Sab 5 Ottobre, 2024

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I Cavalieri dello Zodiaco Netflix: Toei rompe il silenzio sulla questione Andromeda donna

Saint Seya: I Cavalieri dello Zodiaco, il remake in CGI del celebre anime anni ’80 realizzato Netflix, ha debuttato sul catalogo del colosso dello streaming da poco più di una settimana, il tempo sufficiente affinché l’ennesima pioggia di critiche si riversasse sulla nuova produzione della N rossa.

Uno degli aspetti più controversi del remake, che i fan della serie anime classica tratta dal manga di Masami Kurumada proprio non riescono a mandar giù, è stato quello del cambio di sesso di Shun di Andromeda, il cavaliere dell’omonima costellazione che da ragazzo gentile e dai tratti androgini, è stato fatto diventare una ragazza, Shaun.

Toei Animation dice la sua sulla questione Andromeda donna nella serie Netflix de I cavalieri dello Zodiaco

Nel corso di un evento stampa Toei Animation, lo studio di animazione giapponese che detiene i diritti del franchise e che ha supervisionato anche questo remake a stelle e strisce de I Cavalieri dello Zodiaco, ha rotto il silenzio sulla questione Andromeda donna e su altri aspetti della produzione Netflix:

Quando abbiamo pubblicato il primo trailer abbiamo avuto molti feedback negativi dai fan. Ma quello che possiamo dire è che prima di apportare questo cambiamento al personaggio abbiamo discusso molto sulla possibilità di rendere Shun una ragazza in maniera tale da avere un maggiore numero di personaggi femminili nella storia.

Abbiamo preso in considerazione tutti gli scenari possibili e le reazioni dei fan di Shun di Andromeda, consultato i doppiatori e anche i distributori internazionali e, nonostante un bel numero di riunioni, non siamo riusciti a venirne a capo.

Quindi abbiamo passato la questione agli artisti coinvolti, agli sceneggiatori e ai licensor, e infine in Toei abbiamo decisione di trasformare il cavaliere di Andromeda in una ragazza: Shaun.

Non è stata una decisione presa con una votazione a maggioranza, ma è stata una scelta dettata da ciò che vogliamo trasmettere alla nuova generazione di fan.

È un passo importante che abbiamo deciso di fare con consapevolezza, anche se la reazione dei fan non è stata delle migliori.

Pare alquanto strano come in Toei, in fin dei conti, abbiano “deciso di non decidere”, lasciando che sulla questione Andromeda donna intervenissero artisti, scrittori e detentori dei diritti della nuova produzione, prestando il fianco alle aspirazioni e alla voglia di “farsi notare” per qualcosa di diverso con l’obiettivo di differenziarsi, volente o nolente, dalla saga originale.

Yoshiharu Ashino, regista dello show, ha tenuto a ribadire come il cambio di sesso non ha avuto nessuna influenza sulla storia:

Seppur passando da Shun a Shaun, il ruolo del personaggio non è cambiato e, invece di essere il fratello minore di Ikki di Phoenix (uno dei villain di questa prima parte della serie TV) è semplicemente la sorella, con la dinamica dei loro rapporti interpersonali che non cambia.

Rimane questa relazione tra fratelli e con i loro amici, stiamo solo guardando la cosa da un’angolazione diversa.

 

Dunque il cambio di sesso è avvenuto, in fin dei conti, percorrendo la solita strada del politically correct, logica che ha di fatto sminuito l’importanza di un personaggio fondamentale come Shun di Andromeda, caratterizzato da una grande sensibilità e purezza d’animo che avevano un senso per il personaggio in quanto uomo.

Anche il rapporto con il fratello maggiore Phoenix orbitava proprio su questa apparente fragilità emotiva di Shun a cui faceva da contraltare la determinata e risoluta veemenza di Ikki, sempre pronto ad aiutare il fratello ma costantemente indisposto dalle debolezze e dal buon cuore del fratello minore.

Voi cosa ne pensate? Avete già visto Saint Seya: I Cavalieri dello Zodiaco? Io l’ho mollata dopo la prima puntata quasi innervosito e indispettito dalla fiacchezza e dalla banalità dei dialoghi, deluso da questa imperante voglia di semplificare sempre tutto, al fine di rendere la saga de I Cavalieri dello Zodiaco forzatamente “accettabile” da tutti, anche da quella fetta di pubblico che non ha un vero interesse per l’essenza stessa della saga che tutti conosciamo.

Fonte: UOL

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