Sab 26 Aprile, 2025

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Under Paris, squali nella Senna – Recensione

Under Paris è l’ennesimo film che si aggiunge all’infinita lista di lungometraggi con protagonisti squali mangiatori di uomini, nei posti più improbabili. Ma nel tentativo di voler distinguersi da tutto il resto del mercato ittico, gli sceneggiatori del film originale Netflix hanno avuto la geniale idea di ambientare il tutto nella Senna, anche se il titolo originale, Sous la Seine (Sotto la Senna), resta un po’ ambiguo: non avrebbe avuto più senso Nella Senna? Cioè lo squalo sta in acqua, non sottoterra.

Ma è solo una delle tante cose assurde del film.

La recensione di Under Paris

Sophia è una biologa marina, che si occupa di seguire squali mako nella zona della grande isola di plastica che galleggia nell’oceano Pacifico. In particolare, l’interesse di Sophie e della sua squadra di squalologi è per Lilith, esemplare femminile di squalo mako che, senza nessun motivo, dall’essere lungo “appena” 2,5 metri si ritrova improvvisamente a raggiungere i 5 metri di lunghezza.

Dopo aver fatto fuori la squadra di Sophie, che comprendeva anche il marito di quest’ultima, Lilith quasi uccide anche la nostra biologa che, però, per il solo fatto di essere la protagonista del film, si salva miracolosamente.

3 anni dopo Sophie lavora all’acquario di Parigi, senza sapere che Lilith ha deciso di risalire la Senna, probabilmente perché sentiva la mancanza della sua amichetta umana.

Under Paris

Dall’Oscar agli squali il passo è breve

Ad interpretare Sophie c’è Berenice Bejo, attrice candidata all’Oscar per The Artist, ormai 13 anni fa, che dopo la nomination è sparita dai radar del cinema internazionale per concentrarsi su quello europeo e francese. Se questo era il film che avrebbe dovuto rilanciarla, temo che non sentiremo parlare di Berenice Bejo per almeno altri 12 anni. Va detto che lei il suo lo fa, e probabilmente è l’unica del cast che riesce a mettere insieme almeno due espressioni facciali.

Il protagonista maschile del film, è Adil, capo brigadiere della polizia fluviale. Sì, a quanto pare esiste una polizia fluviale che controlla la Senna, e stando a quanto mostrato in Under Paris, sono tutti dei militari in stile Navy Seals. Se tanto mi da tanto, la versione francese dei Navy Seals sono gli Avengers.

L’interprete di Adil è Nassim Lyes, attore francese con la personalità di un comodino dell’Ikea, con la differenza che il comodino, messo nelle giuste condizioni, potrebbe anche essere in grado di recitare.

Under Tension

Under Paris è un film francese prodotto da Netlfix, diretto da Xavier Gens, che ha poche pretese e le poche che ha riesce a disattenderle tutte. Non riesce a trasmettere un briciolo di tensione nelle scene dove dovrebbe essercene e, quando decide di virare sulle vicende dei personaggi principali, diventa di una noia mortale.

Xavier Gens riesce anche a sprecare l’unica idea decente presente in sceneggiatura: lo squalo Lilith si è fatta un nido nelle catacombe di Parigi. Dei ragazzini attivisti cercano di salvare lo squalo dai tentativi di cattura della polizia fluviale, finendo praticamente tutti in acqua diventando il pasto per Lilith. Il fatto è che è girato tutto in maniera confusionaria e lo squalo viene mostrato poco e male.

Va bene che Spielberg ci ha insegnato che meno mostri il mostro più crei tensione, ma non funziona se nella prima inquadratura del film me lo mostri a tutto schermo, in una CGI a dire il vero non così pessima.

Critica sociale

Non riuscendo a creare tensione e non essendo in grado di raccontare i drammi dei protagonisti, Under Paris tenta di inserire nella sua trama anche un pizzico di critica sociale.

A Parigi , Sophie incontra Mika, ragazzina attivista che vuole salvare a tutti i costi Lilith dalle grinfie della temibile polizia fluviale. Interpretata da Lea Leviant, Mika è un versione scialba di Greta Thumberg, con tanto di cappottino giallo. Inutile dire che i suoi ideali e la sua cocciutaggine le fanno fare una fine abbastanza scontata.

Altro personaggio che potrebbe rappresentare una critica al mondo politico è il sindaco di Parigi, interpretato da Anne Marvin, che nonostante la presenza di uno squalo di 5 metri decide di non annullare il triathlon (che si deve svolgere nella Senna) in una brutta imitazione del sindaco di Amity de Lo Squalo. Ovviamente sapete già come andrà a finire.

Insomma le vittime della critica sociale di Under Paris sono Greta Thumberg e un sindaco donna. “Complimenti” a regista e sceneggiatori per essere al passo coi tempi.

Darwinismo

Under Paris inizia con la citazione di Charles Darwin: “Non sono le specie più forti che sopravvivono, ma quelle che si adattano meglio al cambiamento”. Detto questo, come dicevamo lo squalo protagonista del film è uno squalo mako che ha subito delle mutazioni genetiche, senza che ne venga spiegato il motivo.

Lilith è un animale che si è perfettamente adattato ai nostri tempi, al contrario degli sceneggiatori, una femmina completamente indipendente, talmente indipendente da riprodursi per partenogenesi, (cioè senza il bisogno di accoppiarsi) e quindi rendendo superflui i maschi della sua specie.

Di solito l’evoluzione ci mette migliaia di anni per modificare una specie, e il fatto che gli squali sono rimasti più o meno gli stessi dai tempi dei dinosauri, rende il tutto più assurdo di quanto già non lo sia. Ok, per un film del genere nessuno si aspetta una plausibilità scientifica, ma se inizi il film con Darwin, un po’ te la vai a cercare.

Squali, squali ovunque

Se siete arrivati a leggere fino a qui probabilmente la voglia di vedere Under Paris vi è già passata, e quindi ora parliamo del finale (se invece volete farmi male, fermatevi qui). Con un espediente di trama assurdo anche per un film del genere, Parigi viene sommersa da uno tsunami proveniente dalla Senna. I nostri due protagonisti sopravvivono all’onda anomala ma si trovano circondati da Lilith e dalla prole.

Il film finisce così, ma la “chicca” è nei titoli di coda: vediamo le cartine geografiche delle principali città bagnate da corsi d’acqua quali Londra, New York, Venezia, ecc. e una linea rossa che lambisce le coste dei vari fiumi in tutto al modo. Dobbiamo forse preparaci a Under London, Under New York, Sotto Venezia? Netflix sta creando l’Under City Universe? In realtà questo film è il prequel de Il Pianeta degli Squali? Al momento non abbiamo risposta a nessuna di queste stupidissime domande, ma la legge di Murphy insegna che non c’è limite al peggio.