Nathan Never Universo Alfa: Paradiso Perduto – Recensione

nathan never universo alfa cover

Nathan Never presenta Universo Alfa ESP Files, una doppia storia con protagonista Herbert Loomis!

Capita che all’interno di una serie appaiano dei personaggi secondari capaci di mostrare una particolare caratura, una personalità tale che i lettori si interessino alla loro figura. All’interno di questa schiera di characters figura anche Herbert Loomis, una delle due metà della coppia protagonista di Paradiso Perduto, il penultimo numero di Universo Alfa, uno dei numerosi spin-off legato al mondo futuro di Nathan Never.

A questo riguardo, dobbiamo notare come le serie parallele dedicate al mondo dell’Agente Alfa stiano subendo una riduzione. Questo taglio di pubblicazioni potrebbe essere un bene, consentendo agli sceneggiatori di non venire pressati da troppe scadenze e di lavorare al meglio per presentarci storie di un certo spessore, come sta avvenendo ultimamente, lasciandosi alle spalle periodi in cui le avventure di Nathan Never sembravano decisamente sotto tono.

nathan never universo alfa copertina

Nell’ottica di questi tagli, rientra anche Universo Alfa, che con Paradiso Perduto inizia una storia in due parti che si concluderà proprio con l’ultimo numero di questa collana. Herbert Loomis arriva direttamente dalla serie principale, essendo comparso già in due numeri (Il museo dei ricordi e il recente Ciò che non muore), riuscendo ad emozionare i lettori con la sua figura tragica.

Loomis è un ESPer, dotato del potere di vedere gli ultimi istanti di vita di un cadavere, una capacità che ha tentato di usare per aiutare la polizia e in seguito collaborando con un’equipe scientifica che tentava di trovare una cura per fermare gli istinti suicidi. Loomis, complice una tragedia personale, divenne un giustiziere, intenzionato a punire chi spingeva le vittime dei suicidio a questo gesto estremo (Il museo dei ricordi). Condannato a morte, finì, tramite dei sotterfugi, a partecipare a delle sperimentazioni di settori deviati dell’esercito, fino alla sua fuga da questa prigionia. Ricompare nella vita di Nathan Never quando cerca di fermare una serie di delitti legati a questa sua collaborazione forzata, una sorta di missione di redenzione che lo porta nel mirino di uno personaggi più inquietanti e machiavellici dell’universo di Nathan Never: Solomon Darver (Ciò che non muore).

La linearità di queste trame è frutto di Davide Rigamonti e Giovanni Gauldoni, che hanno inserito con cura Loomis nel mondo di Nathan Never. Paradiso Perduto è il terzo capitolo ideale della complicata vita di questo personaggio tragico, una nuova missione architettata da Darver, che ultimamente sembra sempre più deciso ad apparire come un uomo spietato e privo di scrupoli. Loomis viene inviato ad indagare su un omicidio avvenuto sulla stazione privata di Deep Eden, un paradiso per ricchi in cui il motto è “crimine zero“. Come mai allora un omicidio?

nathan never universo alfa 1

A fare da spalla a Loomis è la detective Marla Reyes, un’altra pedina di Darver. Come Loomis, anche la Reyes è costretta a seguire le direttive di Darver, una costrizione imposta da un ‘ricatto‘ perpetrato da Darver. In Paradiso Perduto la figura di Darver è una presenza ingombrante pur comparendo poco, un vero burattinaio nell’ombra. L’indagine a cui costringe Loomis e Reys, apparentemente, sembra non essere ricollegabile agli interessi dell’ex capo di Nathan Never, ma leggendo l’albo pian piano notiamo come emergano dettagli che lasciano intendere come su Deep Eden qualcosa non quadri.

Rigamonti e Gualdoni riescono a dare a questo albo un ritmo narrativo variegato. Di sicuro impatto è la dinamica interpersonale che si sviluppa tra i due protagonisti, accumunati dalla forzata collaborazione con Darver, ma che inizialmente vivono questa indagine in modo astioso. La Reyes non comprende subito la portata dei poteri di Loomis, credendolo quasi un ciarlatano, mentre l’ESPer fatica a entrare in un’ottica di lavoro di coppia. In Paradiso Perduto si respira un’aria di cinica rassegnazione, specialmente nelle parole di Loomis, spesso rese nelle didascalie che riportano i passaggi del suo diario. Caratterizzare i due protagonisti non è semplice, eppure pian piano emergono le loro motivazioni, specialmente quelle della Reyes; un lettore che per la prima volta si avvicina a questa collana riesce a non sentirsi confuso, grazie ad un ripasso anche sulla figura di Loomis, tramite un flashback che rende familiare il personaggio anche a lettori dell’ultima ora.

Paradiso perduto ha il merito di farci sentire in pieno nel mondo di Nathan Never, pur non facendo mai comparire l’Agente Alfa nel vivo della storia. Questa coerenza con il contesto narrativo è frutto del lavoro degli sceneggiatori, che non forzano la mano per costringere il lettore a sentirsi parte della vita di Nathan, ma optano per una storia che sia fine a se stessa, utilizzando strumenti narrativi che condividono con la serie principale di Nathan Never. Il tono investigativo di Paradiso perduto si ispira ad una narrativa cinica, con tutti i canoni di una crime story intricata e a più livelli, in cui corruzione e interessi criminali si intrecciano per complicare l’indagine di Loomis e Reyes, con i due protagonisti a rivestire il ruolo di personaggi drammatici, in cerca di una redenzione per il proprio passato, con il timore di non riuscire mai a emanciparsi da una vita ormai fuori dal loro controllo, saldamente nelle mani di Darver.

Nonostante una trama ben congeniata e con un buon ritmo, non sono assenti dei momenti fuori luogo, come la Reyes che in una sparatoria annuncia a tutti i presenti che il suo collega sia in pratica senza colpi nell’arma. Dettaglio che sicuramente serve a dare maggiore pathos al lettore, ma che poteva essere rivelato in altro modo, visto che in questa modalità sembra privare la Reyes di credibilità. Si tratta di piccole sbavature che però non privano Paradiso perduto del suo carisma, grazie ad un finale ad effetto che ci lascia con il fiato sospeso fino al capitolo finale.

nathan never universo alfa 2

A firmare le tavole di Paradiso perduto è Emanuele Boccanfuso, una vecchia conoscenza dei lettori di Nathan Never. Il tratto di Emanuele riesce a ricreare le atmosfere future dell’albo, lavorando molto bene sull’ambientazione, senza però dimenticare un elemento fondamentale: l’emotività. Il tessuto emotivo di Paradiso perduto passa per le espressioni dei suoi protagonisti, ed Emanuele ritrae benissimo il cinismo e la malinconia di Loomis, il rimpianto e la speranza latente di Reyes, dando corpo alla narrazione, mostrando cosa spinge i due a sottostare alle pressioni di Darver. Emanuele si diverte anche a citare graficamente uno dei cattivi storici del mondo Marvel, Wilson Kingpin Fisk, nelle prime tavole, e mi pare che il collega corrotto di Reyes, Mulligan, abbia una certa somiglianza con Colin Farrell nel ruolo di Ray Velcoro in True Detective.

La copertina di questo Universo Alfa porta la firma di un altro nome storico di Nathan Never, Max Bertolini. Questo mese Max fa doppietta, avendo realizzato anche le tavole del numero regolare della serie, Chi è senza peccato…, e per Paradiso Perduto realizza una tavola che con taglio cinematografico lascia intendere come ci aspetti una storia fantascientifica e poliziesca.

Ora non ci resta che attendere la conclusione dell’indagine su Deep Eden, che sappiamo verrà disegnata di Ivan Fiorelli e sarà anche il saluto finale  ai lettori di Universo Alfa.