Mar 30 Settembre, 2025
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Guillermo del Toro aggiorna sul film de Le montagne della follia: “Troppo grande, troppo folle, troppo vietato ai minori”

Quando si parla di progetti maledetti di Hollywood, ci sono poche storie affascinanti quanto quella di Le montagne della follia, l’adattamento che Guillermo del Toro avrebbe voluto portare sul grande schermo a partire dai primi anni 2000. Oggi il regista premio Oscar ha offerto un aggiornamento che sa di addio: dopo anni di tentativi, la sua versione del romanzo di H.P. Lovecraft non vedrà probabilmente mai la luce.

Una carriera segnata dai sogni incompiuti

Hollywood è piena di progetti rimasti bloccati in quello che viene chiamato development hell. James Cameron ha atteso oltre dieci anni per realizzare Avatar, mentre George Miller ha visto Mad Max: Fury Road restare in sospeso per anni. Guillermo del Toro non fa eccezione: i suoi film mai realizzati sono talmente numerosi da meritare addirittura una pagina dedicata su Wikipedia.

Parlando con Empire in occasione del lancio imminente del suo nuovo Frankenstein su Netflix, del Toro ha ammesso che i progetti più vicini al suo cuore erano proprio Pinocchio in stop-motion e Le montagne della follia. Se il primo è stato realizzato e ha ottenuto grande successo, l’altro resterà probabilmente un sogno irrealizzato.

“L’unico che rimane nella mia lista dei desideri, e che credo resterà lì per sempre, è Mountains. È troppo grande, troppo folle, troppo vietato ai minori, immagino. E per essere del tutto sincero, non so nemmeno se voglio più farlo dopo questo,” ha dichiarato il regista.

Le Montagne della Follia

La chiusura di un ciclo creativo

Per del Toro, non si tratta soltanto di difficoltà produttive. Il regista ha spiegato che Frankenstein rappresenta per lui la conclusione di un percorso artistico che affonda le radici nei suoi film più amati. “Se guardate la linea che va da Cronos a La spina del diavolo, da Il labirinto del fauno a Crimson Peak fino a Frankenstein, si tratta di un’evoluzione di un certo tipo di estetica, di ritmo e di empatia. Sento di aver bisogno di un cambiamento.”

Con queste parole, del Toro sembra voler mettere un punto a un capitolo della sua carriera per aprirne un altro. Le montagne della follia, dunque, non è solo un progetto mancato: è diventato simbolo di un’ossessione che il regista sembra finalmente pronto a lasciarsi alle spalle.

Il romanzo e la lunga gestazione del film

Pubblicata nel 1936, la novella di H.P. Lovecraft racconta di una spedizione dell’Università di Miskatonic in Antartide che porta alla scoperta di creature mostruose e di un’antica razza aliena, precedente all’umanità stessa. È una delle opere più ambiziose dell’autore e un esempio di horror cosmico perfettamente in linea con l’immaginazione oscura di del Toro.

Il progetto ha rimbalzato per anni tra Warner Bros. e Universal, senza mai arrivare in produzione. A un certo punto persino Tom Cruise era stato associato al film come possibile protagonista. Quando il regista ha firmato il suo accordo con Netflix, Le montagne della follia è stato uno dei primi progetti proposti alla piattaforma, ma anche in quel caso il problema principale è rimasto il budget.

Il film avrebbe richiesto effetti speciali pratici imponenti, set di enormi dimensioni e un uso massiccio di CGI. Il tutto con un costo superiore ai 100 milioni di dollari e un rating vietato ai minori, due fattori che avrebbero limitato il potenziale al botteghino. Per gli studios, l’investimento non è mai apparso sostenibile.

Un assaggio di ciò che poteva essere

I fan hanno avuto solo un piccolo assaggio di quello che il film avrebbe potuto offrire quando del Toro ha diffuso un test VFX, con creature spaventose e scenari da incubo. Quella clip è stata per molti un’occasione amara: un ricordo di quanto vicino il progetto fosse arrivato alla realizzazione e di quanto grande fosse il suo potenziale visivo.

Del Toro ha anche accennato alla possibilità, un giorno, di pubblicare il vasto archivio di concept art e materiali di sviluppo accumulati negli anni. In questo modo, anche senza un film vero e proprio, il pubblico potrebbe esplorare la sua visione per l’opera di Lovecraft. Sarebbe un regalo prezioso per i fan dell’horror e per chi segue da tempo i progetti del regista.

Per ora, Le montagne della follia resterà sepolto nei ghiacci dell’Antartide letteraria. Del Toro, invece, si prepara a chiudere con Frankenstein un ciclo creativo iniziato oltre trent’anni fa, per aprire nuove strade nel suo percorso artistico.

Nonostante il rammarico, resta la certezza che l’immaginario di Lovecraft e quello di del Toro continuano a influenzarsi a vicenda, alimentando un dialogo che forse un giorno troverà nuove forme.