Dreadnought: Grey Box schiera la sua flotta!

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Grey Box mostra i muscoli con le sue colossali astronavi, impegnate in una guerra senza tregua: che la conquista dello spazio abbia inizio!

Pare che dopo anni di mezzi agili e scattanti, di caccia stellari monoposto che sfrecciano fulminei in scontri iper-adrenalinici, sia finalmente giunto il momento della riscossa per le grosse, lente e massicce capital ships (ammiraglie, per noi non anglofoni), finora poco considerate perché viste solo come dei perfetti bersagli! Giusto qualche giorno fa abbiamo parlato di Fractured Space, il titolo free-to-play che ha in un certo senso liberato le ammiraglie spaziali dal ruolo di semplici comprimarie, elevandole a vere protagoniste delle battaglie; seguendo la scia del successo di Fractured Space, Grey Box sta lavorando al diretto concorrente del gioco di Edge Case Games, attualmente ancora in fase di beta: Dreadnought.

Ho iniziato a seguire Dreadnought da qualche mese, in concomitanza con l’apertura della closed beta; la molla che mi ha spinto a seguire lo sviluppo del titolo di Grey Box è stato il divertimento provato con Fractured Space, e che è diventato il punto di paragone con cui i programmatori di Dreadnought si sono dovuti confrontare per tutto il loro percorso.

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Il nostro hangar in Dreadnought, dove personalizzeremo le nostre astronavi

Come da copione, in Dreadnought non è necessario una gran trama per motivare il conflitto che vivremo, ma la storia alla base ci catapulta nel bel mezzo dell’ennesima guerra spaziale per lo sfruttamento delle risorse, e ora che sappiamo che non lottiamo per niente (perché saremo guerrafondai, ma la coscienza vuole la sua motivazione!) ci possiamo tuffare pienamente nel vivo dell’azione.

Gear Box ha cercato di fondere l’impostazione di due brand molto forti nel settore free-to-play, il citato Fractured Space e World of Warship. Se il primo titolo mostra chiaramente quale parte di Dreadnought abbia ispirato, per comprendere in cosa Dreadnought sia mutuato dal simulatore navale di Wargaming.net dobbiamo addentrarci nell’evoluzione del nostro alter ego.

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Dreadnought mette in mostra un ottimo sistema di combattimento

Dreadnought ci mette a disposizione una flotta divisa in tre diversi gradi (Recruit, Veteran, Legend), ognuna con un range di tier di navi disponibili. I tier (che potremmo equiparare a dei livelli) sono cinque, e ognuno offre delle versioni migliorate delle diverse classi di navi disponibili.

Come per World of Warship, per raggiungere i tier successivi, bisogna prima muoversi lungo il tech tree di ogni singola categoria di astronave, sbloccando alcuni essenziali potenziamenti che costituiscono i requisiti essenziali per raggiungere determinate classi successive; in base al percorso di gioco che vogliamo seguire, e quindi al tipo di nave che ci interessa, possiamo scegliere un determinato ramo del tech tree, spendendo oculatamente sia i punti di classe (che sono necessari per sbloccare i nuovi rami del tech tree) che la moneta in game, con cui acquistare i potenziamenti che vogliamo installare sulla nostra astronave.

Facendo un paragone con Fractured Space, la creazione della nostra flotta diventa più lunga, ma anche più varia, con una maggior selezione di aspetti da curare e di diversi layout che possiamo allestire per le nostre astronavi. Una selezione che consente un gameplay tatticamente più vario.

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Dreadnought ha un tech tree vario e ben strutturato

Dreadnought punta molto sulla diversificazione dei ruoli, tenta di portare i giocatori a creare delle sinergie tra le diverse astronavi in modo da dare origine a tattiche sempre nuove. Da questo punto di vista è preferibile a Fractured Space, visto che l’ossatura del gioco spinge a elaborare tattiche sempre nuove e che si adattino sia agli avversari che ai differenti terreni di scontro (due mappe sono ambientate su un pianeta!).

Certo, il vero scoglio rimane il dover interagire con giocatori che spesso vedono la tattica in modo diverso, ma il livello medio del giocatore di Dreadnought è piuttosto alto, sono rare le partite in cui non ci arriva alla fine con la soddisfazione di avere giocato un bel match, anche nelle sconfitte.

https://youtu.be/0JNr_-c-oww

Se a questo aggiungiamo un design delle astronavi decisamente accattivante ed una grafica estremamente curata, abbiamo a che fare con un titolo di ottima fattura. Pur essendo un titolo free-to-play, alla Gear Box un profitto devono tirarlo fuori, quindi anche qui compaiono i famigerati acquisti in app, che consentono come tradizione di sbloccare prima determinati oggetti e soprattutto armi che possono cambiare drasticamente l’equilibrio degli scontri; se vogliamo trovare una pecca a Dreadnought è questa, ma è come volere combattere una guerra già persa in partenza, visto che sfortunatamente sembra proprio questo il nuovo trend dei videogames F2P.

In conclusione, Dreadnought o Fractured Space? Entrambi, perché sono due diverse concezioni di una stessa tipologia di gioco, ognuna con punti forti e debolezze; personalmente, in questa fase dello sviluppo preferisco Dreadnought, proprio per la maggior complessità del tech tree e la potenzialità maggiore in termini di tattica nelle partite.