Robocop – Edizione Definitiva: recensione

Robocop Edizione Definitiva

Continua l’implacabile attività di saldaPress, sempre più scatenata in fatto di riproposizioni di classici più o meno conosciuti del fumetto americano.

Questa volta tocca ad un volumone davvero speciale di circa 400 pagine tutte a colori dedicato ad una leggenda delle nuvole parlanti mondiali: Frank Miller, qui presente con le sue due storie di Robocop, i cui punti di partenza dovevano servire da base per i sequel del celebre film di fantascienza di Paul Verhoeven del 1987.

Tali progetti, evidentemente troppo estremi per dei film che puntavano al grosso incasso al botteghino, non vennero praticamente realizzati, anche se Miller trovò il proprio nome nei titoli.

Anni dopo, lo sceneggiatore Steven Grant ha messo nero su bianco queste due storie, le quali hanno visto la luce in Robocop – Edizione Definitiva con i disegni di Juan José Ryp e Korkut Öztekin e approdano ora in Italia grazie all’editore emiliano che crede fortemente in questi progetti.

La recensione di Robocop – Edizione Definitiva, il prezioso e avvincente volume saldaPress che racchiude le storie che Frank Miller aveva scritto come sequel del film di Paul Verhoeven

Mettiamo in chiaro le cose sin da subito: se odiate Frank Miller, questo fumetto non vi farà cambiare idea in alcun modo, quindi potete pure risparmiare i soldi. Se invece siete degli amanti sfegatati dell’autore di Olney è probabile che vi sarete già accaparrati questo volume ancora prima della sua uscita, anzi, sicuramente siete già in possesso degli albi originali in inglese.

Io mi colloco tranquillamente nel mezzo, nel senso che di Miller ho letto tanto, ne riconosco la genialità per come ha contribuito ad innovare il fumetto mondiale lungo tutta la sua carriera, ma mi fermo qui.

Non sono un suo ammiratore sfegatato, non faccio la fila davanti alla fumetteria ogni volta che esce qualcosa di suo e, più in generale, molte delle sue cose ho finito col leggerle quasi per caso.

Ecco perché mi ritengo la persona più adatta per parlare di Robocop – Edizione Definitiva, volume che, è bene ribadirlo in partenza, per la sua immensa qualità è degno di essere acquistato ed esposto in bella vista in libreria, anche solo per la copertina con vernice serigrafica lucida spessorata UV.

Oltre alle due storie originali di Miller, infatti, è presente anche un epilogo inedito scritto da Ed Brisson, il quale chiude la lunga saga di Robocop, più un piccolo apparato redazionale contenente la classica galleria delle cover originali e alcune note di sceneggiatura.

Breve sinossi di Robocop per chi non lo sapesse: il poliziotto Alex Murphy viene ucciso in uno scontro a fuoco. Trasformato in un robot da una potente multinazionale, continua ad operare come cyborg con il nome di Robocop.

La prima storia, la quale si intitola semplicemente Robocop, racconta di come il poliziotto robottone abbia avuto una sorta di esaurimento nervoso dovuto al fatto che le sue convinzioni morali sono sopravvissute. Dopo aver subito una sorta di lavaggio del cervello ad opera della seducente dottoressa Love, il nostro eroe è stato riprogrammato come un freddo automa senza emozioni. Contemporaneamente, viene messo in cantiere un nuovo progetto: un robot ancora più avanzato.

La seconda avventura, Robocop: L’ultimo baluardo catapulta il lettore in un mondo caro a Miller, quello del Giappone e delle arti marziali e vede Robocop scontrarsi con un altro cyborg di ispirazione nipponica particolarmente agile e forte.

L’epilogo finale, invece, è una breve storia celebrativa sul ruolo che ha assunto Robocop nella società americana.

Devo riconoscerlo: tutti gli autori coinvolti si sono impegnati al massimo per rendere al meglio le atmosfere di Frank Miller, la cui ombra aleggia comunque ad ogni pagina del volume.

Tutti i temi cari a Frank Miller sono presenti: le distopiche e violente società del futuro, la satira corrosiva, l’ultra violenza, i mass media e i personaggi caricaturali. Il tutto, però, filtrato da altri autori.

Quindi sì, se vi approccerete a questo volume con lo stesso spirito con cui leggereste, per esempio, Ronin o un qualsiasi capitolo di Sin City, potrebbe esserci un rischio delusione.

Se, invece, saprete valutare questo volume con obiettività, sicuramente ne ritroverete tanti aspetti positivi e le storie vi cattureranno dalla prima all’ultima pagina.

Il primo, riguarda la qualità dei tre racconti presenti: tutti divertenti, avvincenti e ricchi di adrenalina, ma anche di toccanti momenti di riflessione. In secondo luogo, i disegni: iperdettagliati, quasi morbosi nel mostrare una società decadente, ricca di copertoni bruciati, rifiuti, lamiere contorte e, perché no, un buon numero di donne prosperose. Terzo, ma non per questo meno importante, la possibilità di leggere dei sequel di Robocop migliori di quelli realmente usciti al cinema.

Insomma, un buon prodotto destinato sia agli appassionati di Miller, a patto che accettino il fatto che il loro autore preferito è comunque filtrato da altri, sia ai lettori occasionali, i quali hanno comunque l’occasione di leggersi alcune storie indubbiamente belle in una ricca versione di pregio. Mica poco, no?