Luke Cage, Marvel e Netflix conquistano Harlem

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Dopo Hell’s Kitchen e Daredevil, Marvel e Netflix ci offrono la chance di conoscere Harlem con una guida d’eccezione: Luke Cage

L’arrivo dei Difensori, il team up supereroistico di casa Marvel, è ormai imminente. Netflix, il servizio di streaming più amato del momento, è il canale su cui i quattro giustizieri urbani uniranno le forze, ma su cui ognuno ha già avuto modo di farsi conoscere (o ritrovare) con una propria serie. Qualche giorno fa abbiamo parlato del primo di questi serial, dedicato a Daredevil, ma oggi lasciamo Hell’s Kitchen per andare ad Harlem e conoscere Luke Cage.

É interessante notare che nelle intenzioni di Marvel e Netflix i protagonisti di questi serial siano figure ‘minori‘ della vasta famiglia della Casa delle Idee, ma che hanno in comune un tratto urbano che li distacca dai cinecomic che vedono come protagonisti Iron Man e compagni. Come per Daredevil, anche Luke Cage è perfettamente inserito nel MCU, il che lascia speranze di vedere anche i nostri urban heroes nel futuro Infinity War. Tratto distintivo dei protagonisti dei serial Marvel/Netflix è la ferrea unione fra protagonista e quartiere, un legame che li trasforma in guardiani della propria comunità. Se Daredevil è il Diavolo Custode di Hell’s Kitchen, Cage prende piano piano il ruolo di difensore di Harlem.

Harlem è il quartiere black per eccellenza, il fulcro dell’anima nera di New York, per decenni accusato di essere un covo di delinquenza che minava il buon nome della Grande Mela; Harlem ha saputo invece essere una delle più floride realtà culturali americane, basti pensare al Cotton Club degli anni ’30 o all’Apollo Theatre, due riferimenti che vengono citati spesso in Luke Cage. Questa anima viva e affascinante è la chiave di lettura di questa serie. Cage è il protagonista non tanto come personaggio dei fumetti, ma in quanto figlio di Harlem, una realtà difficile e contraddittoria, un DNA che l’eroe deve accettare, in un percorso che ha come guida l’amico Pop, figura fondamentale per Cage in questa prima stagione.

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Luke Cage non si tira mai indietro

Non è un caso che conosciamo Cage (Mike Colter) mentre lavora da Pop come garzone nella sua bottega di barbiere, perfetta incarnazione di un tempo che fatica a svanire, identità di un’America che non vuole svanire; Pop è l’unico a conoscere la vera storia di Cage, i suoi poteri e il passato tormentato che lo hanno caratterizzato. Come sua abitudine, il barbiere offre anche a Luke la possibilità di ricominciare, gli instilla il senso di comunità, di appartenenza ad un tessuto sociale in cui tutti devono proteggersi ed aiutarsi, opponendosi a criminali e difendendo i giovani che rischiano di prendere strade pericolose.

Ed è una battaglia pericolosa, come scopre Pop. La tragica fine del mentore di Cage coincide con la presa di coscienza definitiva dell’uomo sul proprio ruolo, quel famoso ‘Da grandi poteri derivano grandi responsabilità’, direbbe Ben Parker.

La battaglia di Cage nel voler ripulire Harlem è la macrotrama di questa prima stagione, una crociata che serve non solo alla comunità, ma anche allo stesso Cage per sentirsi parte di un qualcosa, di fare finalmente buon uso di poteri che non ha scelto di possedere-

Non esistono solo le armi e le minacce di Cornell Cottonmouth Stokes (un ottimo Mahershala Ali), ma anche le lusinghe e il populismo di sua cugina Maria Dillard (Alfre Woodard), la facciata più “pulita” della famiglia. I primi episodi hanno il sapore di una critica al sistema americano, la sfiducia di Cage a causa delle ingiustizie subite e il modo in cui i criminali sembrano riuscire ad agire impunemente sono incredibilmente ben costruite. In questo Cage ricorda molto alcuni dei temi visti in Daredevil, un background comune ai due metaumani impegnati a fronteggiare delle minacce più immediate come corruzione e malaffare.

Cage, proprio come Matt Murdock, è profondamente legato al proprio quartiere, lo sente come una sua responsabilità, e come il Diavolo Custode scopre presto che le capacità che lo rendono speciale possono esser facilmente annullate da un potere più subdolo e corrotto..

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Cottonmouth e Black Mariah, due storici nemici di Luke Cage

Luke Cage omaggia in modo netto blaxploitation, forse in certi punti esagerando (come l’abuso del linguaggio da strada comunemente associato agli afroamericani e il loro continuo negro), ma riesce a mantenere dei ritmi godibili, senza però avvicinarsi ad un’intensità emotiva che possa rivaleggiare con Daredevil. Come da tradizione, non dobbiamo cercare per forza una trasposizione fedele al personaggio dei fumetti, accettando che la fondamentale figura di Reva Connors venga adattata alla nuova trama, slegandola dal ruolo essenziale che ha nella vita fumettistica di Cage, dandole una figura tutto sommato secondaria

Se nei fumetti Cage e Stryker erano rivali per l’amore di Reva, nel serial si decide di dare un taglio quasi shakespeariano, trasformando il loro odio in un dramma famigliare. Questo richiede un cambio radicale nelle origini del personaggio, dato che Archie Goodwin aveva immaginato Carl Lucas (vero nome di Luke Cage) come figlio di un poliziotto, mentre nel serial Cage senior diventa un predicatore, che in un attimo di debolezza tradisce la moglie con la propria segretaria, concependo Styker; questa figura paterna complessa diventa la fonte del senso distorto di punizione divina che anima Diamondback e che rende difficile per Cage combattere il proprio fratellastro.

Pur essendo una radicale modifica di Cage, viene strutturata in modo da non cambiare il carattere del personaggio; il merito della produzione è proprio questo, adattare il personaggio alla nuova realtà del MCU mantenendo però le sue caratteristiche essenziali. Questo sforzo si vede nella lotta, scegliendo di dare a Cage uno stile da street fight, lasciandolo libero di mostrare la sua forza immensa.

Curiosamente, Luke Cage è dei serial Netflix quello che ha il maggior numero di riferimenti al MCU.

Oltre alla presenza di Claire Temple (Rosario Dawson) che unisce tutti  i serial, ci sono altri legami al mondo Marvel visto fin’ora e anche qualche anticipazione di cosa possa attenderci. Noi abbiamo trovato i seguenti:

  • la detective Mercedes “Misty” Knight è un personaggio che compare nel mondo Marvel, diventando la supereroina Misty Knight, nota per aver un braccio bionico omaggio delle Stark Industries dove aver perso il proprio durante il servizio; quando in Luke Cage la Knight viene ferita al braccio e rischia di perderlo, la sensazione è che il personaggio possa avviarsi verso la sua promozione a supereroe

  • Luke in diversi punti della serie risponde scocciato che lui non è in vendita, ironico pensando che è con l’amico Danny Rand crea la coppai degli Eroi in Vendita

  • Appena evaso da Seagate, ruba dei vestiti che curiosamente assomigliano alla sua divisa storica degli anni ’70

  • Il carcere di Seagate è dove viene rinchiuso anche Trevor Slattery, l’attore che si gine il Mandarino impersonato da Ben Kinglsey in Iron Man 3

  • Le armi speciali con cui viene ferito Cage sono prodotte dalla Hammer, l’azienda di Justin Hammer, interpretato da Sam Rockwell in Iron Man 2

  • Le armi della Hammer sono prodotte con il minerale alieno ricavato dai Chitauri abbattuti durante la Battaglia di New York vista nel primo Avengers

  • I riferimenti al primo Avengers sono presenti spesso nella serie

  • in un episodio sentiamo Trish Talks, il talk show radiofonico di Patrica “Trish” Walker, migliore amica di Jessica Jones

  • in più di un’occasione si fa riferimento alla caduta di Wilson Fisk vista nella prima serie di Daredevil

  • Claire Temple si offre di chiamare un suo amico avvocato per aiutare Cage con i suoi guai legali; ovviamente si parla di Matt Murdock

  • Claire nell’ultima puntata decide di prendere lezioni di arti marziali nella scuola di Colleen Wing; si tratta di una scuola in cui insegna anche Danny Rand (Iron Fist), mentre Colleen è amica di Misty Knight, con cui formerà la KnightWing Restorantions, agenzia meglio nota come “Le figlie del Drago”, per la loro bravure nelle arti marziali

  • Pop si riferisce spesso a Luke chiamandolo Power Man, il sorannome di Cage nei comics

  • Compare nuovamente Turk, il malvivente già visto in Daredevil

  • Luke non resiste alla tentazione di dire la sua tipica esclamazione Cristoforo Colombo durante la fuga da Seagate

Durante le riprese, Mike Colter ha scelto di indossare felpe e cappuccio, decisione presa per valorizzare il senso di appartenenza alla comunità afro, soprattutto per onorare la memoria di Trayvon Martin, giovane di colore ucciso da dei poliziotti proprio a causa di una felpa hoodie.

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Luke Cage contro Diamondback, la resa dei conti!

Luke Cage alla fine dei suoi tredici episodi ci lascia con un finale che apre ad un atteso seguito, ma soprattutto getta ulteriori legami al futuro Defenders e alla serie dedicata a Danny “Iron Fist” Rand; l’MCU di Marvel sta prendendo sempre più piede anche grazie alla sapiente gestione dei serial su Netflix, con la speranza che anche gli altri impianti dell’universo Marvel (i film e la serie Agents of SHIELD) vengano collegati in modo più organico a quanto vediamo su Netflix.