Se l’ultimo cinecomic ispirato all’universo Marvel, Avengers: Infinity War, ha lasciato un senso di inquietudine e perdita negli spettatori, il nuovo film con protagonista un supereroe della Casa delle Idee ha puntato in tutt’altra direzione. Il fatto che il titolo di cotanta, ridanciana grazia sia Deadpool 2 può facilmente lasciar intendere come questo fosse esattamente il motivo per cui correre in sala alla prima occasione.
Il Mercernario Chiacchierone è il mutante più eclettico della X-Family marvelliana, una figura che forse, proprio per questa sua personalità, si presta al meglio per una trasposizione cinematografica. Libero da qualunque schema narrativo, Deadpool 2 vuole spingersi oltre i limiti della precedente pellicola con protagonista Wade Wilson.
Deadpool 2 libera in pieno lo spirito sregolato del Mercenario Chiacchierone
Se nel primo capitolo abbiamo assistito alla nascita e caratterizzazione del personaggio, con Deadpool 2 la storia viene ridotta al minimo, con una trama che, ammettiamolo, non è praticamente pervenuta. Ma, strano a dirsi, questo è un punto di forza della pellicola.
Deadpool non ha bisogno di una storia per esser Deadpool. Wade Wilson va preso esattamente come è, un anti-eroe eclettico, dalla battuta sconcia sempre pronta e padrone supremo del non sense, capace di trovate assurde e in grado di affrontare situazione che definire paradossali è un eufemismo.
Dopo un inizio decisamente strappalacrime, il nostro Deadpool viene accolto nella X-Family grazie a Colosso, che cerca di instradarlo alla via del supereroe. Prevedibilmente, Wade ha un’altra idea, dando il via ad una serie di situazioni che lo portano a conoscere il giovane mutante Russell, un problematico ragazzino sovrappeso che sarà il perno di tutto Deadpool 2.
La voglia di Wade di proteggere Russell si scontra con la missione di un mutante tornato nel passato dal futuro, Cable (Josh Brolin), che cerca l’adolescente con un piccolo proposito: spazzarlo via dalla faccia della Terra! E il nostro mercenario preferito non si tirerà centor indietro, mettendo su una squadra di supereroi, la celebre X-Force, che sarà protagonista di uno degli episodi più divertenti ed assrudi della pellicola (con un cameo ad effetto).
Inevitabilmente, Deadpool e Cable dovranno scontrarsi per risolvere la questione, prima di provare a ragionare. E poteva Wade comportarsi in modo ragionevole almeno a questo giro?
Ovviamente no, nel caso ve lo foste domandati (non ve lo siete chiesti davvero, giusto?). Ancor più che nel primo episodio, la vena di ironia e assurdo che permea il personaggio viene esaltata, aggiungendo ancora più violenza diluita a trovare geniali (come strozzare un avversario con le proprie braccia rotte) o creando un contrasto caratteriale con il più compassato Cable (Josh Brolin).
Il mio timore era che la dinamica a due di Reynolds e Brolin non funzionasse, che una delle più azzeccate coppie dei fumetti venisse rovinata. Invece la follia di Deadpool è bilanciata al meglio dalla volontà inarrestabile di Cable (Insegno al doppiaggio stavolta è semplicemente monumentale), che nella prima parte del film funziona come un contrappunto all’esilarante demenzialità di Wade, mentre nella seconda ne diventa una spalla perfetta.
Impossibile non menzionare la stupenda Domino (Zazie Beetz), terza componente di un trio di avventurieri (eroi sarebbe un parolone) che tiene incollati lo spettatore tra una risata ed una sparatoria. Forse avrei dato maggior spazio alla fortunatissima mutante, ma quanto visto in Deadpool 2 spero sia un lancio per questo personaggio, che merita di tornare in un prossimo capitolo.
Contrariamente ad altri cinecomic che hanno tentato la strada della demenzialità per appassionare (esatto, sto parlando di Thor: Ragnarok), Deadpool 2 azzecca la ricetta in pieno. Con un personaggio come Wade è impossibile fallire, si potrebbe pensare, ma allo spettatore la comicità deve esser offerta con un certo tatto, ad ondate come in questo film, ma con un senso.
Lo spirito di Deadpool 2 è arricchito dal voler ironizzare e deridere tutto, senza esclusioni. E se non ci credete, guardate le scene dopo i titoli di coda (peccato che ne abbiano tolta una, come vi raccontiamo qui), che da sole valgono il costo del biglietto! Creare una vena comica, sboccata e irriverente, che sappia al contempo adeguarsi ad una trama semplice ma in grado di creare dei contrasti emotivi non è facile, eppure Deadpool 2 ci riesce.
In riferimento proprio alla trama: è penosa. Giuro, è semplicissima, telefonata, persino scontata in certi punti. Ma gli autori ci hanno giocato sopra così bene, e inserendo uno sparuto numero di colpi di scena tutti al secondo ideale, che questo aspetto non ti viene nemmeno da considerarlo, nonostante sia lo stesso Wade a farlo notare.
Tutto gira intorno all’ironico modo di Deadpool, al suo essere assurdo esattamente come nei fumetti, e lo spettatore non fa che perdersi in questo oceano di ironia politicamente scorretta, capace di deridere anche la Distinta Concorrenza (eddai, che avete capito…). Per dire, i titoli di coda sono una delle migliori parodie di James Bond mai viste, frutto di una cura del dettaglio magistrale da parte della produzione, responsabile di una campagna marketing perfetta. Se poi aggiungiamo una colonna sonora magistrale, il gioco è fatto.
Dopo aver visto Deadpool 2 non oso immaginare cosa possa riservarci un terzo capitolo!