Il Canto dei Dannati: la magia delle immagini e il fascino delle parole – Recensione

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Nella casa del Padrone / venni a rendere le messi

Il Canto dei Dannati è una graphic novel edita da Ali Ribelli Edizioni che unisce il testo poetico di Jason R. Forbus alle magiche illustrazioni di Boris e Daria Sokolovsky (Theoretical part).

In realtà, definire Il Canto dei Dannati una graphic novel non sarebbe completamente corretto, il termine più appropriato è graphic poem in quanto il volume unisce le immagini a una fantastica e visionaria poesia evocativa.

Se amate le atmosfere di fine Ottocento, le tinte dark e le ambientazioni delle poesie di Edgar Allan Poe, allora non rimarrete delusi da questo mondo onirico rievocato da una delicata poesia.

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Il viaggio de Il Canto dei Dannati

Il volume è un viaggio poetico all’interno di un contesto onirico dalle tinte gotiche.

Il testo racconta di un viaggio verso la casa del Padrone. Il protagonista viene accolto all’ingresso da un corvo antropomorfo e continua il suo lugubre cammino all’interno della magione, dove lo attendono facce prive di espressioni, ossa, risa di donne spettrali.

Il percorso porta alla stanza dove si trova il Padrone, luogo dal quale si ode musica lugubre e passi di danza. Infine il protagonista entra nella stanza dell’orologio, l’ora delle messi rintocca e l’uomo s’inchina.

Solo dopo quel gesto, dopo l’inchino, il servo si rende conto che il Padrone non c’è mai stato. Così, cantando un sermone di dolore e rabbia, il protagonista si rialza, la casa del Padrone cade in rovina davanti ai suoi occhi e l’uomo prende di nuovo la via di casa.

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Un testo, molti significati

Ho riletto più volte Il Canto dei Dannati e la cosa estremamente affascinante del testo poetico è la sua capacità di dare sfumature di significato diverse ad ogni lettura, ad ogni nuovo sguardo sul quel magico mondo.

Il Canto dei Dannati racconta di quello che che sembra essere il viaggio di un uomo in un mondo oltre il mondano, oltre la vita stessa. Quello che il protagonista trova nel suo viaggio risponde a tutti i canoni e a tutte le tipiche metafore sul mondo dopo la morte che la letteratura ci ha sempre regalato: la casa abbandonata, la presenza dei corvi, l’ambiente dai contorni sfumati e lugubri.

Un aspetto molto interessante del testo è, infatti, il suo legame nei confronti della letteratura di fine Ottocento. Il forte debito verso la poesia di Baudelaire e Poe è chiaro e confermato a più riprese nel testo. Non solo c’è la forte presenza degli immancabili corvi, ma questi a un certo punto dicono al protagonista: “È tardi, è tardi”. Come non ricordare il classico Nevermore del corvo di Poe: “Mai più”?

Insomma, le citazioni si sprecano, ma questo, invece che essere un deterrente per la lettura, è un fantastico omaggio per nulla banale e mai ripetitivo.

Il Canto dei Dannati è infatti molto di più di un testo citazione, ma un viaggio verso la consapevolezza della libertà. Il protagonista infatti è un servo, un servo che giunge nella magione del padrone per rendere le messi. È sottomesso, con lo sguardo basso e intimorito.

Alla fine del percorso però il protagonista si rende conto che non si sta inchinando di fronte a nessuno, è da solo e tutte le solide fondamenta della casa del Padrone crollano immediatamente.

Non volendo dimenticare i moltissimi riferimenti ai mondi dell’oltretomba che si trovano nella graphic poem, non possiamo fare a meno di pensare che sì, si tratta di un viaggio ultramondano, oltre la vita, e che uno dei significati che vuole trasmettere il testo sia proprio questo: per tutta la vita crediamo di essere asserviti a un padrone che identifichiamo con la Morte stessa, ne siamo ossessionati in vita e spaventati anche quando la nostra ora giunge.

Ma non siamo assoggettati a nessuno, non vi è nessuna oscura presenza nella stanza dell’orologio. Siamo liberi e non dobbiamo temere nessuna oscurità, cantando e riprendendo la via di casa anche quando arriverà il momento di rendere le messi e rendere conto delle nostre azioni.

Una poesia di immagini

Impossibile non fare una menzione speciale al fantastico apparato di illustrazioni presente nel libro.

Il Canto dei Dannati non è semplicemente un testo poetico le cui parole sono trasformate anche in illustrazioni. Le immagini raccontano una loro propria storia, non diversa, ma una storia parallela che arricchisce il testo di nuovi misteriosi significati allegorici ed esoterici. Le tinte sono lugubri, in un perfetto stile gotico fatto di simboli e dettagli.

Non potrete far altro che restare affascinati da queste illustrazioni: i dettagli e il tratto del disegno rendono Il Canto dei Dannati un vero piccolo gioiello per gli amanti del genere.

A parer mio l’illustrazione che rende più l’idea del perfetto connubio tra immagini e poesia è quella raffigurante il ballo e la figura del Padrone.

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Una lettura fin troppo breve per un libro che sa davvero trasportare in un altro mondo!

E io, io che ero andato / per rendere le messi / ripresi la via di casa con un canto