Philip K. Dick’s Electric Dreams, la serie di Amazon ispirata ai racconti di Dick, è un esperimento piuttosto complesso e piuttosto complicato da valutare. Il primo scoglio è il saper valutare con una certa serenità il lavoro svolto dagli autori degli adattamenti che hanno dato vita agli episodi della serie. Portare nel 2017 lo spessore e le tematiche affrontate da Dick negli anni ’50 non è un’impresa semplice, soprattutto considerando la dialettica non sempre facile tipica dello scrittore americano.
Era inevitabile che alcuni aspetti della narrazione di Dick venissero adattate al gusto moderno, con una certa libertà che li rendesse più appetibili ad un pubblico attuale e abituato ad una tipologia di racconto differente. Alcuni di questi autori hanno scelto di stravolgere lo spirito essenziale di questi racconti, come nel caso di Safe & sound, mentre altri hanno saputo adattare alla perfezione l’opera originale di Dick al media televisivo.
Philip K. Dick’s Electric Dreams riesce a mostrare un’incoraggiante aderenza allo stile narrativo di Dick con Father-Thing
Michael Dinner ha scelto di lavorare su La cosa-padre, short story di Dick in cui la sua classica tematica dell’identificare cosa ci renda umani si intreccia con le relazioni famigliari. Al centro della storia abbiamo un’invasione silenziosa che sconvolge la vita di un ragazzino, che si trova a dover fronteggiare una situazione incredibilmente più grande di lui, che rende pericoloso il rifugio per eccellenza: la propria famiglia.
Dinner ha saputo rendere omaggio alla dialettica di Dick adattando una storia che, in un certo senso, si sposa alla perfezione con quello che è il gusto attuale delle serie TV attuali. L’originale letterario era studiato al meglio per trasmettere un senso di terrore fantascientifico che si sposa alla perfezione con il media televisivo e cinematografico, grazie ad una narrazione basata su una sensazione in un certo quotidiana facilmente assimilabile.
Mettere al centro dell’attenzione un trio di giovanissimi adolescenti è una scelta superlativa. La loro fantasia ancora sufficientemente sgombra da pensieri adulti li rende perfetti per divenire i protagonisti di una storia in cui la fantascienza si inserisce nella vita reale con una sottigliezza ben congeniata. La narrazione di Moore e Dinner si sviluppa con il ritmo ideale per valorizzare il rapporto padre-figlio che è alla base di tutto il contesto emotivo della storia. La devozione e l’affetto di Charles per il padre Ted è presentata in modo rapido ma non approssimativo, ritraendo una passione comune come il baseball o momenti di affetto come una notte in tenda. Al contempo vengono mostrati i punti essenziali della storia, con i primi elementi di quello che diventerà il punto di svolto della trama.
Dinner cura anche la regia, cercando di valorizzare al meglio il forte impatto emotivo della storia. L’idea dell’invasione silenziosa, della sostituzione non è particolarmente innovativa all’interno della fantascienza, ma in questo episodio di Philip K. Dick’s Electric Dreams riesce a non perdere di intensità grazie alla valorizzazione emotiva dell’elemento narrativo. Il sottile velo di tensione, impreziosito dalla colonna sonora, riesce a mantenere alto il livello di coinvolgimento dello spettatore, grazie anche alla recitazione dei giovani attorie, capaci di offrire una convincente riproduzione delle dinamiche giovanili, compresa la figura dello spaccone.
Il finale del racconto era piuttosto netto nei confronti della trama, ma questo episodio preferisce lasciare una certa ansia nello spettatore, con un’apertura che può esser intesa come una fantasia adolescenziale o una missione che i tre giovani, in particolare Charlie, sentono ormai come un dovere.
Da un punto di vista del rispetto del materiale originale, Father-Thing è forse l’episodio più vicino alla concezione di Dick della narrazione, con un adattamento che riesce a conciliare l’aderenza al racconto con la necessità di offrire un prodotto convincente al nuovo pubblico delle serie TV.