Ven 9 Maggio, 2025

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I cacciatori di ombre: inizia l’avventura di Brindille – Recensione

Vi è mai capitato di approcciarvi ad una storia, che sia libro o fumetto o altro, inoltrarvi in quel mondo e rimanerne rapiti al punto di volerne ancora? Se avete familiarità con questa sensazione, potete capire come mi sono sentito al termine della lettura de I cacciatori di ombre, il primo dei due volumi che compongono la favola a fumetti di Brindille.

Con I cacciatori di ombre inizia la meravigliosa favola di Brindille

Non lasciatevi fuorviare dal termine favola, Brindille è una storia che non vuole esser una proposta per giovani sognatori, ma si rivolge ad un variegato pubblico, compresi i ragazzini di un tempo che cercano un’emozione sincera nelle proprie letture.

A firmare I cacciatori di ombre è il duo autoriale composto da Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci, narratori eccezionali che hanno ricreato, l’uno con la sceneggiatura e l’altro con disegni e colori, l’atmosfera di una sontuosa fiaba, aprendola però anche a temi che, sotto il velo leggero della fiaba, fanno capolino ad ogni pagina.

Tutto inizia con una giovane donna che sfugge ad un furioso incendio, cercando la salvezza in una foresta notturna che non sembra così invitante. Sin dal primo impatto, appare ovvio come il tono narrativo di I cacciatori di ombre sia improntato ad una forte emotività. Questa sensazione, oltre che alla magnifiche tavole di Bertolucci (ma ne riparliamo in seguito), è accentuata da una costruzione degli eventi che segue un ritmo in crescendo. E sempre con la natura in bella mostra, grazie alla felice intuizione di accoglierci con una scena comune, come la caccia notturna di un rapace, interrotta dall’evento che costituisce l’incipit di Brindille.

Sopravvissuta a questo spaventoso incendio, la giovane che conosciamo così tragicamente viene tratta in salvo da una piccola comunità di esseri dei boschi, che la accolgono subito con affetto. Sono proprio questi esseri a darle il nomignolo di Brindille, dato che la ragazza è sempre accompagnata da una curiosa scia di scintille dietro la sua nuca.

In questo primo capitolo di I Cacciatori d’ombre si respira un’aria gioiosa, semplice, come la vita che questi esseri conducono ed in cui vorrebbero includere anche la misteriosa giovinetta. Brrémaud argutamente utilizza questa empatia del piccolo popolo, così pronto ad accogliere Brindille, con la crescente inquietudine della ragazza, afflitta da amnesia ed in cerca di risposte.

In un certo senso, tutto I cacciatori di ombre è una storia della ricerca di sé. All’interno del contesto fiabesco, il tema del viaggio si accompagna spesso alla scoperta del proprio ruolo nel mondo, un interrogativo che per Brindille è una spinta ad andare avanti. La sicurezza del villaggio, l’esser ben voluta, non è abbastanza per la giovane, che sceglie l’ignoto, speranzosa di trovare le proprie risposte.

Fortunatamente per noi, perché in questa scelta I cacciatori di ombre trova un punto di svolta meraviglioso. Brrémaud consente a Brindille di affrontare i pericoli al fianco di un compagno animale perfettamente creato dall’autore, ma soprattutto con la pelliccia di chi solitamente viene visto come un pericolo nemico: un lupo. L’aspetto, onestamente, al primo impatto sembra più quello di una grossa volpe, ma la sua spumeggiante personalità e il suo tenero spirito di protezione per la giovane annullano lo stereotipo del lupo come minaccia, trasformandolo in un adorabile protettore.

Brrémaud ricorre ad espedienti tipici del mondo delle fiabe, come la fanciulla in pericolo e il citato tema del viaggio, rielaborandoli in modo emozionante. I cacciatori di ombre non ha mai quel senso di ‘già visto’ che una narrazione fiabesca potrebbe mostrare, grazie ad una cura delicata nella crescita del rapporto tra Brindille e il lupo.

I dialoghi tra i due sono come quelli di due amici che si punzecchiano, passano da un’inziale diffidenza con il lupo ne ruolo di simpatico provocatore a quell’amicizia pura, fatta di mutuo affetto e istinto di protezione, che rendono il quadrupede una sorta di sprone per la giovane.

Brindille è costretta ad affrontare un viaggio irto di pericoli, verso una meta ignota, il tutto per scoprire finalmente chi sia in realtà. In diversi passaggi la trama di I cacciatori di ombre, spogliata della sua visione fiabesca, mi ha ricordato quei punti della nostra vita in cui ci pare di combattere contro tutto per riuscire a trovare il nostro senso, la nostra vera natura. Brrémaud ha infuso parte di questa lotta comune ai lettori nel suo lavoro, ne ha esaltato il coraggio e la paura, ha investito Brindille del ruolo di eroina, ma lo ha fatto partendo dalla sua umanità e dalle sue fragilità, rendendola unica e vicina al cuore dei lettori.

E per esaltare l’emotività della già intensa storia di Brrémaud, I cacciatori di ombre ha avuto la fortuna di poter contare sull’arte di Federico Bertolucci. Probabilmente avrei finito la lettura in un tempo minore senza i suoi disegni, visto che in certi punti si rimane rapiti per interi minuti ad ammirare la potenza espressiva del tratto di Bertolucci, esaltato da una colorazione delicata e sfumata che sembra illuminare il volume.

Per quanto siano ben caratterizzati i personaggi, espressivi e mai banali, è con i paesaggi e gli ambienti che Bertolucci mi ha conquistato. Le foreste sembrano vere, con giochi di ombre di una perizia incredibile. Non sono ancora riuscito se ammiro più Bertolucci per il suo disegno vivace e magico, o per la sua colorazione da incorniciare.

Di sicuro, le prime tavole e le ultime sono un equilibrio perfetto delle componenti visive del racconto a fumetti, con gabbia perfetta, tratto suggestivo e colorazione da premiare.

E saldaPress ha mostrato nuovamente di avere un catalogo di svariare su più generi. Brindille si affianca a produzioni come Dreaming Eagle, Injection o Animosity, con la stessa cura della casa editrice nel confezionare una volume da collezione ricco di contenuti e con dei bozzetti che già da soli sono pura arte.

Dopo I cacciatori di ombre, e visto il finale da infarto, ora inizia un’attesa che spero sia breve per il secondo e conclusivo volume di Brindille.