Dieci anni fa, quando Il Risveglio della Forza debuttò al cinema, la saga di Star Wars ci presentò un nuovo villain dal design iconico: Kylo Ren.
La sua La sua ossessione per Darth Vader è stata palese fin dall’inizio, ma il suo rapporto con l’eredità dei Skywalker è sempre rimasto un po’ fumoso e addirittura quasi ignorato nei due film successivi, tanto da banalizzare l’intera trilogia sequel che, in molti, diciamoci la verità, sono pronti a disconoscere. Insomma, quello che è mancato è proprio il far luce su cosa Ben Solo voleva davvero “finire” parlando del lavoro del nonno.
La risposta, dieci anni dopo, arriva finalmente grazie a Star Wars: Legacy of Vader #11, la serie a fumetti Marvel firmata da Charles Soule e Luke Ross che decide di ripescare un pezzo di lore che la trilogia sequel aveva appunto dimenticato.
Quando l’ossessione diventa identità: il piano folle di Vanée
Ambientato tra Gli Ultimi Jedi e L’Ascesa di Skywalker, questo nuovo capitolo vede Kylo Ren confrontarsi con Vanée, lo storico servitore di Darth Vader. Uno che definire “fanatico” sarebbe riduttivo: il tizio non solo venerava Vader, ma era convinto di poterlo… replicare. E indovinate chi ha scelto per la versione 2.0 del signore dei Sith?
Proprio lui, Ben Solo, che per tutta la vita aveva sentito una presenza oscura alle calcagna, credendo fosse il nonno, quando invece era Palpatine.
Vanée, in un colpo di scena, droga Kylo Ren, lo trascina a Mustafar e tenta di battezzarlo nella lava del pianeta e gli piazza addosso un elmo di Darth Vader, con l’intenzione di fonderlo letteralmente nell’icona del suo padrone.
È come se qualcuno avesse preso la fantasia dei fan “Kylo è il nuovo Vader” e avesse detto: “Ok, facciamolo sul serio. E rendiamolo anche terribilmente inquietante.”
Kylo Ren sceglie finalmente di essere… Kylo Ren
La cosa però non va come Vanée sperava. Anzi: è il primo vero atto di emancipazione di Kylo Ren.
Il nostro bad boy preferito della trilogia sequel rifiuta il ruolo di sostituto, rigetta la maschera del nonno e afferma, con una sicurezza che finalmente non sembra solo posa: “Sono già tutto ciò che devo essere.”
È un punto di svolta potente, perché ridefinisce anche la sua futura redenzione: Kylo Ren non smette di essere Kylo Ren perché è come Vader, ma perché comprende di essere altro. Il restauro della sua maschera in Episodio IX assume così un nuovo significato: è la riaffermazione della propria identità.
Quello che per anni sembrava un villain in crisi d’identità trova finalmente la sua voce. E ironia della sorte, proprio questo atto di autoaffermazione sarà la prima pietra del suo abbandono del lato oscuro e il ritorno come Ben Solo.
Un momento importante e potente per la saga
Perché questa storia è importante per il fandom e per la lore di Star Wars?
- Colma un buco enorme lasciato dalla trilogia sequel.
- Spiega in modo elegante perché Kylo non ha mai capito davvero Vader.
- Riporta in scena Mustafar, Vanée e l’eredità Sith delle origini.
- Offre il momento più “cazzuto” di Kylo dai tempi del duello di Crait.
- E, finalmente, dà senso al suo percorso tra Jedi, Sith e… sé stesso.
Che si ami o si odi la trilogia sequel, questo fumetto fa una cosa rara: rende più coerente uno dei personaggi più contestati e più affascinanti dell’intera saga.
Star Wars: Legacy of Vader #11 è già disponibile negli USA e speriamo possa arrivare presto anche nel nostro paese.



