In questi giorni, stimolati dalla visione di Altered Carbon su Netflix, ci siamo lasciati travolgere da un ritorno di fiamma per il cyberpunk, il filone della fantascienza che da decenni appassiona milioni di persone. Come abbiamo visto nel nostro speciale. questo universo ha toccato più di un media e, dopo aver visto la sua declinazione nel mondo dei videogiochi, oggi ci avventuriamo alla ricerca dei migliori film cyberpunk della storia del cinema.
Per affrontare questa ricerca, dobbiamo tenere presente non solo l’aspetto puramente estetico di quanto ci viene proposto dai registi, che resta comunque un punto a favore della loro aderenza al canone del genere, ma sopratutto come vengono trasposte su pellicola le tematiche essenziali dell’ambientazione tanto cara a Gibson e compagni.
Come stilare quindi una classifica dei migliori film cyberpunk? Possiamo iniziare con il valutare come venga narrata l’interazione uomo-macchina, o il rapporto tra reale e virtuale, che sono da sempre i pilastri fondamentali del cyberpunk. In seguito, come trascurare la visione della società, in cui uno strapotere, spesso di natura corporativa, opprime la popolazione? Infine, ultimo ma non meno importante, la costruzione urbana, ovvero come i registi hanno immaginato il loro futuro.
Tra ricordanti e poliziotti cyborg oggi ci dedichiamo ai migliori film cyberpunk della storia!
Tenendo presente tutti questi dettagli, diventa sicuramente più semplice capire quali sono i film cyberpunk che hanno dato lustro al genere. Vi stupireste nello scoprire quante siano le pellicole che possono esser ricondotte a questo insieme ma, per comodità, abbiamo raccolto le più significative ed emozionanti, offrendovi una selezione che potrebbe anche sorprendervi!
Robocop (1987)
Le avventure dello sfortunato agente Murphy rientrano alla perfezione nella definizione di film cyberpunk. Nella Detroit futura un colosso multinazionale (la OCP) governa la città come fosse un mercato da cui spremere ogni risorsa, controllando anche, in modo totalmente legale, le forze di polizia. Quando il poliziotto Alex Murphy (Peter Weller) rimane gravemente ferito, il suo corpo e soprattutto la sua mente diventano proprietà della OCP, che li utilizzando per creare il primo sbirro cyborg, Robocop.
Edward Neumeier scrisse la storia e Paul Verhoeven si mise dietro la cinepresa, creando uno dei miti cinematografici degli anni ’80. Robocop entra di diritto nei film cyberpunk per l’utilizzo della tematica uomo-macchina, con una visione della società in cui si riscontra quella denuncia di strapotere corporativo che ha da sempre caratterizzato la letteratura di genere. Chi è cresciuto negli anni d’oro dei film d’azione ha almeno una volta guardato un amico e detto con voce robotica “Vivo o morto, tu verrai con me“
Blade Runner (1982)
Un film cyberpunk nell’anima, al punto che uscì al cinema prima ancora della comparsa ufficiale del termine. Ridley Scott adattò in modo superlativo il romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968) di Philip K. Dick, dando vita ad un cult che ancora oggi emozioni milioni di persone. La disamina del rapporto naturale-sintetico, la perfetta identità di una società fatiscente in cui i più ricchi sono visti come dei che controllano la plebe, in una Los Angeles oscura che ha segnato il successivo stile visivo del cyberpunk.
Harrison Ford e Rutger Hauer sono diventati leggende con questo film, Vangelis ha realizzato una delle sue migliori colonne sonore, ma soprattutto la storia del cinema ne ha giovato in modo sublime, grazie alla presenza di uno dei monologhi più toccanti ed emozionati di sempre. Il seguito uscito lo scorso anno, Blade Runner 2049, ha saputo dare nuova linfa a questo contesto narrativo, non scimmiottando ma coraggiosamente andando oltre, ma il primo capitolo del dramma dei Replicanti rimarrà sempre leggendario.
Metropolis (1937)
Non strabuzzate gli occhi, e seguite questo ragionamento. Siamo in una città fondata da ricchi industriali, Metropolis, in cui la popolazione vive soggiogata nelle profondità di questa giungla di acciaio e cemento. Il figlio di uno di questi intoccabili scopre le reali condizioni dei lavoratori, intraprendendo un percorso che porterà alla nascita di un ginoide, un androide di sesso femminile, che causerà il crollo di questa oppressiva società. Tutto questo, raccontato in un film del 1927 da Fritz Lang, in un periodo in cui era ancora forte la sindrome di Frankenstein e Asimov non era nemmeno nato.
La sottile critica sociale ad una certa ideologia è manifesta all’interno di Metropolis, ma il modo in cui le tematiche di oppressione sociale e l’utilizzo avveneristico della tecnologia e del rapporto uomo-macchina sono inequivocabili segnali che questo sia uno dei migliori film cyberpunk della storia. Le pellicola di Lang è diventata un simbolo stesso del cinema di fantascienza, influenzando la cultura moderna al punto di suggestionare i Queen per il video di Radio Gaga e aver ispirato il manga omonimo di Osamu Tezuka del 1949.
Akira (1988)
Non poteva certo mancare il magnifico anime di Katsuhiro Otomo, tratto dal manga dello stesso Otomo. Credo di poter affermare che un’intera generazione di appassionati di anime in Occidente sia nata ammirando le incredibili immagini di questo superbo prodotto, indubbiamente uno dei migliori film cyberpunk della storia, che potete anche godervi su Netflix. In Akira il cyberpunk si respira in ogni dettaglio, dalla presenza delle bande di bikers alla difficile situazione sociale, una guerriglia urbana che incendia Neo Tokio, megalopoli governata da un’oligarchia che ha a cuore solo il proprio potere. La presenza di sperimentazioni unite ad una forte componente filosofica sono elementi che arricchiscono il già corposo contesto cyberpunk.
Akira è però ricordato soprattutto per l’incredibile impatto visivo, che si può tranquillamente paragonare alla potenza visiva di Blade Runner. I giochi di luce della città nelle scene notturne e i segni della decadenza, uniti alla presenza di panorami mozzafiato hanno dato una delle più emozionanti rappresentazioni visive del cyberpunk mai viste
Strange Days (1999)
Kathryn Bigelow dirige un film scritto da James Cameron e Jay Cocks, in cui in una Los Angels di fine millennio scorso la gente è prossima alla rivolta, spinta anche da una droga digitale, lo SQUID, che consiste nel vivere esperienze altrui in una simulazione virtuale. Rientra a pieno titolo nei migliori film cyberpunk, grazie alla sua interessante e non banale visione del crescente rapporto tra il reale ed il virtuale, inserito in un contesto di ribellione sociale in cui si muovono i protagonisti.
Ralph Fiennes e Angela Basset sono strepitosi in questa pellicola, in cui il rapporto tra realtà e ambiente virtuale gioca un ruolo essenziale, inserito in una realtà distopica incredibilmente simile alla nostra. Il ritmo da storia noir, con la visione dell’antieroe cinico costretto a muoversi in un sottobosco criminale cui partecipano anche alcuni poliziotti, è un aggiunta che non manca nella visione cyberpunk.
eXistenZ (1999)
David Cronenberg aveva già dato un piccolo morso alla dimensione del cyberpunk con il suo Videodrome, ma con eXistenZ si merita di diritto un posto tra i migliori film cyberpunk. Protagonista è Allegra Geller (Jennifer Jason Leigh) programmatrice di videogiochi che durante un beta test con alcuni giocatori rimane invischiata in un attentato, lasciando nello spettatore il dubbio se i personaggi siano ancora nel mondo oppure nella realtà virtuale del mondo di gioco.
Inquietante, a tratti disturbante per alcune scelte stilistiche particolarmente spinte, eXistenZ miscela in modo morbosamente affascinante la tematica del virtuale con l’interazione organico-sintetico. I game pod della Geller e gli innesti biomeccanici con cui Willem DaFoe operava Jude Law erano una visione personalissima del classico rapporto cibernetico del cyberpunk. Cronenberg in perfetta forma!
Johnny Mnemonic (1995)
Non è uno dei migliori film cyberpunk, ma Il miglior film cyberpunk. Direttamente da un racconto di William Gibson contenuto in La notte che bruciamo Chrome, Keanu Reeves interpreta un corriere mnemonico, un uomo che ha sacrificato parte della sua memoria per ospitare dati di terze parti, in modo da poter trasportare segreti non trasmissibili in modo canonico. Ambientato in un futuro non precisato, Robert Longo gira uno dei migliori ritratti dello Sprawl immaginabili, rimanendo particolarmente fedele alle suggestioni di Gibson.