Milo Manara: “se Caravaggio fosse ancora vivo, sarebbe un regista!”

Nella giornata di ieri, presso una delle sale della Pinacoteca di Brera a Milano, Panini Comics e il Maestro Milo Manara hanno presentato il secondo volume della graphic novel dedicata al genio di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

Quanto segue è un piccolo resoconto delle due ore passate in compagnia di un Titano del fumetto e dell’arte.

Sta per uscire nelle fumetterie “Caravaggio – La Grazia” secondo volume della biografia a fumetti del pittore ad opera di Milo Manara

Dopo il trionfo editoriale e di critica del primo volume “Caravaggio: La tavolozza e la spada“, Manara è tornato sulle tracce di quello che, a detta di molti e anche di chi vi scrive, è il più grande pittore mai vissuto.

Lo ha fatto dando alla storia del Merisi un taglio personale, ma immergendola in un rigoroso lavoro di ricerca storiografica che ha occupato molto del tempo del Maestro altoatesino e che ha dato, infine, ancora una volta i suoi frutti.

Sono pochissimi, a detta di Manara stesso, i dettagli del romanzo grafico nati unicamente dalla fantasia della leggendaria matita nata in provincia di Bolzano.
Fra questi, non poteva essere altrimenti, la sensuale e determinata figura di Ipazia: una giovane e conturbante saltimbanca che svolge il ruolo di Madonna protettrice laica del pittore, oltre che d’ispirazione “blasfema” per La Maddalena in Estasi, opera portata a termine durante il periodo di latitanza del Merisi, successivo all’omicidio di Ranuccio Tommasoni.

Sono invece più reali di quanto si sia mai saputo finora, i fatti narrati da Manara riguardanti gli ultimi anni di vita del Caravaggio presso l’Isola di Malta.
Si scopre infatti che l’episodio che avrebbe portato il pittore lombardo nelle tremende galere maltesi, fu probabilmente montato ad arte per screditarlo.
Vi lascio il piacere di leggere la storia e confrontarla con quanto si è sempre pensato, anche per evidenziare il già citato straordinario lavoro di ricerca di Manara.

Un uomo in cerca disperata di una luce, o di una “grazia” che non arriverà mai

Il Caravaggio di Manara è tutto quello che ci si aspetterebbe e anche di più.
Geniale, tormentato, iroso, passionale, onesto ed avventato; con un coraggio che non si esprime solo nelle risse da taverna colme di ubriachi, ma anche in scelte artistiche avventurose per l’epoca.

Manara, nella conferenza, ha posto in particolare l’accento su alcune delle caratteristiche che ha voluto imprimere nel suo Merisi.

Il coraggio di “provocare” anche quando si ritrova ad eseguire delle commissioni per personaggi importanti della politica e della curia, nello specifico alcune delle sue gigantesche pale d’altare dipinte solo a metà.

Esempio plausibile è “San Matteo e l’angelo” dove ad essere realmente “dipinti” sono solo i due protagonisti del titolo.
Il resto della pala, infatti, viene completamente coperta di pittura nera dal Merisi, in un atto che nessuno, prima di lui, aveva avuto il coraggio di fare.
Ma non è solo provocazione quella di Caravaggio e Manara lo sa bene.
L’oscurità che permea le sue opere è quella stessa deriva umana che la sua anima subisce.

Tanto più la storia di Merisi si sviluppa, tanto l’agognata “Grazia” gli si allontana inesorabilmente.
Ecco che quindi la sua arte inizia a riflettere ciò che la sua interiorità gli fa sentire e lo fa “oscurando” la luce e la misericordia dalle sue opere.

Veniamo infatti a sapere tramite la narrazione a fumetti che nel celebre “La Cena di Emmaus” (per la precisione, nell’esemplare conservato proprio presso la Pinacoteca di Brera) tutta quell’oscurità che circonda il Cristo e i due discepoli un tempo era spezzata da una finestra luminosa, prontamente e spietatamente coperta di nero da Caravaggio.
Una finestra che, caso più unico che raro nell’opera di Caravaggio, incorniciava un paesaggio colmo di quello che potrebbe essere definito solo come “il bello“.

Anche il Cristo rappresentato nel quadro è un Gesù profondamente diverso rispetto a quello della prima versione dell’opera, conservata presso la National Gallery di Londra.
Un uomo stanco, ferito e spossato, ripreso nell’atto di andarsene e circondato da poco cibo, poche cose e pochissime persone; oltre che avvolto nell’oscurità.

Un tema ricorrente nel corpus caravaggesco, come sottolineato con maestria sia nel fumetto che nella conferenza da Manara stesso.

Caravaggio, secondo Manara, avrebbe avuto tutt’altra occupazione se fosse nato qualche secolo dopo

Come affermato nel titolo del pezzo, il fumettista di Luson si è detto, durante l’incontro, fermamente convinto che il Merisi, al giorno d’oggi, si sarebbe potuto grandemente distinguere come regista; in virtù di un eccezionale talento nel narrare per immagini che la sua pittura esprime.

Anche grazie al graditissimo intervento d’apertura di James Bradburne, direttore della Pinacoteca e insospettabile alfiere del fumetto come forma d’arte altissima e assoluta, la giornata di oggi ha espresso, nelle parole e nei segni di due geni (Caravaggio e Manara), le potenzialità sublimi della nona arte.

I quadri di Caravaggio, secondo Manara, raccontano per immagini una storia; non sono statici, non sono chiusi in un loop visivo-narrativo, ma sono dei veri e propri antesignani della vignetta in quanto medium circoscritto in grado di elevare un’immagine al rango di “narrato”.

E proprio con un accenno al cinema e alle sue sirene si è chiusa la conferenza.
In risposta alla domanda di uno dei giornalisti presenti, riguardante la possibilità di una trasposizione televisivo-cinematografica della sua opera sul Merisi, Manara ha risposto con grande ironia, sottolineando come il mondo del cinema sia spesso foriero di richiami dall’indubbio appeal, ma che ancora più spesso si rivelano come infondati o peggio (una risata sommessa di molti degli occupanti della sala ha immediatamente fatto pensare a vicende recenti).

Manara ha anche aggiunto, con un tono più serio, che le proposte ci sono (una addirittura dagli Stati Uniti) e che lascerà che vengano valutate da chi, per lui, si occupa di tali faccende.

Che dire, sarebbe bello vedere al cinema un qualcosa di rispettoso dedicato all’opera in questione, ma se fossi in voi non tratterrei il fiato nell’attesa.
Soprattutto perché, ahimè, per ovvi motivi non potrà essere Caravaggio a dirigerla.

Caravaggio – La Grazia è già disponibile presso tutte le fumetterie e le librerie in tre versioni, edito da Panini Comics con l’etichetta 9L:

Regular – cartonato classico (23,5X33,1 cm) 64 pagine al prezzo di 16,90 euro
DeLuxe – cartonato di lusso (29X38 cm) 80 pagine con inserti in tela ad effetto rilievo, 59 euro
DeLuxe limitata con stampa autografata – cartonato deluxe (29X38 cm) con inserti in tela e stampa autografata dal Maestro, edizione limitata a soli 1000 esemplari al prezzo di 99 euro.