Sab 27 Luglio, 2024

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The Mist – La Nebbia: la serie TV arrivata su Netflix fa un buco nell’acqua!

La recensione di The Mist, la nuova serie TV approdata su Netflix ed ispirata all’omonimo racconto di Stephen King

L’uscita italiana su Netflix il 25 agosto, della serie The Mist – La Nebbia, andata in onda negli Stati Uniti sul canale Spike e ispirata all’omonimo racconto di Stephen King pubblicato nella raccolta Scheletri, sembrava poter rallegrare gli animi dei fan del Re dell’Horror dopo il tonfo spaventoso della trasposizione cinematografica de La Torre Nera e poteva essere un buon modo di ingannare il tempo in attesa dell’uscita della nuova incarnazione di IT ma, purtroppo, anche in questo caso, le aspettative sono state ampiamente deluse.

La struttura base della storia, fondamentalmente, è rimasta quella originale: la ridente cittadina di Bridgeville (nel racconto era Bridgton, ma vabbè, fosse solo questo…) ovviamente nel Maine, viene invasa improvvisamente da una fittissima e misteriosa nebbia, della quale nessuno sa con certezza determinarne l’origine.

Se la cosa non fosse già abbastanza inquietante di per sé, aggiungiamo anche che, nella nebbia, sembra nascondersi “qualcosa” di terrificante pronto a farti fuori nelle maniere più raccapriccianti possibili.

I bravi cittadini di Bridgeville, colti di sorpresa, si ritrovano quindi asserragliati in luoghi chiusi, gli unici posti che sembrano dare una parvenza di riparo e sicurezza dalla mortale nebbia e dalle “brutte cose” che essa nasconde.

Nel racconto e nel bel film del 2007, trasposizione molto più riuscita e fedele dell’opera di King, le vicende si svolgevano principalmente dentro un supermercato, mentre nella serie odierna l’anonimo market di provincia è stato sostituito da un centro commerciale bello grosso a cui è stata aggiunta una chiesa, un’ospedale e una stazione di servizio. Così, tanto per non farci mancare proprio nulla.

the mist

Anche i personaggi principali sono cambiati notevolmente rispetto alla storia originale.

Nella serie di Netflix seguiremo, in principal modo, le disavventure della famiglia Copeland, formata da Kevin, un ex giornalista che si è convertito alla più tranquilla professione di scrittore di racconti per bambini; la moglie Eve, un’eterea milf che insegna con molte difficoltà, dato che ci troviamo nella profonda e un po’ bigotta provincia americana, educazione sessuale nel locale liceo e che si porta dietro una brutta reputazione giovanile; e la loro figlia adolescente Alex, una biondina piuttosto insipida.

Oltre all’allegra famiglia faremo anche la conoscenza della loro stramba vicina di casa, dello sceriffo tutto d’un pezzo, dell’amico emarginato di Alex e del quarterback della squadra scolastica, ovviamente belloccio e popolare. La fiera delle ovvietà in pratica.

Dal piattume generale di questo roster di personaggi ci risolleva un pochino la figura di un misterioso militare affetto da amnesia e una bella ragazza con seri problemi di droga.

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In definitiva, questa serie è stata profondamente re-interpretata rispetto alla storia originale.

Anche la Nebbia stessa e i pericoli mortali che essa nasconde, sono stati cambiati: nel racconto e nel film citato poc’anzi, i malcapitati protagonisti erano alle prese con mostruose creature predatrici, alcune anche belle grosse, provenienti da una dimensione misteriosa insieme al misterioso banco di fittissima nebbia.

Nella serie invece, il tutto si risolve in scene di follia omicida/suicida, qualche insetto e poco più.

Da amante dei mostri, ho storto non poco il naso, ma la cosa avrebbe potuto comunque funzionare, dopotutto non si vive in fondo solo di orrori vomitati dall’inferno e kaiju ma, il difetto principale di The Mist, oltre a una certa poca incisività nella recitazione di alcuni attori, è l’orribile trama, lontana anni luce dal sapiente ricamo narrativo di Stephen King.

La trama è un vero disastro.

Il pilot si apre come un classico teen drama americano: scenette di vita familiare, incomprensioni madre-figlia, quest’ultima che va alla festa con l’amico gender fluid (e, SPOILER, infame) solo per venire abusata sessualmente, mentre incosciente, dal bel quarterback… forse.

Tolta la banalità dell’incipit, che comunque dura per un buon 80% del primo episodio, la vera pecca è la lentezza con cui si sviluppa la storia. Una vera agonia!

Questa mortale lentezza va a minare anche tutto il resto; immagino che gli autori volessero dare enfasi ai risvolti più psicologici della vicenda, far vedere che la patina di tranquillità e perfezione di una bucolica comunità di provincia serve solo a mascherare pruriginosi segreti, meschinità varie e una buona dose di follia.

La cosa potrebbe starci tutta, solo che in The Mist questi particolari vengono mostrati sviluppando intrecci al limite dell’assurdo, per buona parte incongruenti tra di loro e, come già detto, in maniera mortalmente lenta e noiosa.

Alcuni personaggi riescono a farti salire un odio esasperato, non perché particolarmente negativi o infami, magari!

Il motivo di questo furente astio nei loro confronti è dato dal fatto che vorresti entrare in scena e prenderli letteralmente a schiaffoni per il loro essere così insulsi.

Anche il tema del fanatismo religioso, componente importantissima per l’intera trama, viene sviluppato in maniera al limite del ridicolo.

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Peccato davvero per questa versione di The Mist per il piccolo schermo, un vero e proprio buco nell’acqua.

Vedendo il film del 2007 si poteva sperare davvero in ottimo prodotto, anche con sostanziosi cambi di direzione, purtroppo però, e continuo a non capire il perché, tutto ha preso una piega sbagliata, rendendo la serie TV una vera e propria occasione mancata!

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