Gio 19 Giugno, 2025
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Hideo Kojima ha riscritto la storia di Death Stranding 2 perché “piaceva troppo”

Nel mondo dei videogiochi, pochi creatori osano fare quello che ha fatto Hideo Kojima. Mentre la maggior parte degli sviluppatori si sentirebbe rassicuratə da un feedback estremamente positivo durante i test interni, lui ha reagito in modo diametralmente opposto: ha deciso di riscrivere parti fondamentali di Death Stranding 2 perché il gioco, a suo dire, piaceva troppo.

A raccontarlo è stato Yoann Lemoine, compositore e collaboratore di lunga data di Kojima, conosciuto anche come Woodkid. In un’intervista a Rolling Stone, ha rivelato un retroscena piuttosto emblematico sul processo creativo dietro al sequel:

“Abbiamo fatto dei test con alcuni giocatori e il risultato è stato troppo positivo. La gente lo amava. Per Kojima, questo era un segnale d’allarme. Mi ha detto: ‘Se a tuttə piace, allora è troppo convenzionale. Significa che è già stato assimilato. Non voglio questo. Voglio che la gente arrivi ad amare qualcosa che inizialmente non gli piaceva.’”

Death Stranding 2: emozione, disorientamento e visione autoriale

Il concetto non è nuovo per chi conosce la filosofia di Kojima. Già il primo Death Stranding aveva diviso il pubblico con la sua struttura insolita: un gioco incentrato sul trasporto di pacchi in un mondo post-apocalittico invaso da creature invisibili, a metà tra il simulatore di camminata e la performance artistica. Nonostante (o forse grazie a) le sue stranezze, è diventato uno dei titoli più discussi della scorsa generazione.

Con Death Stranding 2, Kojima non solo non intende “correggere il tiro”, ma vuole spingersi ancora oltre. Secondo quanto raccontato da Lemoine, è intervenuto direttamente sulla sceneggiatura e su momenti chiave della storia, nel tentativo di evitare l’effetto “già visto” e sfidare la percezione del pubblico.

Norman Reedus: “La storia è più chiara, ma non meno intensa”

Curiosamente, Norman Reedus, che torna nel ruolo di Sam Porter Bridges, ha dichiarato che la trama del sequel sarà “più digeribile” rispetto al primo capitolo. Questo però non deve far pensare a un allineamento ai gusti del pubblico di massa. Kojima sembra determinato a evitare qualsiasi forma di compromesso, e a mantenere viva quella tensione creativa tra sorpresa, smarrimento e rivelazione che ha sempre contraddistinto le sue opere.

In un mercato spesso dominato da sequel prevedibili e contenuti rassicuranti, Death Stranding 2 si presenta come un progetto che non vuole piacere a tuttə subito. Ed è proprio questo a renderlo, potenzialmente, un’opera davvero significativa.