Star Wars Gli ultimi Jedi, smontata la critica alle bombe della Resistenza?

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Star Wars: Gli ultimi Jedi è ancora uno degli argomenti più caldi nella comunità nerd in questi giorni. L’ottavo capitolo della saga ha diviso i fan dell’universo creato da George Lucas, dividendo il fandom tra gli entusiasti del nuovo corso e i nostalgici delle vecchie pellicole.

La pellicola di Rian Johnson è stata oggetto di diverse critiche da parte dei più puntigliosi, che hanno analizzato ogni dettaglio con una precisione incredibile. All’interno di queste critiche sono rientrate anche le bombe usate dalla Resistenza all’inizio de Gli ultimi Jedi.

Star Wars: The last Jedi – The Visual Dictionary potrebbe aver risolto il dilemma legato al bombardamento all’inizio del nuovo film di Star Wars?

Ci riferiamo alla scena iniziale in cui una squadriglia di bombardieri si lancia all’attacco di un gigantesco incrociatore stellare del Primo Ordine. A bordo di uno di questi bombardieri c’è anche la sorella di Rose Tico, che riuscirà a dare il comando di sgancio delle bombe nel momento decisivo.

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In questa scena, gli ordigni sembrano seguire il funzionamento delle bombe a caduta, come quelle usate nella Seconda Guerra Mondiale. I più attenti hanno evidenziato come, in assenza di gravità, questo non sarebbe possibile, accusando Johnson di aver commesso un errore.

Grazie al già citato Star Wars: The Last Jedi – The Visual Dictionary, sappiamo che questi ordigni hanno un diverso funzionamento. Le bombe sono dotate di un sistema magnetico che le tiene al sicuro nelle loro rastrelliere attraverso una clip magnetica, e viene disattivato al momento del loro sganciamento. Lo stesso meccanismo serve alle bombe per dirigersi verso l’obiettivo, sempre sfruttando il magnetismo.

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Con questa spiegazione viene risolto il problema della caduta libera in assenza di gravità vista all’inizio del nuovo film di Star Wars. Rimane però da chiarire come questo sistema magnetico possa garantire una certa affidabilità, visto che l’attrazione magnetica di questo meccanismo dovrebbe esser in grado di distinguere anche il metallo ‘amico’ da quello dei bersagli. Dato che il rilascio avviene da un magnete all’altro della rastrelliera, le bombe acquisiscono un moto proprio, che le direziona verso il bersaglio. A questo punto, possiamo pensare che, a una distanza di sicurezza dal bombardiere, venga riattivato il dispositivo magnetico che guida gli ordigni verso il loro bersaglio!