Sab 27 Luglio, 2024

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La sonda solare Parker stabilisce il nuovo record di velocità nello spazio

Secondo quanto riportato dalla NASA, la sonda solare Parker ha stabilito, pochi giorni fa, il nuovo record assoluto di velocità per un oggetto costruito dall’uomo nello spazio: durante il flyby del 21 Novembre, Parker Solar Probe ha raggiunto l’incredibile velocità di 163 kilometri al secondo!

La sonda Parker ha così migliorato il record precedente da essa stessa detenuto e, se la missione continuerà secondo i piani, anche quest’ultimo primato non è destinato a durare: vediamo perché.

La sonda solare Parker scrive un nuovo record di velocità nello spazio

Parker è la prima sonda creata appositamente dall’umanità per lo studio di una specifica stella, il nostro Sole, in questo caso. Lanciata nell’agosto del 2018, la sua missione è destinata a durare 7 anni. La sonda dovrebbe effettuare 24 orbite solari e, durante i prossimi perieli (cioè i momenti di massima vicinanza al Sole), potrebbe migliorare ulteriormente i propri record precedenti.

Meno scenografico, ma più interessante a livello scientifico, è certamente l’altro record che la sonda ha recentemente abbattuto: quello della vicinanza alla superficie del Sole. Parker è passata a “soli” 8,5 milioni di kilometri dalla superficie solare; per avere un riferimento, la Terra orbita a poco meno di 150 milioni di kilometri.

Ma, come detto, questi record non sono destinati a durare. Durante la ventiduesima orbita, che è prevista per il 24 Dicembre 2024, Parker passerà a 6,2 mlioni di kilometri dalla superficie solare, in piena fotosfera, ad una velocità stimata di circa 192 kilometri al secondo! Questo poiché, molto semplicemente, un oggetto in movimento orbitale viaggia molto velocemente nel punto di massima vicinanza con il corpo attorno a cui orbita, e minore è questa distanza, più velocemente si muoverà!

Le finalità scientifiche più rilevanti di questa missione sono ovviamente quelle di conoscere meglio il nostro astro. All’atto pratico, i dati raccolti da Parker Solar Probe potrebbero aiutarci a capire (ed eventualmente prevedere) le tempeste solari, gli stessi fenomeni che danno origine alle aurore boreali ma che, crescendo in intensità, potrebbero danneggiare seriamente tutta l’infrastruttura umana basata sull’elettricità.

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