Daymare: 1998 – La Recensione dell’oscuro survival horror italiano per PS4

Daymare: 1998

Daymare: 1998 è molto di più che un semplice omaggio ai survival horror degli anni ’90: è la dimostrazione che anche in Italia è possibile creare titoli in grado di reggere il confronto con i “mostri sacri” del genere.

La recensione di Daymare: 1998 per PlayStation 4, la versione console del videogame tributo a Residente Evil 2

DAYMARE: 1998 è un survival horror in terza persona con meccaniche survival hardcore e nemici estremamente difficile da uccidere. Il gioco richiede un approccio strategico sia ai combattimenti che alla risoluzione dei puzzle, mentre la storia, vissuta da tre punti di vista diversi, si rivela essere oscura e profonda.

Tutto ha inizio con un centro di ricerca segreto, un’arma chimica letale ed un team di agenti speciali inviato ad investigare su un incidente che potrebbe rivelarsi molto più di una semplice violazione della sicurezza.

Segui le vicende di un soldato di élite, di un pilota e di un forest ranger e scopri quali sono i loro ruoli in un evento che trasformerà improvvisamente una pacifica cittadina in un inferno mortale e i suoi tranquilli abitanti in mostri assetati di sangue.

Uccidi ogni creatura ti si porrà davanti, prima di cercare eventuali indizi e prove che diano un senso a tutto il caos che ti circonda. Tutto può accadere quando i tuoi incubi diventano reali.

La prima cosa che colpisce dell’opera prima del team Invader Studios è sicuramente la direzione artistica, in grado di portare su schermo un mondo oscuro e affascinante, popolato da creature pericolose e letali. Sempre a proposito di queste ultime va fatto un grande plauso al team per l’ottimo design delle creature che incontrerete, curato nientemeno che da Satoshi Nakai (la stessa persona che si occupò dei mostri presenti nel Resident Evil 2 uscito sulla prima PlayStation sul finire degli anni 90′).

Il gameplay di Daymare: 1998 è costruito e cesellato con l’intento di instillare grossi quantitativi di ansia nel giocatore.

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Per ottenere questo risultato gli sviluppatori sono ricorsi a diversi espedienti, che vanno dal più classico metodo del fornire munizioni e medikit con il contagocce, a un inventario consultabile in tempo reale; cosa quest’ultima che vi costringe a ripulire prima l’area in cui vi trovate se non volete finire a pezzi mentre state cercando nei menù qualche oggetto in particolare.

Attenzione inoltre ai nemici in cui vi imbattete: divisi in diverse tipologie, possono richiedere un discreto numero di proiettili per essere abbattuti e restare vivi risulta un’impresa molto complicata e che richiede attenzione e astuzia. Oltretutto i proiettili non sono così facili da trovare, con il gioco che ne dona quantità piuttosto esigue, per cui vanno usati con molta parsimonia!

Come nel più classico esponente del genere, anche in Daymare: 1998 a fare da contraltare alle fasi di shooting ci sono anche gli enigmi ambientali: questi ultimi richiedono un massiccio utilizzo di materia grigia per essere risolti, senza mai però risultare eccessivamente frustranti.

Oltre a recuperare oggetti e inserirli dove necessario, o abbassare leve, a volte vi viene anche richiesto di hackerare qualche serratura elettronica. A fornire varietà all’esperienza del gameplay ci pensano altri due personaggi giocabili, nello specifico: una guardia forestale affetta da una particolare malattia che induce allucinazioni e un pilota di elicotteri. Un po’ come accade nell’opera a cui Daymare: 1998 si ispira, anche in questo caso la presenza di altri due personaggi giocabili, oltre all’agente del servizio di sicurezza dell’Exacore, consente al giocatore di vivere la stessa storia da una prospettiva differente.

A proposito di quest’ultima va detto come, nonostante parta da eventi piuttosto prevedibili e scontati, riesce comunque a risultare interessante, complessa e stratificata nel corso di tutta l’avventura.

Il comparto luci e il comparto sonoro sono entrambi di ottima fattura, e riescono a trasmettere tensione ed un senso di angoscia che non abbandona quasi mai il giocatore.

Il doppiaggio inglese si presenta ben realizzato, con un cast di voci di tutto rispetto fra cui spicca anche Paul Haddad, doppiatore americano di Leon S. Kennedy in Resident Evil 2. In definitiva, nonostante il gioco non presenti differenze rispetto alla sua controparte PC, il lavoro di porting svolto si attesta su livelli più che buoni.

Nonostante l’impegno profuso da questo talentuoso team di sviluppo, qualche ombra il progetto ce l’ha ed è da ricercarsi principalmente in un gunplay un po’ troppo ingessato e un rinculo di alcune bocche da fuoco dal look poco convincente. Altra nota dolente di questo ambizioso survival horror risiede nelle animazioni degli attacchi fisici e nelle espressioni facciali, che sembrano a volte provenire dalla scorsa generazione di console.

Tuttavia si tratta solo di piccoli nei, poiché Daymare: 1998 riesce a centrare perfettamente l’obiettivo che il team si era fissato, ossia omaggiare i survival horror del passato e in particolare quel Resident Evil 2 che è ancora il punto di riferimento per questa tipologia di giochi.

Daymare: 1998
Daymare:1998
Invader Studios centra il bersaglio omaggiando degnamente i classici del genere a cui si ispira. Se state cercando una nuova terrificante IP, con una bella e avvincente storia, allora Daymare: 1998 fa al caso vostro.
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Pro
Ottima Atmosfera
Sound Design ricercato e mai banale
Enigmi ambientali ben distribuiti
Contro
Gunplay a tratti farraginoso
Animazioni facciali legnose
7.5
Voto Finale