Gini ci racconta la storia di un viaggio da Empoli a Livorno del tutto particolare, in un’ambientazione post-apocalittica sui generis. Ma non lasciatevi ingannare: Valdarno Post Nucleare non è originale solo dal punto di vista della trama, ma anche per quel che riguarda la forma, con uno stile colloquiale, parti in dialetto toscano, e numerose citazioni di classici della letteratura e della poesia.

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Ecco, di seguito, la sinossi del romanzo:

Valdarno, Toscana, decenni dopo un conflitto nucleare globale.

Due giovani che non hanno mai visto niente al di fuori della loro cittadina, a causa di eventi esterni si trovano costretti a fare un lungo viaggio a piedi fino alla costa.

Durante il tragitto incontreranno varie località dove vive la popolazione residua della zona, e scopriranno che ognuno di questi gruppi ha ricostruito la civiltà alla propria maniera, con proprie usanze e consuetudini, spesso inventate di sana pianta o male interpretate dal passato. Perché il danno maggiore non è stato sugli edifici o sulla popolazione, ma su migliaia di anni di civiltà spazzati via per sempre.

Un distopico ambientato in Italia

Valdarno Post Nucleare, della lunghezza di un ampio racconto (poco più di 130 pagine), è ambientato negli anni successivi a una catastrofe nucleare seguita all’ultima guerra mondiale. Le conseguenze degli scontri sono state terribili: hanno causato la morte di numerose persone e modificato completamente le abitudini, la qualità della vita e le credenze dei sopravvissuti.

Questo anche in Italia! Ebbene sì, perché Valdarno Post Nucleare, come suggerisce il nome, è ambientato in Toscana, in particolare nelle zone attorno al fiume Arno. Un’ambientazione inusuale per un romanzo post-apocalittico, ma non per questo meno efficace: chi l’ha detto che i disastri nucleari capitano solo in America?

Infatti l’esperimento dell’autore, Luca Gini, è molto più che riuscito perché in questa storia, che in fin dei conti è il racconto di un viaggio, uno dei protagonisti principali è proprio il paesaggio con i suoi scorci  e i suoi abitanti. Il tutto “condito” in salsa post-apocalittica! Dalle pagine del libro traspare la minuziosa e appassionata conoscenza del territorio qui rappresentato profondamente mutato dalle radiazioni e dalle conseguenze della guerra.

Un viaggio che si può seguire pagina dopo pagina ritrovando le stesse strade, i vicoli, i paesaggi e gli snodi che un viaggiatore in Toscana potrebbe percorrere ancora oggi. Sicuramente gli amici lettori dalla Toscana resteranno colpiti dal modo il cui l’autore ha modificato il territorio in versione post-apocalittica.

Una storia di incontri

Uno degli elementi che ho particolarmente apprezzato di Valdarno Post Nucleare è il fatto che i due protagonisti, nel corso del loro viaggio, incontrano tanti e diversi personaggi. Questi incontri (decisamente particolari!) non sono dei riempitivi ma rappresentano ciascuno a suo modo una parte di quello che la guerra ha lasciato alla popolazione.

Mutazioni del corpo, eliminazione delle istituzioni sociali, nuove fedi religiose e strutture politiche, violenza e lotta per la sopravvivenza: gli incontri che fanno i due protagonisti del romanzo mostrano al lettore un variegato spaccato di come è cambiata la società dopo la guerra e le sue devastazioni.

Il tono del romanzo resta pur sempre leggero e prevalentemente comico, ma questo non fa che aumentare la dissonanza con i personaggi incontrati dai protagonisti: a volte inquietanti, a volte soli, disperati, a volte tutte queste caratteristiche insieme! Si crea così un effetto tragicomico che ho trovato molto efficace.

Non solo, gli incontri sono cadenzati a un ritmo narrativo serrato ma ben ritmato, elemento che aumenta la piacevolezza di lettura. Insomma, ogni step del viaggio corrisponde più o meno ad un nuovo incontro e non si vede l’ora di incontrare il caso umano successivo per scoprire quale altra (dis)avventura vivranno i protagonisti.

Conclusioni alla recensione di Valdarno Post Nucleare

Valdarno Post Nucleare è un romanzo breve, ma che racchiude al suo interno tutti gli elementi necessari per costruire una storia appassionante e divertente.

La scelta di ambientare un post-apocalittico in Italia è, secondo me, vincente: non si deve andare lontano per scoprire le terribili conseguenze di una devastazione nucleare, perché può riguardare anche luoghi che ben conosciamo. Tra l’altro i lettori toscani potranno, a differenza mia, seguire passo passo il viaggio dei due protagonisti tra strade e territori che vivono quotidianamente.

Un’altra particolarità del romanzo è il suo tono comico e leggero per rappresentare, però, una situazione estremamente disagiante e complicata: l’effetto tragicomico è perfettamente riuscito e rende il romanzo interessante da leggere, scorrevole e mai pesante. Nonostante ci siano delle parti che fanno nascere un sorriso amaro: ci sono capitoli dalle atmosfere inquietanti, che rendono conto della disperazione e dei mutamenti di una società radicalmente cambiata nell’aspetto e nelle relazioni sociali; altri divertenti ma che nascondono il disagio della ricerca di una nuova normalità dopo gli orrori della guerra.

Quello che emerge leggendo le vicende del libro è il tentativo di risollevarsi dalla situazione di sofferenza in cui si trova la civiltà dei sopravvissuti del libro. Ciò è ben rappresentato dal protagonista del romanzo che decide di intraprendere un viaggio (qualcosa che nessuno ormai fa più!) per non subire passivamente quello che accade intorno a lui, ma per influire sul corso degli eventi; per essere protagonista e non spettatore. Sembra banale, ma è un messaggio importante.

Diamo merito all’autore perché è riuscito a ricreare una perfetta ambientazione post-apocalittica all’interno di uno romanzo scorrevole con una storia coinvolgente. Non solo, ma ha anche impreziosito il testo con diverse citazioni letterarie: dalla “guida” del viaggio chiamata, non a caso, Virgilio, fino a The Waste Land di T.S. Eliot.

Insomma, non il classico libro di fantascienza! Il vero difetto di questo romanzo è la sua brevità: mi sarebbe piaciuto che la storia si svolgesse più lentamente per entrare ancora più all’interno dell’ambientazione, scoprire di più dei personaggi e sulla loro personalità.

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