U-47 La Battaglia dell’Atlantico – Recensione

U-47 La Battaglia dell’Atlantico – Recensione

Torniamo a parlare di fumetti ambientati durante la seconda guerra mondiale grazie all’intramontabile serie di volumi della collana Historica, edita da Mondadori Comics. Questa volta lo facciamo con U-47 La Battaglia dell’Atlantico, il 40° volume della collana uscito nel Febbraio 2016, realizzato da Mark Jennison e Gerardo Balsa.

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Alla ricerca perenne del fumetto “definitivo” ambientato durante il secondo conflitto mondiale (periodo storico a cui sono particolarmente appassionato), ed incuriosito dalle numerose recensioni positive su questo volume, me lo sono recentemente regalato; complice anche il prezzo super scontato trovato su Amazon.

Avrò trovato quello che cercavo?

Ecco la recensione di U-47 La Battaglia dell’Atlantico, come sempre spoiler-free.

U-47, una storia vera a metà

Come facilmente intuibile dal titolo, U-47 La Battaglia dell’Atlantico narra delle vicende accadute nelle acque dell’Oceano Atlantico e, più precisamente, di quelle avvenute nel periodo che va dal 1939 al 1941. Anni in cui la potenza nazista si trovava al suo apice, dove i Lupi dell’Atlantico (i sottomarini tedeschi) scorrazzavano per le gelide acque dell’Oceano comprese tra il continente europeo e quello americano.

Il fumetto ha come protagonista l’U-47, un U-Boot realmente esistito e salito alla ribalta in quegli anni grazie alle numerose missioni affrontate con successo. Una su tutte in particolare, la seconda, vide l’U-47 affondare la corazzata inglese HMS Royal Oak, dopo che il suo comandante, Günther Prien (co-protagonista nel fumetto), fece penetrare il suo sottomarino nella base navale della Royal Navy di Scapa Flow, allora considerata un porto sicuro.

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Ed è proprio da questa vicenda che parte la storia di U-47 La Battaglia dell’Atlantico, una raccolta di ben 4 volumi (fino a poco tempo fa inediti in Italia), distribuiti in una singola edizione cartonata. Curata magistralmente come sempre da Mondadori Comics, il “peso specifico” dell’opera potrebbe far tranquillamente da zavorra ad un reale sottomarino. Le dimensioni sono infatti notevoli, anche se rapportate alle altre uscite della collana Historica (già non indifferenti).

Ma torniamo alla trama.

Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, l’autore Mark Jennison e il disegnatore Gerardo Balsa, hanno sviluppato il racconto attorno all’equipaggio del U-47; protagonisti di un fumetto a cavallo tra il genere action ed una spy-story. Non si tratta infatti del solito fumetto francese, introspettivo e incentrato sui personaggi, ma di un’opera che strizza l’occhiolino ai comics americani, saltando subito nel mezzo dell’azione (dite che sarà così perché l’autore è, in effetti, statunitense?).

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Verso la metà del racconto, però, la trama lavorerà esclusivamente di fantasia; ipotizzando quello che potrebbe esser realmente accaduto dopo l’ottava missione dell’U-47, quella in cui, nella realtà storica, il sottomarino scomparve senza lasciare traccia alcuna. Membri delle SS, la resistenza francese, prostitute, collaborazionisti e gli stessi membri dell’equipaggio, saranno solamente alcuni dei personaggi che faranno da contorno alle vicende che si svolgeranno anche sulla terraferma.

Un sottomarino che resta a galla a stento

Partiamo subito con le cose che funzionano e, per chi ci segue con attenzione, sa che questo non è mai un buon segno.

Il volume si presenta bene, e la cura editoriale con la quale la collana Historica è realizzata è indiscutibile. U-47 La Battaglia dell’Atlantico non fa eccezione, mostrandosi in tutto il suo splendore; grazie anche ad una copertina che lascia intuire il suo spirito puramente action.

La storia è credibile, e non mi riferisco solamente alla parte “storica” del fumetto ma anche a quella totalmente “romanzata”. Durante la lettura delle numerose pagine, l’U-47 si è infatti concesso qualche scivolone limitatamente ad un paio di occasioni:

Leggasi la storia del guardacoste diventato cannibale

La trama pecca, però, nella continuità, che spesso maltratta interessanti sviluppi della storia al solo scopo di introdurre personaggi secondari del tutto ininfluenti nel quadro generale. I continui salti, da un personaggio secondario all’altro, tengono a distanza il lettore che, a maggior ragione in un fumetto di sottomarini, vorrebbe invece immergersi nella storia.

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Spettacolari invece alcune tavole che vedono protagonista il nostro U-Boot. Ampie, di gran respiro, disegnate bene e colorate ancora meglio (grazie al lavoro di Nicolas Coriaux che nel fumetto non trova il giusto spazio). Navi e sottomarini, protagonisti di questo albo, hanno un tratto deciso e dettagliato, di cui è responsabile l’argentino Gerardo Balsa; che però si rivela essere anche il principale problema di U-47 La Battaglia dell’Atlantico.

Non faremo infatti in tempo ad arrivare alla seconda tavola, che scopriremo l’inadeguatezza dei volti disegnati da Balsa. Le figure umane sembrano più o meno tutte deformi, dando vita così ad un grottesco quanto improbabile equipaggio dell’U-47 formato da quelli che sembrano cloni di Sloth dei Goonies. Una sensazione e triste realtà che ci accompagnerà lungo il corso di tutto il volume, e da cui nemmeno le “ragazze del bordello” riusciranno a salvarsi.

La prima tavola di U-47 La Battaglia dell'Atlantico
La prima tavola di U-47 La Battaglia dell’Atlantico

Il finale, inconcludente e precipitoso, dà poi il colpo di grazia a U-47 La Battaglia dell’Atlantico. Un “pesante” albo che riesce a rimanere a galla esclusivamente grazie alle battaglie, cariche di azione e tensione, combattute nel sottomarino in compagnia del comandante Prien.

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