La serie It: Welcome to Derry, prodotta da HBO, sta allargando l’universo narrativo di Stephen King in modi che stanno sorprendendo anche i lettori e gli spettatori più esperti. L’ultimo episodio ha introdotto un collegamento diretto con Le ali della libertà, storia che molti considerano il suo capolavoro assoluto. Ambientata nel 1962, la serie ci porta a esplorare ancora più a fondo la storia oscura della città di Derry, intrecciando nuovi eventi con figure note provenienti da altri angoli dell’universo kinghiano.
Un crossover che arricchisce la mitologia di Stephen King
Una delle connessioni più significative riguarda Dick Hallorann, il cuoco dotato di poteri psichici già apparso in Shining. In Welcome to Derry lo vediamo collaborare con le autorità, sfruttando la sua “luccicanza” per indagare sulla natura dell’entità maligna nota come It. L’idea che qualcuno possa tentare di comprendere o addirittura controllare questa forza distruttiva apre scenari narrativi molto interessanti, perché ci permette di osservare il male attraverso un punto di vista diverso da quello tipico della saga.
La serie, però, decide di spingersi ancora oltre. Nel terzo episodio, Hank Grogan viene accusato ingiustamente del massacro al Capitol Theater, un crimine che sappiamo essere opera di Pennywise. Il capo della polizia, Clint Bowers, figura corrotta e apparentemente antenato del celebre bullo Henry Bowers, sceglie di punire Hank con un gesto esemplare. Durante un interrogatorio, gli dice che verrà mandato alla Shawshank State Prison (la prigione de Le ali della Libertà), aggiungendo una frase che suona come una condanna definitiva: «Sai cosa fanno ai killer di bambini a Shawshank?». La comparsa del pullman con la scritta Shawshank State Prison non è un semplice richiamo per i fan: sancisce ufficialmente il ritorno di uno dei luoghi più iconici del mondo di King.
Shawshank nel 1962: una scelta che funziona anche nella cronologia
Il collegamento con Le ali della libertà non è solo narrativamente suggestivo. Funziona anche dal punto di vista temporale. Welcome to Derry è ambientata nel 1962, esattamente nel periodo in cui Andy Dufresne era ancora detenuto (1947–1966). Anche Red si troverebbe ancora dietro le sbarre. Non c’è alcun segnale che la serie intenda reintrodurre questi personaggi, e un recasting rischierebbe di distogliere l’attenzione dalla storia principale. Ma il semplice fatto che condividano la stessa linea temporale rende l’incontro tra i due mondi ancora più credibile e affascinante.
Questa presenza silenziosa amplifica l’atmosfera cupa intorno al destino di Hank. Shawshank, già descritta come una delle prigioni più dure dell’universo di King, diventa un luogo dove la cattiva reputazione di un “assassino di bambini” potrà solo aggravare ogni sofferenza. Non sappiamo se Hank riuscirà a sopravvivere, e come accade spesso nelle storie di King, il lieto fine non è scontato.
Un universo condiviso che continua a espandersi
La scelta degli autori di intrecciare It, Shining e Le ali della libertà dimostra quanto l’universo di Stephen King possa offrire connessioni organiche senza forzature. Welcome to Derry non si limita a introdurre citazioni per i fan: costruisce legami che arricchiscono la storia e rendono Derry il vero fulcro di un multiverso narrativo in continua evoluzione. Con l’ingresso ufficiale di Shawshank, l’espansione del mondo di King diventa ancora più ampia e affascinante, e noi potremo continuare a seguirne le diramazioni, consapevoli che ogni nuovo episodio potrebbe aprire un’altra porta su un titolo leggendario.


