È la fine di un’epoca. My Hero Academia, il manga che ha trasformato una generazione di lettori in devoti fan del mondo dei “quirk”, chiude il sipario anche in Italia. Dopo dieci anni di combattimenti, lacrime, risate e One For All, il volume numero 42 arriva nelle edicole e nelle librerie con tutta la pompa magna che un evento così merita.
A partire da oggi Star Comics pubblica la Celebration Edition dell’opera, una versione deluxe che più che un manga è un piccolo scrigno per collezionisti: sovraccoperta esclusiva, mini-poster, illustration card, sticker, sottobicchieri, card dorata e persino un mini-shikishi per dire addio con stile a Deku e compagni. E se proprio non riuscite a mettere le mani su questa versione, niente paura: il 1° luglio arrivano anche la regular e la variant, quest’ultima con copertina che, unita a quella del volume 41 variant, forma un’illustrazione epica con Deku e Bakugo fianco a fianco.
Il mito dei supereroi con gli occhi del Sol Levante
Lanciato nel 2014 da Kohei Horikoshi su Weekly Shonen Jump, My Hero Academia è diventato in breve un gigante del manga con oltre 100 milioni di copie vendute. Ma il suo merito non è stato solo commerciale: ha ridefinito il concetto di “shonen” moderno, mescolando la mitologia del supereroe americano con la sensibilità narrativa del fumetto giapponese. Ha fatto scuola, letteralmente. Ed è riuscito dove in molti hanno fallito: rendere i superpoteri una questione di cuore, non solo di muscoli.
Izuku Midoriya, alias Deku, è l’eroe con cui tutti noi ci siamo identificati almeno una volta: senza poteri in un mondo che ne è pieno, bullizzato, insicuro, eppure determinato a fare la cosa giusta. La sua crescita, tanto emotiva quanto fisica, ha ispirato milioni di lettori e ha dimostrato che l’eroismo non si misura con la forza bruta, ma con la capacità di sacrificarsi per gli altri. Plus Ultra, dopotutto, non è solo uno slogan: è uno stile di vita.
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My Hero Academia: un’eredità immortale
Il manga non ha solo conquistato il cuore dei lettori, ma ha fatto esplodere tutto un ecosistema mediatico: sette stagioni anime (con l’ottava e ultima in arrivo), quattro film, spin-off, videogiochi, action figure e merchandise a profusione. Non a caso, My Hero Academia ha ricevuto anche il prestigioso Harvey Award nel 2019 come miglior manga. È stato il titolo giusto al momento giusto, capace di parlare sia ai fan hardcore dei manga che a chi veniva dal mondo dei fumetti americani.
Horikoshi ha saputo costruire un universo narrativo solido e sfaccettato, popolato da personaggi memorabili: da Bakugo a Shoto Todoroki, da Uraraka a Endeavor, fino ai villain come Shigaraki e l’inquietante All For One. Tutti, nel bene o nel male, portano avanti la stessa riflessione: che cos’è davvero un eroe?
Il futuro dei quirk
Con la fine di My Hero Academia, si chiude anche un ciclo che ha segnato profondamente il mondo del manga contemporaneo. Ma non è certo un addio: è un arrivederci. Perché le storie di Deku continueranno a vivere nei cuori dei fan, nelle maratone anime, nei cosplay, nei forum e, chi lo sa, magari in qualche futuro sequel o spin-off ufficiale.
Nel frattempo, non resta che correre in fumetteria (o online, va bene lo stesso) e recuperare il volume 42 in una delle sue tre edizioni. Preparate i fazzoletti, perché l’ultima battaglia è arrivata. E come direbbe All Might: “Ora tocca a te!”.