Sab 27 Luglio, 2024

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Injection: La casa fredda – Recensione

Costruire un fumetto fantascientifico che esplori nuovi confini non è semplice. Da Copperhead a The Shadow Planet, giusto per citare altri due prodotti marchiati saldaPress, la narrazione fantascientifica ha cercato di coniugare il rispetto di tematiche classiche con un guizzo di originalità. Chi ha voluto andare oltre ogni limite è Warren Ellis, che con il suo Injection ha voluto offrire ai lettori una linea di pensiero innovativa.

Partendo dal presupposto che la nostra civiltà sembra essersi arrestata, se rapportata ai grandi step evolutivi in campo tecnologico dei precedenti decenni, Ellis ha immaginato cosa potrebbe accadere se questo meccanismo evolutivo venisse forzatamente rimesso in marcia. Da questa spinta, vista nel primo capitolo di Injection, è nata l’Inoculazione, una intelligenza artificiale che unisce in sé le diverse competenze di differenti esperti, dalla scienza all’hacking passando alla magia.

Injection continua la sua interessante corsa con il terzo capitolo, La casa freddda

Con La Casa Fredda, terzo volume, continua ad esser presente una tipologia narrativa che alterna i ‘padri’ di questa intelligenza artificiale, costretti ad affrontare questa progenie ribelle ed in costante, preoccupante evoluzione, ognuno sul proprio terreno.

Tocca quindi alla geniale informatica Brigid Roth affrontare ora l’Inoculazione. Brigid ha il dono di interfacciarsi con qualsiasi apparecchiatura e strumentazione informatica, in modo da poter controllare e assorbire informazioni. Questa sua competenza viene richiesta da una delle sue compagne nella creazione dell’Inoculazione, ora responsabile dell’Unità di Crosscontaminazione, agenzia governativa che deve limitare i danni del loro errore.

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Inviata in Cornovaglia, Brigid indaga su dei misteriosi ritrovamenti di cadaveri presso un’antica costruzione megalitica. Indubbiamente l’Inoculazione sta architettando qualcosa, e le competenze speciali di Brigid possono esser essenziali nell’impedire che la situazione degeneri.

Personalmente, credo che Injection sia una delle serie peggio considerate attualmente sul mercato. La saga di Warren Ellis riesce a partire da un presupposto tangibile nel nostro quotidiano, costruendo una storia che appassiona il lettore grazie ad una particolarità: dei protagonisti detestabili.

Responsabili di questa sciagura imminente, i protagonisti di Injection non sono assolutamente remissivi, ma anzi mostrano una profonda tendenza ad esser asociali, spocchiosi e in generale particolarmente detestabili. E io li adoro, per questo. Il loro carisma vive di questo, grazie a quei momenti in cui, pur essendo in difficoltà, risolvono il tutto con la loro ostinata supponenza.

Con La casa Fredda, Ellis conferma questa tendenza. Brigid Roth è forse la più affascinante dei personaggi visti finora. Fa leva su un certo richiamo al mondo nerd ma non ne è vittima, interagisce in modo smaccatamente infastidito con chiunque le si ponga di fronte, ma riesce a trovare un minimo di equilibrio con determinate persone.

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E in tutto questo si colloca una storia che lentamente prende piede, non con un ritmo iperdinamico, ma pacato, volutamente lento, quasi a voler rispecchiare la progressiva evoluzione dell’Inoculazione ad entità senziente. Il tutto condito da quella continua presenza discreta dell’intreccio tra scienza e folklore, tra la mente razionale e la mitologia britannica.

Injection merita di esser letto proprio per questo. Siamo lontani da un X-Files, ma per maggior profondità, per una definizione di un canone di scienza paranormale con dei punti fermi precisi, che al momento sono più percepiti che evidenti. Ellis non è certo nuovo a questa narrazione dai ritmi lenti, ma riesce ad evitare la noia inserendo dei momenti di alta intensità al momento giusto, spingendoci a volerne di più.

In questo è aiutato anche da Declan Shelvey e Jordie Bellaire. Il tratto di Shelvey è uno dei più interessanti al momento su piazza. La sua capacità di creare un perfetto integrarsi di elemento reale e ‘esterno’ è una delle forze di Injection. Dinamismo, profondità emotiva e una visione unica ed appagante delle scene sono sempre impeccabili, con una sensazione di pulizia e vitalità che anima ogni tavola. AL primo impatto, i disegni di Shelvey non sembrano distanziarsi da una scuola moderna, ma classica, eppure il suo modo di interpretare la trama di Ellis è personale, lo riconosci subito.

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Bellaire si riconferma un colorista eccellente. Specialmente con questo terzo volume di Injection, dove dei particolari fenomeni luminosi diventano una sfida. La creazione di elementi di contrasto cromatico, con eccessi di tinte acide contrapposte a luminosità intense, era fondamentale per trasmettere al meglio l’avventura di Brigid. Bellaire non si scompone, riesce a dare ugual intensità ad ogni tinta, ad ogni situazione.

saldaPress, editore italiano della serie di Ellis, ha per l’ennesima volta scelto di offrirci una lettura unica, diversa. Il catalogo di questa casa editrice è, al momento, uno dei miei preferiti, grazie al coraggio nella scelta di comics d’oltreoceano innovativi, che vengo portati sulle nostre librerie con dei volumi di ottima fattura.

Prima che in saldaPress si sentano troppo baldanzosi, vorrei sapessero che le attese tra un volume e l’altro di Injection sono una tortura. Scherzi a parte, non è ovviamente colpa dell’editore italiano, ma questa sofferenza per conoscere sempre di più il mondo di Injection è la conferma di quanto la serie di Ellis sappia far presa sul pubblico.

O forse, questo pezzo lo ha scritto l’Inoculazione, non si può mai sapere…

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