Mark Hamill ha ammesso di essere stato nervoso per il grande cambiamento introdotto nel finale di La lunga marcia, ma ha anche raccontato che quelle preoccupazioni si sono dissolte non appena Stephen King ha espresso la sua approvazione. L’attore ha spiegato in un’intervista a GamesRadar+:
“Il fatto che abbiano fatto un cambiamento così importante mi ha reso nervoso. Ma alla fine Stephen King lo ha adorato.”
Il ruolo di Hamill è quello del Maggiore, un leader autoritario che domina ciò che resta dell’America e costringe cinquanta giovani uomini a partecipare alla terribile competizione chiamata “la lunga marcia”.
Dal romanzo al film: le differenze principali (ma occhio agli spoiler)
Nel libro originale di Stephen King, il protagonista Ray Garraty, interpretato da Cooper Hoffman, vince la gara e si limita a oltrepassare il Maggiore, seguendo un’ombra misteriosa. Il film invece modifica radicalmente l’epilogo: Peter McVries, interpretato da David Jonsson, uccide il Maggiore in un atto di vendetta dopo la morte di Ray.
Hamill ha aggiunto:
“Voglio dire, avremmo dovuto cambiarlo se King non lo avesse approvato. Ma lui lo ha fatto, e ne sono felice. Ho detto a Lawrence: ‘Se ho fatto bene il mio lavoro, quando verrò colpito tutto il pubblico dovrebbe esultare’. Dopo alcune proiezioni test, mi ha detto: ‘Sarai contento di sapere che c’è stato un grande applauso quando ti hanno colpito’. Ho pensato: ‘Perfetto, ho fatto bene il mio lavoro’.”
Queste parole mostrano come l’attore abbia vissuto con intensità l’adattamento e la reazione del pubblico, che si è rivelata fondamentale per legittimare la nuova versione del finale.
La lunga marcia e il nuovo impatto sul pubblico
Il film non solo modifica il finale, ma arricchisce la storia di ulteriori elementi di crudeltà e tensione. Nel romanzo viene solo suggerito che il Maggiore abbia “squadrato” il padre di Ray, facendolo sparire nel nulla. Nel film, invece, l’episodio diventa molto più drammatico: il Maggiore uccide il padre di Ray davanti ai suoi occhi e a quelli della madre. Questo dettaglio fornisce al protagonista una motivazione ancora più forte per resistere e vincere.
Questa nuova impostazione culmina in un climax scioccante e al tempo stesso soddisfacente, con l’atto di McVries che lascia il pubblico diviso e coinvolto. Anche se il destino del personaggio resta incerto, la sua scelta finale aggiunge intensità e pathos alla narrazione.
La lunga marcia è ora nei cinema e, a giudicare dalle reazioni raccolte fin dalle prime proiezioni, Mark Hamill ha ottenuto esattamente il momento che sperava, trasformando la sua interpretazione in uno degli elementi più discussi del film.


