Game of Thrones 7: Recensione del quarto episodio “Spoils of War”

spoils of war

Spoils of War, si presenta come l’episodio finora più epico e feroce di questa settima stagione

Attenzione! L’articolo che segue contiene spoiler!

Di questo Spoils of War, quarto episodio della settima serie di Game of Thrones, possiamo immediatamente affermare due cose, senza timore di venire smentiti da chicchessia: è stato il più chiacchierato e decisamente il più epico di tutti quelli visti finora.

Il più chiacchierato perché, come moltissimi di voi ben sapranno, la puntata è stata rubata dagli hacker e messa online prima del tempo. La notizia è logicamente rimbalzata in tutti gli ambienti frequentati dai fan della saga, e ovviamente in moltissimi ne hanno approfittato per una visione in anteprima “non autorizzata” rendendo, di fatto, vista la data di pubblicazione, questa recensione a bassissimo contenuto di spoiler. Lol.

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Dicevamo che Spoils of War è finora l’episodio più epico della stagione, perché mai?

Perché finalmente Daenerys abbandona ogni forma di prudenza e si lancia in un terrificante scontro a viso aperto con le armate dei Lannister reduci dalla presa di Alto Giardino: seguendo quanto le aveva consigliato Lady Olenna durante il primo episodio, Khaleesi finalmente è stata un drago!

Comunque, prima di partire per il campo di battaglia, la nostra biondissima regina ha anche il tempo di farsi quasi convincere dal buon Jon Snow sull’effettiva bontà dei suoi argomenti. Durante la scena in cui lui accompagna Daenerys nella caverna sulla spiaggia, per mostrarle l’ossidiana che vorrebbe estrarre e le antichissime pitture rupestri che testimoniano l’esistenza degli Estranei, e l’antica alleanza tra i Primi uomini e i Figli della Foresta, complice magari il delizioso visino affascinato della Madre dei Draghi e l’espressione furbesca del buon Jon, devo confessare di aver temuto che tra i due scoccasse una qualsiasi scintilla di romance, fosse anche solo un bacio.

Lo so, non si dovrebbero correre rischi a riguardo ma il pericolo fanservice è comunque dietro l’angolo, a maggior ragione che una storia tra Jon e Dany è acclamata negli ambienti fan da più di una stagione…

Pericolo di romance moleste scampato anche alle provvidenziali brutte notizie dal fronte, che fanno infuriare Daenerys molto più del dovuto e spingono la Regina a rendere pan per focaccia ai Lannister, andando apertamente contro i consigli, sempre molto assennati, di Tyrion suo Primo Cavaliere, a cui fa eco Jon, con una breve “lisciata” sul fatto che lei sia una sovrana diversa, una portatrice di civiltà, non di distruzione e bla bla bla.

Argomenti talmente tanto convincenti che la giovane Targaryen decide di fare una visitina a Jamie assieme a qualche migliaio di Dothraki e al suo cucciolo Drogon (ed era pure ora, aggiungiamolo!).

spoils of war

La scena della battaglia, oltre a essere il momento clou dell’episodio, credo sarà un vero momento cardine per tutta la saga, dato che alcuni personaggi ne escono sicuramente molto cambiati dentro, perlomeno sul fronte della fedeltà e delle convinzioni.

Se lo scontro parte come una normale battaglia campale, con l’esercito Lannister in posizione di difesa e i Dothraki che caricano come forsennati, apparentemente senza una strategia precisa, ma dannatamente pericolosi come i Sioux a Little Big Horn, l’apparire dei Draghi cambia tutto.

Non tanto l’esito della battaglia, che stava comunque volgendo a favore dei nomadi al servizio del’erede Targaryen, quanto sullo shock che la tremenda distruzione portata dalle belve volanti lascia in chi assiste, sia come telespettatore sia ai vari personaggi coinvolti.

Il folle Jaime, assassino del Re Folle

Se Game of Thrones ci ha ormai abituati a vedere scene truculente e fatti incresciosi, vedere Dragon in battaglia è davvero tutta un’altra cosa, motivo per cui, immaginiamo, siamo di fronte alla puntata più corta della settima stagione, le cui riprese avranno di certo pesato sul portafogli di HBO.

Durante i suoi devastanti passaggi radenti a bassa quota, vomitando fuoco e fiamme sugli sventurati fanti Lannister, trasformandoli in torce umane, Drogon si rivela una vera arma di distruzione di massa.

Mi ha colpito una scena in particolare, molto più dei cadaveri carbonizzati e della gente in fiamme in ogni dove: Dany, a cavallo di Drogon, attacca un’unità di lancieri, e questi poveracci, istintivamente, si riparano dietro i loro scudi, ovviamente inutili.

Mi ha colpito l’impotenza di questi uomini, davanti a un’arma così devastante. A un Dothraki puoi parare il colpo, e tagliargli la gola subito dopo. Ma contro questi mostri assassini? Nulla si può.

Nulla hanno potuto neppure le potenti balliste anti-drago volute da Cersei per l’evenienza: questa volta, troppo lente e micidiali solo in mano di gente davvero esperta, sono riuscite solo a ferire Drogon superficialmente, facendo incazzare come una iena sia lui che Daenerys, e poco ci manca che non fa alla piastra anche il coraggioso, ma davvero sprovveduto e stupido Jaime che, in un sussulto d’orgoglio, vedendo come il condottiero dell’opposto schieramento, che combatte assieme ai suoi, cerca di sfilare la lancia dall’ala di Drogon, si ricorda di essere colui che meschinamente colpisce alle spalle (vero Aerys Targaryen?) cercando di far fuori la nostra Dany. Solo che lei sta facendo il drago perchè è un drago, cosa che il nostro caro e folle Jaime non sembra essersi accorto.

Una piccola parentesi a questo punto è doverosa perché Spoils of War ci mette di fronte all’affinità tra Daenerys e Jon: la Madre dei Draghi non si tira indietro e scende personalmente in battaglia alla guida del suo esercito in sella al suo Drogon e il Re del Nord continua a mettere la salvezza del suo popolo e di tutti gli uomini davanti ad ogni personale rivendicazione o ambizione.

L’adagio che essere un leader è diverso da essere un capo è, in questo episodio, più che mai evidente: sii pronto in prima persona a batterti per ciò in cui credi, guadagnati il rispetto di chi ti segue e la gente combatterà con te e per te, per un ideale più alto a differenza di chi combatte per l’oro, la gloria o le ambizioni altrui. Missandei docet!

Come dicevo, questo massacro colpisce direttamente anche chi assiste alla battaglia nelle retrovie. Tyrion, oltre a essere preoccupato per la sorte del fratello Jaime, di fronte a tanta brutalità si ferma a riflettere.

A cosa stia pensando, non è dato sapere di precisione, ma sono pronto a scommettere che sta rivalutando l’appoggio a Daenerys che, come predetto da Jon Snow, non si sta dimostrando troppo diversa da sua sorella Cersei anche se, bisogna ammetterlo, Daenerys attacca una colonna armata di soldati invece di mettere a ferro e fuoco la Fortezza Rossa gremita di innocenti abitanti.

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Mentre a Sud si scannano, a Grande Inverno arriva finalmente Arya, che si riunisce alla sorellona Sansa e al suo sempre più enigmatico e inquietante fratellino Bran, o qualunque cosa sia diventato, comprese le sue sibilline frasi, come quella che dispensa ad un sempre più traballante Ditocorto, quando gli dice “Il caos è una scala!”, le stesse parole che l’infido Petyr Baelish aveva usato con Varys nel corso della terza Stagione.

Sansa trova Arya cambiata dalle varie peripezie che ha passato: lei stessa è profondamente diversa, ma davanti a lei vede comunque la sua sorellina un po’ maschiaccio, e non una letale e determinata assassina.

Quando Arya le parla della sua personale “lista” di gente da far fuori, Sansa si stupisce e quasi la prende in giro, “Tu hai una lista di persone da uccidere???”. L’espressione da “Bitch, please” con cui risponde Arya è da Oscar.

Comunque, le pedine stanno prendendo, nel bene e nel male, posto sulla scacchiera di questa nuova guerra. Molto però c’è ancora da sbrogliare prima di una qualche resa dei conti davvero risolutiva, e noi, dobbiamo aspettare ancora un’altra settimana!