Kill the Minotaur: l’epica classica secondo Skybound!

kill the minotaur

Oggi noi viviamo nell’epoca dei supereroi, un’era che proprio ieri ha vista la scomparsa di uno dei suoi simboli, l’amatissimo Stan Lee.

Questi personaggi sono divenuti una presenza familiare anche per chi i fumetti li frequenta poco, ma in passato questo ruolo era inesistente? No. Il bisogno di avere un ideale eroico è radicato nell’animo umano, e nell’età classica questa esigenza trovava risposta nell’epica, nella mitologia. Questa evoluzione, passata attraverso i cicli cavallereschi medievali, è racchiusa all’interno di Kill the Minotaur, nuovo volume di saldaPress.

saldaPress pubblica in Italia Kill the Minotaur, rivisitazione del mito classico secondo Skybound

Kill the Minotaur è un’interessante rivisitazione del mito classico del Minotauro. La mitologica creatura, con corpo di uomo e testa taurina, è una delle più note creature dei miti greci, figura legata al Labirinto di Creta e alla leggendaria impresa di Teseo. L’idea di Chris Pasetto e Christian Cantamessa non è stata una semplice trasposizione fumettistica del mito originale, ma una visione differente, impreziosita da influenze fantascientifiche e horror.

L’aderenza al mito, quindi, possiamo anche scordarcela. Pur essendo appassionato di mitologia classica, questa assenza di fedeltà ai passaggi chiave del mito non mi ha deluso, considerando il fatto che la trama di Kill the Minotaur si presenta come un’ottima rielaborazione del mito. La chiave di lettura offerta dal duo Pasetto-Cantamessa è ottima, frutto di due aspetti particolarmente curati: caratterizzazione dei personaggi e presentazione dell’ambientazione.

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A dare il via alle vicende di Kill the Minotaur è la guerra tra Atene e Creta, al termine della quale gli ateniesi sono obbligati a versare un tributo di vite umane ogni anno ai vincitori cretesi. Questi prigionieri diventano offerte sacrificali per Asterione, il mostruoso figlio del re cretese, frutto dell’amore della regina e di un dio.

Questa macabra usanza pesa fortemente sui cittadini ateniesi, che imputano la colpa alla debolezza del re Egeo, vecchio e stanco. Poco apprezzato anche l’atteggiamento dell’erede Teseo, visto come un ragazzino viziato e spocchioso, cresciuto negli agi e ben al riparo dalla possibile scelta.

In questo clima, Teseo matura la convinzione che il suo popolo non arriverà mai ad amarlo, a meno che non mostri loro di meritare questo rispetto. E come poterlo dimostrare al meglio, se non eliminare il nemico più temuto di Atene?

In questo aspetto, Kill the Minotaur mantiene in pieno il suo aspetto epico, mitigato dalla costruzione complessa dell’animo di Teseo, quanto di più lontano ci si possa aspettare dall’eroe classico. Il principe ateniese viene presentato come un uomo che lascia la sua adolescenza alle spalle, diviso tra la possibilità di potersi godere gli agi della propria condizione e il senso di esser parte di un tessuto sociale che dovrebbe tutelare e guidare.

La scrittura di Pasetto e Cantamessa riesce a trasmettere questa sensazione di divisione interiore, resa in modo avvincente anche dal contrasto con la caratura morale di Piritoo, amico di Teseo e suo compagno d’avventura. Il rapporto tra i due echeggia alcune delle mitologie coppie di eroi classici, lasciando trapelare anche una divergenza di visioni, in cui spesso il nobile Teseo sembra non comprendere l’importanza degli insegnamenti e il ruolo del fedele Piritoo.

Kill the Minotaur prende un notevole slancio subito dopo l’arrivo a Creta. Qui il mondo ‘normale’ sembra lasciare spazio al divino, alla manifestazione di un potere superiore che pervade la corte cretese. A questo punto, la narrazione inizia a discostarsi in modo più marcato dal racconto classico, spingendosi in una direzione che si lascia ispirare maggiormente dalla fantascienza.

Ma è un’influenza interessante, dato che l’origine del Minotauro viene riscritta in modo arguto, sfruttando il principio che ciò che non si comprende può diventare una manifestazione divina. La nascita di Asterione, il suo aspetto alieno agli occhi dei cretesi diventa uno strumento di terrore e dominio per Minosse, che non esita a sacrificare anche la sua unica figlia, Arianna, pur di creare una stirpe di creature divine per perpetrare il suo retaggio.

La follia di Minosse non è dissimile dall’ostinazione cieca con cui Teseo vuole diventare un eroe. Entrambi sono pronti a sacrificare tutto pur di raggiungere il proprio scopo, come dimostra l’inquietante viaggio nel labirinto. La genesi e lo sviluppo dell’imponente struttura sono una variazione intrigante del mito, con un Dedalo presentato sotto una nuova luce.

Nel leggere Kill the Minotaur ho apprezzato la voglia di osare, il voler presentare questo fondamento dell’epica classica in quest’ottica innovativa. Conciliare le possibilità della fantascienza con ciò che il lettore ha imparato studiando è una sfida che i due autori hanno affrontato con carattere, creando un punto di equilibrio che consentisse di mantenere alcuni dei punti forti della classicità del concetto originale. La drammaticità dei rapporti e il ruolo dell’eroe, per quanto adeguato ad una visione più cinica e meno epica, sono comunque presenti, rielaborate in un contesto narrativo differente, ma che, specie sul finale, si sposa bene col concetto di sacrificio che spesso si palesa nell’epica greca.

Certo il finale di Kill the Minotaur si discosta da quello del mito, ma all’interno della trama del volume di saldaPress è perfetta per dare un senso di compimento alla vicenda, oltre a lasciar aperto un possibile seguito.

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A rendere appassionante questa rivisitazione del mito Minotauro, è anche la performance di Lukas Ketner e Jean-Francois Beauliu, rispettivamente disegnatore e colorista di Kill the Minotaur. I due artisti sono riusciti a creare un impianto visivo che non solo esalti il ricco contesto avventuroso dell’idea di Pasetto e Cantamessa, ma che sia anche in grado di far emergere il tono alieno ed emotivo della storia. Particolarmente riuscito il design di Asterione, mostruoso eppure capace di far trapelare un’anima tormentata.

La costruzione del labirinto, struttura tra l’organico e l’architettonico, è resa con dettagli che ne ne mostrano gradualmente la vera natura, andando a rinforza la profondità della trama. Ketner non manca di dare ai meandri del labirinto un aspetto inquietante e da incubo, su cui i colori di Beaulieu gettano la giusta luce per trasmettere orrore, ansia ed eroismo.

saldaPress racchiude in un corposo volume questa produzione marchiata Skybound, arricchito da una gallery che raccoglie le belle copertine degli spillati pubblicati in America.

Kill the Minotaur è una lettura affascinante, consigliato a chi cerca una storia avvincente con quel tocco di classico che ne esalta ancora di più la validità.