Dom 29 Giugno, 2025
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Zombie Apocalypse: sopravvivere (davvero) per 16 ore all’esperienza più dannatamente nerd d’Italia

Ti svegli in un campo abbandonato circondato da un fiume. Intorno a te, volti sconosciuti, zaini mezzi vuoti e l’eco lontano di un urlo disumano.

Non c’è musica epica in sottofondo, non è una serie TV né un RPG con tutorial che ti spiegano cosa fare. C’è solo una certezza: da questo momento sei un sopravvissuto e dovrai darti da fare per riuscire ad arrivare vivo al giorno successivo.

Stiamo parlando di Zombie Apocalypse, il più crudo e folle survival horror live che l’Italia possa offrirti. Un’esperienza immersiva di 16 ore (sì, SEDICI) dove i protagonisti siete voi e dove tutto il resto vuole solo vedervi fallire. Lentamente.

Non è solo un gioco di ruolo dal vivo. È un incrocio tra un reality post-apocalittico, un documentario antropologico e una serata al campeggio finita molto male. Niente copione, niente pause caffè: qui si gioca duro e lo si fa davvero. Si dorme per terra, si cerca cibo nei boschi, si costruisce un rifugio con materiali trovati in giro come se fossi un Bear Grylls della domenica.

Solo sopravvissuti. Il resto è carne da incubo (letteralmente)

La regola d’oro? Non esistono NPC. O meglio: esistono, ma sono tutto tranne che passivi. Zombie e militari sono interpretati da oltre 200 attori professionisti, armati non solo di costumi di scena ma addestrati a svolgere compiti precisi, oltre ad avere una imprevedibile autonomia decisionale.

E tu? Tu sei un giocatore a tutti gli effetti. I sopravvissuti siete voi, e ogni vostra azione, anche la più banale, può alterare l’equilibrio dell’esperienza.

Siamo a Villanterio, provincia pavese, ma potremmo essere ovunque: un campo dimenticato da Dio, infestato da zombi affamati e da superstiti che nel giro di poche ore diventeranno tuoi amici, nemici o peggio: sconosciuti con i quali potrebbe essere difficile anche barattare del cibo.

Benvenuto in una simulazione post-apocalittica dove l’unica regola è sopravvivere senza perdere la testa (o la fiducia nel prossimo).

Dal tramonto all’alba: missioni, risorse preziose e qualcosa che sembra un esperimento sociale tra fango e paura

Non basta fuggire e pregare che tutto passi: dovrai portare a termine vere missioni. Recuperare acqua, cercare viveri, costruire rifugi, barattare materiali, gestire alleanze precarie. E, forse, organizzare turni di ronda notturni perché, sorpresa, i non morti non dormono e la location sarà invasa dagli Zombie. Molti zombi. Troppi zombi. Vagano senza meta, ma avranno un obiettivo molto chiaro: i sopravvissuti che dovranno stare sempre all’erta.

Ogni rumore, una parola di troppo, un rametto spezzato, un accenno di litigio tra i sopravvissuti, può attirare l’orda. E fidati: quando arrivano, non avvisano.

Tocca cooperare, o bluffare anche. Dividere razioni, oppure rubarle, chissà. Comandare, rimettersi alle decisioni del gruppo o cercare di fare di testa propria magari fidandosi dell’esperienza di chi, in passato, è riuscito a vivere questa avventura, sopravvivere e decidere di ritornare.

In 16 ore tutto può cambiare: i ruoli, le dinamiche sociali, le priorità. Come in un esperimento sociologico post-apocalittico dove non è detto che i fan di Romero o di The Walking Dead riusciranno a venirne fuori.

Zombie Apocalypse non è un parco giochi per cosplayer: qui ci si sporca, si fatica, si sbaglia e si cresce. Perché quando sei senza acqua, con uno zombi dietro e il tuo unico alleato ha appena deciso di barattarti per due accendini… capisci molto di più di te stesso

Ogni edizione, una follia nuova

Dietro a tutto questo delirio controllato ci sono Dario Balzano e i tizi di The Gate Experience, un manipolo di matti con un solo obiettivo: rendere ogni edizione più intensa della precedente.

Si costruiscono nuovi scenari, si aggiungono meccaniche, si testano interazioni e limiti. Non è un “evento da calendario”: è un universo in costante evoluzione. E sì, ogni volta lo fanno più bastardo e più importante, visto che da quest’anno Sky NOW x The Walking Dead Universe sono media partner ufficiali dell’evento.

Perché farlo (a parte per raccontarlo a vita)?

Perché in un mondo di esperienze preconfezionate e live escape con puzzle pre-masticati, Zombie Apocalypse è reale. Non nel senso di “ci sono i veri zombie” (per ora), ma nel senso che sei tu a scrivere la tua storia, minuto dopo minuto, durante le varie fasi di “gioco”.

Ti metti alla prova. Fisicamente, mentalmente, socialmente. Scopri come reagisci al panico, come gestisci la fame, la paura, il gruppo. E ti porti a casa qualcosa che va oltre una medaglietta o un selfie: un’esperienza.

Istruzioni per chi ha poco tempo ma tanta voglia di mettersi in gioco

  • Location: Villanterio (PV), tra boschi, ruderi e strutture militari dismesse all’interno di un campo circondato da un fiume (eh, non si può scappare).
  • Quando: due round, 21 giugno e 5 luglio 2025.
  • Durata: 16 ore. Senza pause. È meglio ripeterlo spesso perché fa più impressione
  • Chi partecipa: Solo i sopravvissuti sono i giocatori. Zombie e militari sono attori con missioni e licenza di spaventare.
  • Obiettivi: Completare missioni, trovare risorse, costruire rifugi, curarsi, gestire i turni di guardia e sopravvivere.
  • Stile di gioco: Immersivo, dinamico, imprevedibile. Insomma, tipo The Walking Dead ma dall’altro lato dello schermo.

L’apocalisse a cui i nerd (e non solo) dovrebbero partecipare

Se hai sempre vissuto la narrazione dell’apocalisse zombie giocando a Resident Evil, osannando i film di George Romero e adorando il mondo di The Walking Dead ma continui a chiederti cosa faresti in un vero scenario da apocalisse zombie, ora puoi scoprirlo.

Spoiler: forse non sarà hollywoodiano come nelle serie TV e rilassante come nei videogame, ma sarà diecimila volte più autentico. E forse, solo forse, scoprirai di avere più paura di quanto tu possa credere. O più fortuna. O amici più scaltri e affidabili.

Se tutto ciò ha minimamente solleticato la vostra fantasia e siete desiderosi di vivere davvero un’apocalisse di non morti, allora fiondatevi sul sito dell’evento e provate a mettervi in gioco, magari non il prossimo sabato, ma forse alla prossima edizione (che potrebbe essere più dura, più sporca e più imprevedibile).

In ogni caso, Zombie Apocalypse non si racconta: si vive, anzi… si sopravvive.