Yoshida Fire Festival, 100 torce in onore del Monte Fuji

Yoshida Fire Festival

Matsuri (祭): festa tradizionale generalmente di stampo shintoista, che rende omaggio ai kami (神dei e spiriti oggetto di venerazione), e che festeggia un evento stagionale o storico. Ogni santuario shintoista celebra il proprio matsuri, portando in giro per la città un carro allegorico su cui troneggia la statua del proprio kami. Oltre ad essere delle celebrazioni religiose, i matsuri sono anche delle importanti manifestazioni del retaggio culturale nazionale sopravvissuto ai secoli e alle contaminazioni esterne.”

Domenica 26 agosto a Fujiyoshida (富士吉田市) nella prefettura di Yamanashi (山梨県) circa 100 enormi torce sono state date alle fiamme durante lo Yoshida Fire Festival, uno dei tre principali matsuri giapponesi, per annunciare la fine della stagione di arrampicata di quest’anno sul Monte Fuji (富士山), che termina ufficialmente il 10 settembre.

Le torce, alte circa 3 metri e del peso di circa 200 chili ciascuna, fanno parte di un rituale tradizionale di preghiera in onore di Konohana Sakuya Hime per contenere le attività vulcaniche del Monte Fuji

Nella mitologia giapponese si ritiene che la dea Konohana Sakuya Hime, il cui nome significa “Principessa luminosa come l’albero fiorito”, abbia partorito tre bambini fra le fiamme e, per questo, occupa un posto di primo piano in qualità di divinità associata al fuoco a cui è affidato il sacro monte Fuji.

Le enormi torce vengono sempre collocate lungo una strada nazionale di Fujiyoshida che si ritiene fosse un’antica strada sulla quale viaggiavano coloro che andavano ad ammirare il Fujisan come luogo sacro.

Fujisan, non Fujiyama! Nonostante montagna si dica Yama (山), riferirsi al Monte Fuji con l’appellativo di Fujiyama è sbagliato. In giapponese il nome di questo monte si scrive, cioè con i kanji di ricchezza 富, uomo di valore 士, e montagna 山.
In questo caso, anche se 山 in genere si legge yama, per la combinazione di kanji si pronuncia in modo diverso, ovvero san, con lo stesso suono dell’onorifico che si usa verso le persone degne di rispetto, ma con tutt’altro significato.

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