Ryan Reynolds è riuscito a costruire uno dei franchise supereroistici più popolari degli ultimi anni con la saga di Deadpool, un percorso che lo ha portato molto lontano dal suo primo grande tentativo nel genere: Lanterna Verde del 2011. Il film non ha mai convinto pubblico e critica, e Reynolds stesso ha spesso scherzato sul risultato, trasformando quella esperienza in una parte divertita della sua storia professionale. Negli ultimi mesi però l’attore si è ritrovato a convivere con quel titolo molto più di quanto avrebbe immaginato, e tutto per via di un dettaglio estremamente domestico. Durante un incontro del Wall Street Journal’s Leadership Institute, gli è stato chiesto di riflettere su uno dei fallimenti più importanti della sua carriera, e la risposta ha mostrato un lato umano e ironico del suo rapporto con il film.
Il “fallimento” che torna ogni giorno sullo schermo di casa
Reynolds ha spiegato di riuscire oggi a ridere di Lanterna Verde, pur riconoscendo che molti lo considerano il suo vero passo falso. La parte divertente è che in casa sua quel film non smetterà di tornare, perché è il preferito di suo figlio, che lo guarda quotidianamente. L’attore ha raccontato di aver dovuto imparare a passare davanti allo schermo senza pensare a ogni singola scelta produttiva o creativa che avrebbero potuto fare in modo diverso. È una situazione che pochi professionisti vivono: un progetto percepito come un errore che diventa parte della routine familiare, ripetuto giorno dopo giorno come se fosse un piccolo rito. La scena descritta da Reynolds rivela il modo in cui un artista può arrivare a convivere con il proprio passato, trovando una forma di equilibrio persino con ciò che non avrebbe mai voluto rivedere.
Un percorso che porta da Lanterna Verde al successo di Deadpool
Il contrasto tra Lanterna Verde e la strada percorsa con Deadpool rappresenta una trasformazione significativa nell’immagine professionale di Reynolds. Con Deadpool ha trovato un personaggio più vicino alle sue corde, capace di sfruttare il suo tono ironico, il suo ritmo comico e il suo stile comunicativo. Quel successo ha ridefinito la percezione del pubblico, rendendo il capitolo Lanterna Verde quasi un aneddoto nella sua carriera. L’attore, però, non si tira indietro dal raccontarlo, perché proprio quel fallimento gli permette di mostrare come un percorso possa evolversi nonostante gli inciampi iniziali. Il fatto che ora quel film diventi una presenza quotidiana nella sua vita familiare aggiunge un livello inaspettato a questa storia professionale.
Una riflessione sincera sul rapporto con i propri errori
Reynolds ha spiegato che tutti hanno momenti che preferirebbero dimenticare, e che nel suo caso la cosa curiosa è vederli riproposti continuamente da suo figlio, ignaro di tutto ciò che gravita attorno al film. Il racconto non è soltanto una battuta, ma un modo per condividere un’idea molto semplice: un errore può trasformarsi in un riferimento affettivo, in qualcosa che trova un posto nuovo e diverso nella vita quotidiana. Questa consapevolezza gli permette di guardare a quel progetto senza imbarazzo, con una normalità che gli anni di distanza gli hanno concesso. È un esempio di come la percezione del fallimento possa cambiare col tempo, e di come un artista possa imparare a vedere il proprio lavoro passato con un occhio più morbido.

