Blackwood Crossing – La recensione di un’avventura suggestiva e drammatica

Blackwood Crossing

La recensione del gioco che esamina un determinato momento della vita, tra gioie e dolori

Il senso della vita, degli affetti e della perdita. Questi sono i fattori che caratterizzano Blackwood Crossing, il videogioco d’avventura Indie sviluppato da PaperSeven, uno studio indipendente inglese fondato da ex sviluppatori di Black Rock Studio.

Si tratta della loro prima creazione ufficiale, rilasciata dopo due anni di lavoro. Il videogioco è disponibile dal 04 aprile 2017 per PlayStation 4, e dal 05 aprile 2017 per Xbox One e su Steam per PC. Attualmente il prezzo è fissato sui 15,99 € (salvo eventuali sconti di lancio).

Il gioco è raccontato come una favola dall’aspetto fantastico e magico, ma che a volte sprofonda nel buio più totale rivelando i lati peggiori dei personaggi. Una sorta di “fiaba oscura“, che vi raccontiamo in questa recensione.

Il passaggio all’adolescenza e le sue conseguenze

In questa avventura vestiamo i panni dell’adolescente Scarlett, risvegliatasi inspiegabilmente su un treno in movimento. Disorientata e confusa, esce dallo scompartimento e sente la voce di un bambino chiamare il suo nome: è Finn, il suo fratellino, che sembra aver voglia di giocare a nascondino. La protagonista lo asseconda, ma una figura misteriosa apparsa all’improvviso sconvolge i due fratelli segnando l’inizio di un’avventura tanto intrigante quanto cupa.

Rimasti orfani, i due ragazzi sono sempre stati legati, ma l’adolescenza ha portato con sé nuovi interessi e di conseguenza ha segnato il loro allontanamento. Il nostro compito sarà quello di guidare Scarlett nell’analisi del suo rapporto con Finn, tra ricordi, apparizioni e sentimenti.

Un treno dai mille aspetti

L’ambientazione del gioco rispecchia le emozioni di Finn, cambiando scenario ad ogni cambio d’umore del bambino. Potremmo trovarci in un semplice vagone di un treno e all’improvviso veder spuntare a terra un incredibile manto d’erba verde, con tanto di alberi adibiti a case, oppure ritrovarci su una magica isola; a volte, però, tutto ciò che ci circonda si incupisce, rendendo l’avventura vagamente inquietante.

Uno dei punti forti di Blackwood Crossing è proprio la grafica. Le ambientazioni sono ben definite, tra dettagli caratteristici ed accurati effetti di luce. Anche i personaggi sono rappresentati in maniera eccezionale, soprattutto FinnScarlett.

Affrontare il passato per vivere il futuro

Nel corso del gioco avremo modo di conoscere diverse persone legate ai due fratelli, tra parenti e amici. Tutti avranno una cosa in comune: il loro volto sarà coperto da una maschera, scelta appositamente da Finn per esprimere cosa rappresenti per lui ognuno di loro.

Attraverso Scarlett, avremo il compito di ricostruire le interazioni tra i personaggi, assistendo a discorsi inizialmente molto vaghi ma che, scorrendo lungo la storia, iniziano ad assumere una certa importanza, rendendo tutto più nitido e trasparente. La ragazza potrà interagire con loro (ma non viceversa) e scoprire il significato di questo viaggio surreale, con un finale commovente, ma purtroppo necessario.

Tra loro, sarà sempre presente un bambino con un’angosciante maschera da coniglio, forse l’unico personaggio non controllato da Finn, ma che in realtà potrebbe avere un determinato scopo.

Meccanica di gioco

Blackwood Crossing è fondamentalmente un’avventura grafica. Attraverso Scarlett possiamo interagire con tutto ciò che ci circonda, esaminare oggetti, raccoglierli e usarli per risolvere determinati enigmi o situazioni, ma anche cercare di “parlare” con i ricordi riportati in vita da nostro fratello ed effettuare alcune scelte per la protagonista, influenzando così l’andamento della storia.

I movimenti di Scarlett risultano molto lenti, incidendo negativamente sul gameplay. Mentre per alcune scene potrebbero risultare indicati, soprattutto dove non è necessario camminare molto, per altre invece appesantiscono eccessivamente le dinamiche di gioco.

Il sottofondo musicale contribuisce a valorizzare l’effetto visivo, passando dalle musiche dolci e tenui che caratterizzano i momenti gioiosi, a tonalità profonde e tenebrose delle scene che raffigurano la rabbia o la tristezza di Finn.

Il salvataggio, solamente automatico, prevede un unico slot. Questo tuttavia non risulta essere un grosso problema, grazie all’elevata frequenza dei salvataggi e alla breve durata del gioco, che va dalle 3 alle 5 ore di gameplay.

L’audio è in lingua inglese, con sottotitoli in italiano.