La serie The Sandman di Netflix ha sorpreso più volte i fan con fedeltà e omaggi al materiale originale, ma dietro le quinte c’era un’idea che avrebbe fatto esplodere l’entusiasmo: un cameo di Batman nel finale di stagione. Allan Heinberg, co-creatore e showrunner, ha rivelato che la possibilità era stata “brevemente” discussa dal team creativo.
Un legame con l’universo DC mai dimenticato
Chi conosce il fumetto originale di Neil Gaiman sa che The Sandman è radicato nel DC Universe, soprattutto nelle prime storie. Nei fumetti, personaggi come Martian Manhunter, Mister Miracle e Batman compaiono in momenti chiave, incluso il funerale di Morpheus narrato in The Wake.
L’adattamento Netflix ha scelto di mantenere questi legami in modo più sottile, come nel caso della scena con le action figure DC di Jed. Nonostante ciò, l’idea di far apparire il Cavaliere Oscuro nel finale è stata valutata. Heinberg ha spiegato:
“Abbiamo parlato di ‘Robert Pattinson vuole venire al funerale?’ Brevemente ne abbiamo discusso, ma solo brevemente.”
Anche solo un’ombra di Batman tra i presenti al funerale avrebbe mandato i fan in visibilio, replicando il momento iconico del fumetto in cui l’eroe di Gotham scambia parole con Clark Kent.
Superman e gli altri riferimenti DC nella serie
Nonostante Batman sia rimasto fuori scena, la produzione non ha rinunciato ai riferimenti al mondo DC. L’episodio bonus Death: The High Cost of Living introduce diversi omaggi a Superman, eroe preferito di Sexton nei fumetti.
Heinberg ha chiarito che non c’era alcun collegamento con il nuovo film di James Gunn:
“Non so nemmeno se James Gunn guardi la serie, ma spero di sì. Ho cercato di inserire quanti più riferimenti DC possibili. Superman è il simbolo più pulito dell’eroismo e Sexton, nonostante il momento difficile, è un personaggio con ideali e sogni molto grandi.”
L’uso di questi richiami non è una novità per lo showrunner, che ha ammesso di inserire riferimenti ai fumetti DC in tutto ciò che scrive.
Senza Batman, il finale di The Sandman ha comunque mantenuto la sua forza narrativa, offrendo una chiusura potente e rispettosa dell’opera di Gaiman, pur mantenendo una sua identità originale.