Coco: famiglia e musica nel nuovo film Pixar – Recensione

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Dopo una lunga attesa è arrivato in sala ieri il nuovo lungometraggio animato di Pixar, Coco. Progetto dalla lunga gestazione, la prima idea di Coco venne al regista Lee Unkrich nel 2011, periodo in cui venne stabilito a grandi linee il contesto della storia.

Unkrich era incredibilmente colpito dalla festività del Dia de  Muertos, il Giorno dei Morti, una ricorrenza particolarmente sentito dalla popolazione messicana. A fine estate del 2005 il film venne annunciato ufficialmente, e Unkrich iniziò a lavorarci in modo attivo dalla primavera dell’anno seguente.

La sfida più impegnativa era riuscire a ricreare l’atmosfera del Dia de Muertos, la sua anima colorata e l’importanza per la cultura messicana. Per non mancare questo obiettivo, Unkrich e la squadra di Coco hanno effettuato numerosi viaggi in Messico, prendendo familiarità con il contesto culturale, in modo da riproporlo al meglio nel loro film.

Ci saranno riusciti? Scopriamolo assieme!

È uscito ieri Coco, il nuovo film d’animazione prodotto da Disney Pixar!

Il film è ambientato in Messico, durante il periodo della festa Dia de Muertos. Il nostro protagonista è Miguel, un dodicenne con un’enorme voglia di diventare un musicista. I problemi però, sorgono quando viene presentata anche la sua famiglia composta da diverse generazioni.

Tutti i Rivera si mostrano contro la musica e tutto ciò che non sia il mercato della fabbricazione delle scarpe. Il ragazzino, deciso a portare avanti la propria passione anche dopo un duro scontro con la nonna capostipite della famiglia, decide di rubare la chitarra al suo eroe musicale, Ernesto de la Cruz, dal suo mausoleo al cimitero, per partecipare ad un concorso musicale nel Dia de Muertos.

Non appena lo fa però, viene spedito nel mondo dei morti, che proprio in occasione di quella ricorrenza si sovrappone a quello de vivi. Miguel comincia quindi il suo viaggio nell’altro mondo, decisamente pittoresco e molto colorato, proprio come la tradizione messicana descrive, per avere la benedizione dal proprio idolo de la Cruz, per tornare nel mondo dei vivi e cominciare finalmente la propria carriera da musicista.

Diversamente da quanto mi aspettavo, Coco non è esattamente un film per bambini.

C’è tutta una morale dietro ai mille colori e alle canzoni (forse un po’ troppo ripetitive) che credo non molti bambini abbiano capito, in sala.

Il tutto gira proprio intorno alla famiglia e ai propri cari, sia i defunti che i vivi, ma la vera morale viene svelata davvero solo verso la fine del film.

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Il ritmo è tutto sommato piacevole, la storia scorre liscia e senza grosse inceppature, nonostante un inizio un po’ lentuccio e non sfruttato nel modo migliore.

È pur sempre un cartone animato rivolto anche ad un pubblico molto giovane, quindi non ha bisogno di trame fitte o troppo complicate per interessare i propri spettatori. Certamente alcuni plot twist sono stati ben più che apprezzati, assieme anche ai momenti comici principalmente affidati ad un cane nudo di nome Dante, una sorta di amico/spirito guida del protagonista Miguel.

Le musiche ricordano ovviamente il Messico e l’atmosfera festosa che caratterizza le loro tradizioni e, nonostante questo film d’animazione fosse una via di mezzo con un musical, devo dire che non ne hanno inserite poi così tante da farti venir voglia di uscire dalla sala. Certo, alcune erano ripetitive e stucchevoli, ma in generale sono state dosate abbastanza bene per farle sopportare anche a chi non piacciono i musical.

L’unica nota veramente dolente di Coco è il corto animato di Olaf prima del film, non rimosso come annunciato da Disney giorni fa.

Ben venti minuti di scenette comiche forzate, canzoni e ancora canzoni intervallate da pochi dialoghi di qualche secondo, ci hanno sinceramente stremato prima del film, facendoci partire con un’asticella di aspettative e tolleranza abbastanza basse.

Non sono sicura fosse una strategia di marketing, ma di certo Le avventure di Olaf potevano decisamente fare a meno di accompagnare un film come Coco. Rimpiango il magnifico corto Paperman che aveva accompagnato la visione di Ralph Spaccatutto nel 2012, entrando nei cuori di tutti per la sua dolcezza.

Tirando le somme quindi, Coco è un bel film d’animazione, non eccelso forse come Up, ma nemmeno da scartare del tutto, con un bel ritmo e una storia che viene snocciolata costantemente durante la visione, senza mai eccedere o dare troppo poco.

Da guardare quindi almeno una volta, nonostante l’incipit del corto animato che stanca ed annoia abbastanza.