A Taiwan le gru pesca peluche contengono ragazze in bikini!

Di Salvatore Miccoli 3 Min di lettura

Alzi la mano chi ha tentato, almeno una volta nella sua vita (magari imprecando in aramaico antico), di vincere un tenero pupazzetto giocando con una gru pesca peluche, i giochi mangiasoldi con delle teche in plexiglass piene di morbidi peluche, che di solito si trovano negli atrii dei centri commerciali, dei cinema o nei pressi dei Luna Park.

Vi vediamo lì a cercare di fare i fighi e provare a pescare Winnie the Pooh o Nemo da regalare alla vostra ragazza o all’amica che è venuta con voi a guardare Star Wars: Gli Ultimi Jedi (che lei non avrebbe visto nemmeno sotto tortura perché: “Sono film da regazzini eh!”), salvo poi accorgervi che non appena agganciato, il pupazzo scivola dalle grinfie (sempre troppo mosce) del rampino.

Dannata gru, che tu possa essere maledetta ed arrugginire miseramente in una discarica diventando rifugio per topi di fogna!” (Parafrasi di una colorita serie di sincopate imprecazioni in dialetto salentino!)

A Taiwan sembra che le gru pesca peluche godano di un certo successo (chissà come bestemmieranno i taiwanesi) e, in occasione dell’inaugurazione del Monmonda di Tainan City, il più grande spazio dedicato alle gru pesca peluche del sud del paese, sono state installate quattro postazioni di gioco con formose ragazze in bikini immerse tra una montagna di morbidi pupazzetti, come è possibile vedere nei video che seguono!


Lo scopo della presenza delle avvenenti signorine in costume da bagno all’interno delle gru, è stato quello di attirare potenziali giocatori attraverso ammiccamenti e pose provocanti, facendosi fotografare e dialogando con gli avventori mentre questi si cimentavano nella pesca, cercando di afferrare le te.. ehm, le teste dei pupazzi di peluche.

Lo “stratagemma” promozionale ha attirato migliaia di uomini improvvisamente bisognosi di un pupazzo di Stitch o di Snoopy, scatenando contemporaneamente un’ondata di polemiche che hanno puntato il dito sull’utilizzo del disgustoso cliché della “donna oggetto” a scopi pubblicitari.

La società organizzatrice dell’evento, sorpresa da queste inaspettate polemiche, si è scusata comunicando che, in futuro, verranno riconsiderati gli standard ed i metodi di preparazione di tali eventi.

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto!

Fonte: Rocketnews24

Condividi questo articolo