L’attacco dei giganti: Lost Girls 1 – Recensione

Francesco Benati Di Francesco Benati 8 Min di lettura

Vi presentiamo la recensione del primo volume di L’attacco dei giganti: Lost Girls, spin-off del fortunato fumetto scritto e disegnato da Hajime Isayama. L’opera è l’adattamento di un romanzo scritto da Hiroshi Seko, sceneggiatore della serie animata, per i disegni di Ryosuke Fuji.

Se c’è un prodotto che non ha bisogno di presentazioni, quello è L’attacco dei giganti, manga che nel giro di pochi anni è diventato un autentico fenomeno di costume, con varie ramificazioni della storia principali e una seguitissima serie animata, cui si è aggiunto anche un film live-action.

Lost Girls è lo spin off in due parti del celebre manga L’attacco dei giganti

Ciononostante, per chi ancora non lo conoscesse, ecco una breve sinossi dell’opera originale: siamo in un ipotetico Medioevo in cui l’umanità è stata quasi interamente sterminata dalla razza dei giganti, esseri colossali che vanno dai tre ai quindici metri d’altezza. I superstiti si sono rifugiati in un’area fortificata protetta da tre cinta di mura. Per circa un secolo, gli umani hanno conosciuto una relativa pace, ma un giorno appare un gigante colossale alto più di cinquanta metri che sfonda la cinta più esterna delle mura. L’intera area cade sotto il dominio dei giganti e agli esseri umani superstiti tocca rifugiarsi nella cinta centrale. Dopo cinque anni, tre ragazzi superstiti del massacro, Eren, Mikasa e Armin, sono entrati a far parte dell’esercito. Assieme ad altri compagni inizieranno l’opera di riconquista delle mura. Ma i misteri sono tanti e non tutti, fra gli umani, hanno interesse nella vittoria finale…

Da questo concept, come detto, sono nate numerose opere derivate, come il romanzo L’attacco dei giganti: Lost Girls che ora arriva nelle edicole e nelle fumetterie italiane in questo adattamento a fumetti in due parti. Le Lost Girls di cui parla il titolo sono Annie Leonhart e Mikasa Ackermann, due protagoniste fondamentali nel fumetto originale. Questo primo albo è incentrato però unicamente sulla figura di Annie.

Nel giorno prima della sua missione più importante, ad Annie viene affidato un nuovo incarico: quello di indagare sulla scomparsa di una ragazzina. Sulle prime sembra un incarico come tanti, addirittura una scocciatura per chi, invece, si trova a un passo dalla missione che le cambierà per sempre la vita. Col trascorrere delle indagini, Annie scoprirà che le cose sono molto più complesse di quanti sembrino e che dietro la facciata della rispettabilità spesso si nascondono le cose più losche e sporche.

attacco dei giganti lost girl 1 copertina

Facciamola subito brevissima: il volumetto è bello. Di più, è davvero interessante sotto più punti di vista. Innanzitutto è disegnato molto bene. Opinione comune, infatti, è che se Isayama è bravissimo nel tessere trame avvincenti e ricche di mistero, non è altrettanto bravo a renderle sul piano del disegno, il quale risulta spesso discontinuo e un po’ anonimo.

Discorso opposto per i disegni di questo albo, i quali, pur senza essere dei capolavori imprescindibili, si mantengono mediamente buoni per tutta la durata del volume e sono molto funzionali alla storia narrata. In particolare, Fuji si rivela abilissimo nella rappresentazione di Annie Leonhart, tratteggiandone con la sua matita tutta l’ambiguità cui il personaggio si porta dietro sin dalla sua primissima apparizione del fumetto originario, dimostrando di essere riuscito a centrarla sin da subito.

In secondo luogo, la vicenda narrata: siamo di fronte a una storia di stampo hard boiled, con tanto di riflessioni fuori campo alla Raymond Chandler (e se non sapete di chi si tratta, informatevi), totalmente aliena alle atmosfere classiche de L’attacco dei giganti. Anzi, diciamola tutta: in questo volume i giganti non compaiono (quasi) per nulla, quindi se vi aspettate di vedere gente divorata viva e sangue scorrere a fiumi, lasciate subito questo albo sugli scaffali della fumetteria in cui vi trovate. Qui, al contrario, l’autore ci porta nei bassifondi delle città degli esseri umani, mostrando un aspetto finora rimasto parzialmente inedito, ovvero quello della vita quotidiana all’interno delle mura.

attacco dei giganti lost girl 1 1

Dopo aver parlato degli aspetti più positivi di quest’opera, tocca inevitabilmente parlare anche di quelli negativi.

In primo luogo, una edizione italiana che più tirata via di così non si può: zero introduzione, zero editoriali, nessun indice, nessuna postfazione, giusto una paginetta con un pensiero, brevissimo, degli autori del volume.

Altro aspetto che, a parere di chi scrive, è negativo, è la parte finale condita di alcuni siparietti comici che stonano un poco con tutto il resto del volume. Sia chiaro, mai avuto nulla contro i siparietti comici, anzi, è solo che dopo un centinaio abbondante di pagine ad alto tasso drammatico con omicidi, traffico di droga e rapimenti, una chiusura con alcune scene realizzate utilizzando lo stile deformato tipico dei manga comici, mi è sembrato una forzatura esageratamente fuori luogo.

Infine, essendo uno spin-off, soffre di tutti i difetti degli spin-off: se si conosce la storia principale, allora è perfettamente leggibile e, anzi, offre una visione più completa di quello che, a parere di chi scrive, è il personaggio più interessante dell’intera serie. Se, al contrario, non si conosce il fumetto da cui è tratto, si può benissimo lasciarlo sugli scaffali. Non fraintendetemi, è sicuramente una lettura piacevolissima, ma è troppo dipendente dall’opera originale per poter essere abilmente fruito anche da un novizio. Purtroppo si tratta di uno di quei prodotti (uso questa parola non a caso) pensati e stimolati solo ed esclusivamente per il pubblico già fidelizzato e, soprattutto, molto nerd.

E questo per me è un fattore estremamente negativo. Un’opera derivata, prequel, sequel o spin-off che sia, deve essere comprensibile al 100% anche per chi non conosce la storia principale. E questa, purtroppo, non lo è. La speranza è che lo sia il prossimo volume, in uscita a Gennaio, con protagonista Mikasa.

Chiudendo, siamo di fronte a una bella storia meritevole di essere letta. A patto che siate già lettori ultra-fidelizzati de L’attacco dei giganti e che conosciate bene il mondo fittizio in cui si muovono i personaggi. Se lo siete, accaparratevi questo volume senza farvi troppi pensieri. Se non lo siete, il mio consiglio è di aspettare e di leggervi prima la saga originale.

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