The Perfection: orrore e perfezione su Netflix – Recensione

Di Manuel Enrico 7 Min di lettura

Le produzioni originali di Netflix in ambito cinematografico hanno sempre mostrato una debolezza: osare.

Pur tentando di creare film che potessero stupire lo spettatore (vedi Annientamento), Big N non ha mai davvero osato, ha avuto paura di trovare un filone narrativo e svilupparlo in una dimensione credibile ed appassionante.

Sarà per questo che vedere The Perfection è stata una sorpresa.

Netflix gioca la carta dell’horror con The Perfection, il suo film originale

Presentato inizialmente lo scorso ottobre al Fantastic Fest, The Perfection è arrivato nel catalogo Netflix lo scorso 24 maggio.

Si parlava di coraggio da parte di Big N, ma per quanto il colosso dello streaming abbia voluto osare ha cercato di non strafare, dimostrando di avere trovato, finalmente, una formula convincente per dare vita ad una storia appassionante.

Interessante che questa ricetta sia riuscita a produrre quello che viene presentato come un film dell’orrore, ma che si discosta dall’orrore becero costruendo un impianto narrativo fluido e chi si basa su sentori quotidiani che lo spettatore può comprendere facilmente, aumentando l’empatia tra i protagonisti e spettatori.

Charlotte Willmore, un tempo una delle migliori violoncelliste del mondo, decide di tornare nel mondo della musica dopo una decina di anni di assenza. Costretta ad accudire la madre in seguito ad un ictus, Charlotte ha sacrificato la propria carriera per stare al fianco della madre sino alla sua morte, avvenuta nelle prime scene del film.

Decisa a tornare a suonare, contatta il suo vecchio mentore, Anton, impegnato a Shangai per una manifestazione in cui la nuova star del violoncello, Elizabeth, deciderà chi sarà la nuova pupilla della prestigiosa accademia di Anton. L’arrivo di Charlotte, accolta con piacere da Anton e la moglie Paloma, organizzatori dell’evento e figura cruciali nella vita delle due protagoniste.

Anton e Paloma sono figure chiave per le due donne. Specialmente l’uomo, figura carismatica ed autorevole in ambiato musicale, erede di una dinastia di magnati che da sempre accoglie promesse della musica nella propria accademia. La stessa da cui si era ritirata Charlotte, per curare la madre, e di cui ora Elizabeth è il simbolo. Per Anton vedere assieme le due migliori artiste forgiate dalla sua accademia è un vanto, occasione perfetta per la seleziona della nuova vincitrice di una borsa di studio.

La sinergia tra le due donne appare inizialmente virare verso un contrasto, con Charlotte remissiva di fronte ad una Lizzie che ha raggiunto le vette del successo a cui lei ha rinunciato per la madre. Sino alla prima conversazione privata, in cui si scopre un reciproco rispetto ed un’affinità che, in breve, diventa un qualcosa di più intimo.

Il mattino seguente, dopo una notte di passione, le due donne decidono di partire per un viaggio alla scoperta delle campagne cinesi. Dopo un risveglio traumatico per un doposbornia tremendo, Charlotte e Lizzie si mettono in viaggio, nonostante Lizzie manifesti i primi segni di un malessere crescente. Durante il viaggio, questa malattia dilaga, dando il via a quello che diventa il crescendo angosciante che caratterizza The Perfection.

Sia chiaro, se cercate un film horror splatter e che punta tutto sulla violenza visiva, continuate a scorrere le offerte di Netlfix. The Perfection costruisce la propria valenza sulla pressione psicologica, affondando impietosamente le mani in contesti emotivi più che reali.

L’alchimia tra Charlotte (Allison Williams) e Lizzie (Logan Browning) è bene ideata, costruita partendo dalla rivalità femminile, toccando un erotismo lesbico appena accennato senza diventare morboso, lasciando che le due vivano un’esperienza disturbante e che fino all’ultimo non si riesce a interpretare completamente. Scelta ottima, visto che in diversi momenti gli eventi a cui assistiamo sembrano guidarci in una direzione, salvo poi sorprenderci improvvisamente con rivelazioni inattese.

Merito è della Williams e della Browning, che trovano una sinergia convincente, creando una coppia di donne disperate e lucidamente folli. Per gran parte del film ci viene lasciato intendere come ci sia una follia latente, lasciando che tutta l’orrore ci arrivi sottoforma di angoscia e inquietudine. Allison Williams, in particolare, offre un prova incredibile, fatta di sottigliezze e di piccoli dettagli, che durante la visione lasciano intendere come non tutto sia realmente come appare, giocando abilmente con lo sguardo e le microespressioni facciali.

Richard Shepard è sia regista che co-autore della sceneggiatura, un doppio ruolo che gli consente di interpretare al meglio le identità narrative di The Perfection. L’orrore non deve esser obbligatoriamente qualcosa di avulso e mostruoso, ma si può nascondere nella vita quotidiana, come l’ossessione per la perfezione inculcata ai nostri figli, la difficoltà nel riconoscere problemi e disagi interiori sino alla loro esplosione.

Shepard ammansisce tutte queste suggestioni, muovendo la camera in modo da cogliere ogni espressione delle due protagoniste, valorizzandone il complesso percorso emotivo, travolgendo lo spettatore. Geniale l’idea di arrivare a punti in cui l’orrore sembra diventare fisco e riavvolgere (letteralmente) il nastro, dandoci la corretta chiave di lettura degli eventi, cambiando la prospettiva e scavando in modo feroce nella verità.

Merita una considerazione speciale il rapporto tra immagine e musica. Ambientato nel modo della musica classica, The Perfection attinge a piene mani da questo genere (con una predilezione per Mozart), ma la colonna sonora è sempre in perfetta sintonia con il tessuto emotivo della vicenda, ne diventa parte e la rende ancora più appassionante.

The Perfection è, finalmente, una produzione originale Netflix che, pur non toccando alte vette di cinema, riesce a mostrare una propria identità, non ha paura di rischiare nel creare angoscia e inquietudine, regalando allo spettatore un nuovo modo di intendere l’orrore.

Condividi questo articolo