Esso – L’Ultimo Fumettista: la saga completa! – Recensione

esso l'ultimo fumettista

La recensone di Esso – L’Ultimo Fumettista, l’albo che racconta la storia di un moderno fumettista indipendente

Un fumetto, fatto per chi si interessa di fumetti e che parla di chi fa fumetti.

Con questo “fumettoso” giro di parole, vi ho introdotto Esso L’Ultimo Fumettista, un volumetto, edito da ManFont che raccoglie tutta la serie scritta a più mani da Manfredi Toraldo, Marco Daeron Ventura, Luca Amerio, Camillo Bosco e Luca Baino e illustrata da Giorgio Abou Mrad, che racconta le prodezze di un moderno fumettista indipendente, Esso appunto.

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Esso – Copertina

Le gioie e i dolori di chi si dedica ad una così difficile, ma sicuramente soddisfacente, professione non ci vengono presentati come uno spaccato di vita vera, ma sotto forma di una graffiante parodia dell’ambiente fumettistico stesso, oltre che a tutto quello che gravita intorno a questo mondo.

La storia inizia con il nostro prode fumettista che si accinge a raggiungere il Lucca Comics and Games per cercare di stappare qualche buon contratto con qualche nuovo editore.

Già dalle prime pagine ci rendiamo subito conto del taglio che gli autori hanno voluto dare alla storia. Il viaggio verso la convention e, soprattutto, Lucca stessa, è visto come fosse ambientato in un universo che pesca a grandi mani dall’iconografia post catastrofica e con la civiltà andata a ramengo: tipo Mad Max o The Walking Dead, tanto per capirci ma, ovviamente, in chiave ironica.

Per quanto riguarda quest’aspetto, signori miei, devo proprio dire che la rappresentazione di Lucca (ma potrebbe essere tranquillamente qualsiasi altra convention di fumetti o videogames, grande o piccola non importa) è particolarmente azzeccata. Provare per credere.

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In questa bolgia dantesca, il nostro prode Esso dovrà muoversi con cautela, visto che il suo obbiettivo pare essere molto, ma molto difficile da realizzare. Inoltre, la strada per la sua riuscita è piena di strane situazioni e di grotteschi nemici.

Come personaggio in sé, Esso ha le classiche caratteristiche dell’antieroe piuttosto disincantato e con un atteggiamento da rock star che lo porta a vantarsi dei suoi occasionali sexual intercourses con cosplayers e groupies varie, a menare poderosi fendenti col suo micidiale volume brossurato che non esita a brandire a mo’ di mannaia e ad agire in maniera “creativamente folle”, spesso citando o facendo il verso a molti punti fermi dell’iconografia del mondo “nerd“.

Tutto ciò, a mio avviso, lo rende un personaggio decisamente simpatico.

Anche la storia in sé stessa è un continuo susseguirsi di rimandi e citazioni a film, videogiochi, altri fumetti e serial tv: alcuni sono smaccati messi fieramente in bella mostra, altri invece sono più sottili, marginali o nascosti, magari comprensibili a prima vista solo da veri appassionati del soggetto citato in questione.

Che siano palesi o nascoste però, queste citazioni e “easter egg” sono comunque molto intelligenti e contribuiscono non poco all’atmosfera generale del fumetto, così anche come il tratto dei disegni e la caratterizzazione dei vari personaggi.

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Tutto bene dunque? Purtroppo no.

Esso è un bel fumetto ne, a conti fatti, risulta anche davvero spassoso. Però, e mi duole dirlo, è un po’ troppo specialistico.

Mi spiego meglio: la storia, di per sé, non è una cannonata, ma si basa (e trae forza) proprio dalla particolarità del soggetto, dalla voglia di raccontare, con ironia, tutti gli scazzi di una professione che, a un lettore non entrante con l’argomento, potrebbe sembrare idilliaca.

Qui, sta tutta l’essenza di questo lavoro: secondo me Esso è un volume che verrà acquistato solo da “addetti ai lavori” a vari livelli.

Il lettore di fumetti non a livello “pro” lo vedo difficilmente invogliato a provare un titolo del genere.

In breve, temo che Esso sia un fumetto che non possa venir compreso nella maniera giusta, e quindi apprezzato, da buona parte dell’utenza, forse da troppa e, sinceramente, credo sia davvero un peccato.