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Il ritorno dell’abaco: in Giappone sempre più bambini (e non solo) imparano a usarlo

Nel pieno dell’era digitale, dove possiamo chiedere all’Intelligenza Artificiale di fare i calcoli al posto nostro, magari mostrandoci un bradipo vestito da contabile che batte velocemente i tasti di una calcolatrice da tavolo, in Giappone sempre più bambini stanno riscoprendo l’antica arte del calcolo con l’abaco.

L’abaco, o meglio, il soroban, come lo chiamano in Giappone, era un tempo un pilastro dell’educazione nipponica. Nel 1986 si contavano oltre 13.000 scuole dedicate. Poi arrivò la calcolatrice tascabile e con essa il declino del calcolo con le palline: nel 2021 le scuole di abaco erano scese a poco più di 5.200, anche a causa della pandemia.

Ma ora la tendenza si è invertita: per il quarto anno consecutivo il numero di studenti è in crescita, superando persino i livelli pre-Covid. Secondo una ricerca di Gakken, l’abaco è diventato la sesta attività extrascolastica più popolare tra i bambini giapponesi, superando perfino il calcio.

Perché tanti bambini adesso scelgono l’abaco?

Una delle ragioni principali è la preparazione ai test di ammissione alle scuole medie, esami che in Giappone danno grande peso alle abilità logico-matematiche. Anche se l’abaco non viene usato direttamente durante i test, aiuta moltissimo i ragazzi a sviluppare rapidità mentale e confidenza con i numeri.

C’è però anche un altro aspetto: la disconnessione digitale. In un’epoca in cui i bambini passano ore davanti a schermi di smartphone, tablet e computer, le lezioni di abaco rappresentano una pausa “analogica” per allenare concentrazione e pazienza.

L’abaco come antistress per adulti e come “digital detox”

Non sono solo i più piccoli a essersi fatti conquistare dal fascino dell’abaco. Sempre più adulti, stressati da lavoro e tecnologia, trovano in questo antichissimo strumento un modo per “svuotare la mente”. Un quarantenne giapponese lo ha definito “la mia meditazione attiva quotidiana”.

In un mondo dove tutto è istantaneo, l’abaco può rappresentare una piccola rivoluzione culturale: riappropriarsi della lentezza come forma di concentrazione. Non si tratta solo di imparare a fare i conti a mente, ma di riabituare cervello e mani a lavorare insieme, senza interfacce digitali.

Forse l’abaco non ci farà diventare geni della matematica o del calcolo a mente, ma sicuramente può insegnare alle nuove generazioni (e non solo) qualcosa di ancora più raro: la pazienza. E in un’epoca di distrazioni infinite e di analfabetismo digitale, questo può essere un vero toccasana.

Come si usa l’abaco per fare i calcoli

L’abaco è uno degli strumenti di calcolo più antichi del mondo, usato sin dal XXI secolo a.C. in Cina e in Mesopotamia per poi essere adottato anche da Greci e Romani.

L’abaco resta ancora oggi un ottimo modo per comprendere come funzionano i numeri (il loro valore posizionale) e le operazioni di base.

Un abaco tradizionale ha aste verticali o orizzontali su cui scorrono delle palline o perline. Ogni asta rappresenta una posizione decimale: la prima a destra vale unità, la seconda le decine, la terza le centinaia e così via. Spostando le palline, è possibile rappresentare visivamente numeri diversi.

Ogni pallina in basso o a contatto con la barra centrale (a seconda del tipo di abaco) vale il suo valore posizionale.

Ad esempio, per mostrare il numero 345:

  • 3 palline nella colonna delle centinaia,
  • 4 nelle decine,
  • 5 nelle unità.

Sommare con l’abaco

Per effettuare una somma con l’abaco, si rappresenta il primo numero, poi si aggiunge il secondo spostando le palline verso il basso o verso la barra centrale. Se si superano le 9 palline in una colonna, allora si riportano 10 verso l’alto e si aggiunge 1 pallina nella colonna successiva (proprio come nel riporto della somma scritta).

Esempio: 5 + 7

  • Si parte da 5 palline nelle unità.
  • Si aggiunge 7 → ora si ha 12, cioè 10 unità + 2 unità.
  • Si riportano 10 unità = 1 decina → 2 palline rimangono nelle unità.
  • Risultato: 12.

Sottrarre con l’abaco

Per sottrarre, si eseguono le operazioni all’inverso: si spostano indietro le palline del valore da togliere.

Se in una colonna non ci sono abbastanza palline, si prende in prestito una pallina dalla colonna successiva (come nel prestito della sottrazione scritta).

Moltiplicare e dividere con l’abaco

Per moltiplicare si ripete l’addizione più volte, mente per dividere, si eseguono sottrazioni successive o si distribuiscono le palline in gruppi uguali.

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