Apex Legends: la recensione del capolavoro di Respawn

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Il 2019 si preannunciava, viste le dichiarazioni sulle uscite videoludiche, come l’anno dei grandi AAA che avrebbero segnato la fine della attuale generazione di Console.

Un anno che avrebbe puntato a regalarci giochi single player di qualità eccellente mentre, lasciando a Fortnite il ruolo incontrastato di aggregatore di consensi, su tutte le piattaforme, per quanto riguardava la categoria mulltiplayer.

La brutta notizia per gli sviluppatori di Epic, però, è allo stesso tempo splendida per i videogiocatori di tutto il mondo.

La recensione di Apex Legends, il Battle Royale che mancava e che ha stupito tutti

Il 4 Febbraio 2019, Respawn Entertainment, in maniera del tutto inaspettata, rilascia Apex Legends, un gioco che sta facendo registrare alcuni dei record più sensazionali nella storia del medium e perché no, in qualche modo salvando la faccia e i conti di Electronic Arts.

Ma come è questo gioco? Merita davvero tutto questo successo?

Perché dovrebbe essere preferito al più famoso Fortnite e soprattutto, cosa sta spingendo i giocatori ad abbandonare il vecchio in vista del nuovo?

Noi l’abbiamo provato per svariate ore, comprensive di innumerevoli insulti allo schermo, e ora possiamo dirvi cosa ne pensiamo.

Il gioco si presenta come il più classico dei battle royale, attualmente solo in modalità a squadre (con la possibilità di avere il Solo e Duo mode molto presto), composta da 3 giocatori (fattore che analizzeremo più avanti).

Si partirà dall’essere paracadutati da una sorta di futuristico aereo che attraverserà in maniera del tutto random la mappa da un punto A a un punto B (esattamente come il famosissimo pulmino di Fortnite).

Durante la fase di sorvolo vengono segnalate sulla mappa quelle che sono le “zone calde” in cui sarà possibile trovare un Bottino (fondamentale come in ogni battle royale) di livello “epico” e toccherà a un membro del team casuale decidere quale sarà la nostra strategia, in quanto lui sarà lui in qualità di Jumpmaster a dover guidare la manovra di atterraggio del team.

Questo dà già una prima distinzione tra i giocatori e le tattiche da loro adottati.

Vi sono infatti i giocatori che puntano ad avere l’equip migliore fin da subito e buttarsi nella mischia; e poi ci sono quelli che punteranno ai margini della mappa, per cercare le armi e le armature migliori e addentrarsi verso l’anello di combattimento affrontando coloro che hanno deciso di fare la stessa cosa.

L’equipaggiamento è la prima cosa da tenere in considerazione.

Vi è un numero molto elevato di armi, divise per categoria: mitragliette a corto raggio ma con alta cadenza di fuoco, pistole più o meno potenti (in stile revolver), fucili a pompa automatici o meno, fucili d’assalto, fucili di precisione e molte altre oltre che a un numero spropositato di granate e armi da lancio, tutte con un feeling estremamente simile a quelle presenti nello sfortunato titolo di casa Respawn, Titanfall.

Ogni singola arma presenterà caratteristiche uniche che la rendono più o meno performante per l’ambiente in cui viene utilizzata e soprattutto studiate a tavolino per sorprendere il giocatore (avevate mai visto un fucile di precisione a tripla canna? Esatto, neanche noi).

Tutta questa potenza di fuoco dovrà essere accompagnata da un adeguato comparto difensivo, assolutamente da non sottovalutare se si vorrà arrivare tra gli ultimi sopravvissuti e, perché no, diventare il Campione.

Saranno presenti armature, caschi, zaini per aumentare il numero di oggetti trasportabili, kit medici (utilizzabili in battaglia al costo di qualche secondo di inattività) e celle di ricarica per gli scudi che avranno la stessa dinamica dei kit medici.

La battaglia, esattamente come in tutti i battle royale, finirà per concentrarsi in un punto solo, che andrà a stringersi un minuto dopo l’altro in pieno stile Fortnite con una differenza sostanziale, la morfologia della mappa.

La mappa di Apex Legends è un minuscolo gioiellino di design tecnico.

Piccola (o almeno, più piccola rispetto all’inevitabile confronto con il gioco targato Epic Games) piena di contenitori di armi e munizioni (molti dei quali saranno presenti li in ogni partita e non in modo random come nei suoi concorrenti) e soprattutto divisa in tante piccole arene delimitate da pareti rocciose o fiumi.

La mappa, infatti, offre molti meno spazi aperti dedicati ai famigerati “Sniper” e molte più zone in cui sarà possibile affrontarsi a distanza ravvicinata, favorendo la strategia soprattutto di squadra.

La squadra.

Finalmente tocchiamo il vero punto di forza di questo gioco che diventa automaticamente il suo punto debole.

Il gioco è fortemente focalizzato sul teamwork, fattore che lo rende snervante in ogni modo da giocare in solitaria e allo stesso tempo incredibilmente soddisfacente da giocare con gli amici.

Al giocatore, ad esempio, in fase di discesa, sarà data la possibilità di separarsi dal jumpmaster e proseguire in un altro punto della mappa, rendendolo facile preda degli altri team che, inevitabilmente, lo prenderanno di mira cercando di farlo fuori in 3 vs 1, cosa che non sarà per niente difficile.

Quando si gioca uniti, soprattutto grazie alla comunicazione vocale, sarà molto più facile creare delle tattiche sfruttando le abilità delle proprie Legend.

Sarà inoltre possibile, con i tasti dorsali del pad, segnalare ai propri compagni la presenza di un oggetto che potrebbe essere utile, munizioni, armi, casse da aprire, presenza di nemici o anche solo il punto in cui dirigersi.

Insomma, un solo tasto che permette più funzioni per il lavoro di squadra di tutte quelle presenti nei precedenti giochi della stessa categoria.

Parlando di abilità dei giocatori, arriviamo al vero fattore game-changing.

Ogni “eroe” ha a sua disposizione alcune abilità passive, un’abilità attiva utilizzabile con un breve tempo di ricarica e, ovviamente, una abilità speciale, utilizzabile con un tempo di ricarica più elevata ma con effetti devastanti.

In base al giocatore che prenderemo, sarà infatti possibile averne uno che crea degli scudi per difenderci dai danni, uno che potrà richiedere una capsula di rifornimento con materiali di livello epico, un altro che potrà creare dei portali per il teletrasporto che potrebbero salvarci la vita e ancora meglio un eroe in grado di far rivivere i propri compagni caduti a una velocità maggiore.

Insomma, le tattiche di squadra si sprecano in quanto ogni team dovrà essere composto necessariamente da 3 eroi diversi.

Questo fa sì che ogni squadra si trovi ad effettuare delle scelte molto varie sul team building, una meccanica che strizza un occhio a quella già presente su Overwatch.

E quando si muore? Ragequit? Gameover? Altra partita?

Qui arriva il vero colpo di genio di Respawn.

Una volta che la propria vita scenderà a zero, ci ritroveremo storditi, esattamente come in Fortnite.

Se un giocatore avversario dovesse trovarsi vicino a noi mentre siamo inermi, potremmo cercare di difenderci con un piccolo scudo, recuperabile sul campo, o essere eliminati e di conseguenza lasciare tutto il nostro bottino nelle mani degli avversari.

Ma non sarà ancora finita.

Sarà possibile, per gli altri membri del party, venire a raccogliere il nostro banner (una sorta di rivisitazione dell’anima) e, tramite degli appositi portali presenti nella mappa, chiedere il nostro rischieramento sul campo.

Per quanto possa sembrare stupida questa meccanica, è in realtà una geniale trovata per far sì che i membri del nostro team collaborino attivamente e, soprattutto non escano dal party e dalla partita una volta tramortiti.

Caratteristiche tecniche di Apex Legends: video, audio, opzioni di gioco

Visivamente Apex Legends è una piccola perla.

Lo stile grafico ricorda, per forza di cose, quello di Titanfall ed esattamente come Titanfall risulta piacevolmente giocabile ed estremamente divertente.

L’utilizzo del Source Engine si dimostra una scelta vincente in quanto, lo stesso, è considerato da tempo tra i motori grafici più leggeri e performanti del panorama videoludico, fattore determinante per un gioco che fa della velocità e fluidità il proprio cavallo di battaglia.

L’audio 3D è studiato per immergere il giocatore nell’arena fin dal primo istante, con la voce dell’annunciatore (come succedeva nei vecchi giochi arena) a comunicare la morte del Kill Leader, il numero di concorrenti rimasti in gioco o anche solo l’imminente chiusura del cerchio.

Tutto questo mentre i membri del party continueranno passivamente a parlare fra di loro, in maniera per fortuna non invasiva, ogni volta che succederà qualcosa che potrebbe influire sulla nostra partita o sulla tattica della nostra squadra.

Per concludere si potrebbe descrivere Apex Legends con una parola: solido.

È arrivato in sordina, di sorpresa ma si appresta a prendersi il proprio posto nell’olimpo dei giochi competitivi multiplayer e soprattutto del panorama degli streamer, inserendo addirittura un’opzione chiamata “streamer” che elimina il nome degli altri giocatori uccisi, nascondendoli quindi al proprio pubblico.

Apex Legends sta facendo qualcosa che non vedevamo dai tempi di RTCW: Enemy Territory e F.E.A.R. Combat; sta trasformando le mancanze e i difetti del proprio universo single player, li sta unendo alle meccaniche vincenti dei giochi multiplayer, li sta regalando a tutti e lo sta facendo in maniera ancora migliore di Fortnite, nato come gioco tower defense e evoluto in battle royale proprio grazie ai suoi utenti e soprattutto grazie alla voglia di novità da parte dell’utenza console/PC.

Il gioco è disponibile su ogni piattaforma in maniera completamente gratuita (PS4, PC, Xbox One).

Unica piccola pecca è l’obbligo, solo su Xbox One, di un abbonamento Pass Gold per poter giocare, aspetto che siamo sicuri verrà rivisto in futuro, proprio grazie al successo che sta avendo il nuovo titolo di Respawn Entertainment.

Apex Legends presenta inoltre le famigerate micro-transazioni, che influiranno, esattamente come in Fortnite, solo sul fattore estetico del proprio giocatore, con skin per il modello dell’eroe e, soprattutto per le armi, tramite l’acquisto di casse (Apex Pack) dal contenuto casuale o l’acquisto diretto delle skin tramite valuta di gioco.

Una meccanica che mette comunque tutti i giocatori del mondo sullo stesso livello di partenza, non favorendo i famigerati shopponi come è invece solito assistere nei giochi multiplayer f2p.