Tom Brevoort spiega perché Captain America non è un nazista

Tom Brevoort, vice presidente senior per le pubblicazioni dei comics di Marvel, è tornato nuovamente sulla rivelazione fatta nel numero uno di Captain America: Steve Rogers, cercando di spiegare perché Captain America non è un nazista. La vicenda sta avendo un enorme seguito, anche grazie all’interesse della stampa generalista, e in casa Marvel sembra abbiano bisogno di un’autopompa per gettare acqua sull’incendio scatenato da questa faccenda. È normale quindi che ogni giorno Brevoort se ne esca con un’intervista o una dichiarazione in merito. Ecco l’ultima fatta dall’editor:

Sapevamo che questa serie sarebbe stata importante e che avrebbe rappresentato uno shock per moltissimi, ma non avevamo previsto quanto le reazioni potessero dimostrarsi estreme ed estese. Quindi direi proprio che siamo stati presi alla sprovvista dalla risposta del pubblico. Quel che non mi sorprende è che alcuni non siano disposti ad accettare la nostra scelta. Non tutte le storie sono per tutti i lettori.

Captain-America-Steve-Rogers-2Tuttavia, dato che lungo la mia carriera ho visto capitare ogni sorta di evento a Cap, dovrei smettere di farmi cogliere alla sprovvista in generale. Quando lo abbiamo ucciso duranteCivil War, le reazioni non sono state molto diverse. Era solo il 2006 e internet non aveva lo stesso peso che ha ora, però. Anche allora, tuttavia, ci furono messaggi, lettere, mail, che non sono assolutamente diverse da quello che stiamo leggendo oggi.

Se guardiamo a un passato più recente, mi ricordo una storia in particolare scritta da Rick Remender in cui si mostrava un certo Sam Wilson dormire con una ragazza considerata troppo giovane, anche se il fumetto diceva altrimenti. Quindi, di che mi stupisco? L’attenzione nei confronti di Cap e le consequenziali opinioni sono sempre fortissime e controverse. In questo caso, due anni fa, fu tirati in piedi un gran vespaio, che interpretava erroneamente la storia, appositamente per creare polemica e gettare in aria opinioni di moralismo e bigottismo. Ma la gente era infastidita e non voleva far altro che gridarlo.
Il che è normale. Cap è una rappresentazione di un certo genere di ideali e ha un valore per la gente anche se non ne segue le avventure mese dopo mese. Ecco perché è così facile che alcuni si sentano in qualche modo oltraggiati dalle scelte narrative più coraggiose, anche solo leggendo le notizie che le riportano. Il fatto è che, in questo come in altri casi, proprio queste notizie, a mio modo di vedere, sono circolate e sono state scritte in modo da gettare benzina sul fuoco e generare il maggior grado di controversia possibile. 
C’è una parte del pubblico che oggi si lamenta della rivelazione su Cap che risponde esattamente a quello stesso meccanismo. Oltre a chi parla, tra i commentatori e gli utenti, del fatto che Cap è parte dell’Hydra o un nazista, due interpretazioni già azzardate, alla luce del fatto che la storia è ancora in corso e sarà molto lunga, c’è addirittura chi lancia accuse di antisemitismo, il che è ridicolo. Se leggessero davvero il fumetto che abbiamo scritto, saprebbero che non ve n’è traccia, come non c’era traccia di sesso con minorenni due anni fa. La cosa ha dato voce a un sacco di persone che non hanno nemmeno aperto mezza pagina dell’albo, convinte di sapere chi sia o cosa dovrebbe essere Capitan America, senza mai averne lette le storie.

E a chi ha accusato Nick Spancer di aver trasformato Captain America in un nazista, Breevoort ha così risposto:

Capitan America non è un nazista. L’ho già detto e lo ripeto: il numero #2 della serie darà molte spiegazioni, raccontando esattamente come e dove ci troviamo con il personaggio di Steve Rogers, perché e percome sia affiliato all’Hydra, cosa davvero significhi l’ultima pagina del primo albo. Capite però che, se da un lato devo calmare gli animi al riguardo, devo d’altra parte proteggere l’intreccio della storia che stiamo raccontando. Rispondere alle vostre domande potrebbe anticipare troppo. Comunque, l’intero Captain America: Steve Rogers #2 si concentra su di esse.

Converrebbe anticipare l’uscita del numero 2 di Captain America: Steve Rogers forse?