Fairy Tale: annunciato il nuovo romanzo di Stephen King. Leggiamo insieme il primo estratto

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Il Re è tornato, o meglio tornerà in libreria alla fine della prossima estate con Fairy Tale, il nuovo romanzo di Stephen King che regalerà ai suoi amati e appassionati lettori un’avvincente avventura fantasy magnifica e terrificante allo stesso tempo.

Il nuovo romanzo, infatti, più che addentrarsi nuovamente tra le atmosfere horror che hanno da sempre contraddistinto la narrativa di zio Steve, affronterà l’eterna lotta tra il bene e il male in un’altra dimensione rispetto alla nostra.

Fairy Tale è il nuovo romanzo di Stephen King

Parlando della storia lo scrittore statunitense ha rivelato che Fairy Tale potrebbe essere la risposta alla domanda “Cosa potresti scrivere che ti renderebbe felice?”

È come se la mia immaginazione avesse aspettato che questa domanda fosse finalmente posta.

Ho visto una vasta città deserta, deserta ma viva. Ho visto le strade vuote, gli edifici infestati, una testa di gargoyle che giaceva capovolta in strada.

Ho visto statue distrutte (di quello che non sapevo, ma alla fine l’ho scoperto). Ho visto un palazzo enorme e tentacolare con torri di vetro così alte che le loro punte perforavano le nuvole.

Quelle immagini hanno originato la storia che volevo raccontare.

Simon and Schuster, la casa editrice che pubblicherà il nuovo romanzo di Stephen King descrive così la storia a EW:

Charlie Reade sembra un normale liceale, studente discreto bravo nel baseball e nel football. Il ragazzo però porta un pesante fardello: sua madre è stata uccisa in un incidente mortale quando lui aveva solo dieci anni, con la tragedia che ha trasformato il padre di Charlie in un alcolista. Charlie ha imparato presto a prendersi cura di sé stesso e di suo padre.

Un giorno il 17enne Charlie incontra un cane di nome Radar e il suo padrone, il signor Howard Bowditch, un anziano solitario che vive fondamentalmente recluso in un grande casa in cima a una grande collina, con un capanno chiuso a chiave nel cortile sul retro, da cui a volte emergono strani suoni.

Charlie, affezionandosi a Radar, inizia a fare dei lavoretti per il taciturno e solitario signor Bowditch il quale, in punto di morte, lascia a Charlie una cassetta che racconta una storia a cui nessuno crederebbe.

Quello di cui il signor Bowditch era a conoscenza, un segreto taciuto per tutta la sua lunga vita, è che dentro il capanno c’è un portale per un altro mondo.

La narrazione di King in Fairy Tale raggiunge le stella. Questa è una storia magnifica e terrificante su un altro mondo rispetto al nostro, in cui il bene si contrappone al male che tutto distrugge, con un ragazzo eroico e il suo cane che dovranno guidare la battaglia.

Data di uscita e primo estratto di Fairy Tale

Fairy Tale debutterà nelle librerie statunitensi il prossimo 6 settembre 2022 e, in attesa di conoscere la data di uscita italiana del romanzo, leggiamone un estratto che, tra l’altro, presenta un riferimento al classico Cujo e Insomnia:

Centottantacinque gradini di pietra di diverse altezze, disse il signor Bowditch, e li contai mentre scendevo. Mi muovevo molto lentamente, con la schiena appoggiata al muro di pietra ricurvo. Le pietre erano ruvide e umide. Ho tenuto la torcia puntata sui miei piedi. Altezze variabili. Non volevo inciampare. Un passo falso potrebbe essere la mia fine.

Al numero novanta, non proprio a metà, ho sentito un fruscio sotto di me. Ho pensato di la luce della torcia verso il suono e ho quasi deciso di non farlo. Se spaventassi una colonia di pipistrelli giganti e questi volassero intorno a me, probabilmente cadrei.

Era una buona idea, ma la paura era più forte della logica. Mi sporsi un po’ dal muro, illuminai la curva discendente dei gradini e vidi qualcosa di nero accovacciato due dozzine di gradini più in basso. Quando la mia luce l’ha colpita, ho avuto appena il tempo di vedere che era uno degli scarafaggi giganti, prima che fuggisse sgattaiolando nel buio.

Feci alcuni respiri profondi, mi dissi che stavo bene, non ci credevo e proseguii. Ci sono voluti nove o dieci minuti per raggiungere il fondo, perché mi muovevo molto lentamente. Sembrava ancora più in basso. Ogni tanto alzavo lo sguardo e non era particolarmente confortante vedere il cerchio illuminato dalle luci della batteria che diventava sempre più piccolo. Ero nel profondo della terra e andavo più in profondità.

Ho raggiunto il fondo al centottantacinquesimo gradino. Il pavimento era di terra battuta, proprio come aveva detto il signor Bowditch, e c’erano alcuni blocchi che erano caduti dal muro, probabilmente dall’alto, dove gelo e disgelo li avrebbero prima allentati e poi fatti cadere. Il signor Bowditch aveva afferrato una fessura in uno degli spazi da cui era caduto un blocco e questo gli aveva salvato la vita. Il mucchio di blocchi caduti era striato di roba nera che pensavo fosse merda di scarafaggio.

Il corridoio era lì. Ho scavalcato i blocchi e adesso ci sono dentro.

Il signor Bowditch aveva ragione: era così alto che non pensavo nemmeno di abbassare la testa. Ora potevo sentire un altro fruscio più avanti e intuivo che fossero i pipistrelli appollaiati di cui mi aveva messo in guardia il signor Bowditch. Non mi piacciono i pipistrelli – portano germi, a volte rabbia – ma non mi spaventano cosi tanto come hanno fatto con il signor Bowditch. Andando verso il loro suono, ero più curioso di ogni altra cosa. Quei brevi gradini curvilinei (di diverse altezze) mi avevano dato i parecchia preoccupazione, ma ora ero su un terreno solido e questo è stato un grande miglioramento. Naturalmente c’erano migliaia di tonnellate di roccia e terra sopra di me, ma questo corridoio era lì da molto tempo, e non pensavo che avrebbe aspettato proprio questo momento per crollare e seppellirmi. Né dovevo temere di essere sepolto vivo; se la volta avesse ceduto, per così dire, verrei ucciso all’istante.

Divertente, pensai.

Allegro non lo ero, ma la mia paura era stata sostituita – o quantomeno affievolita – dall’eccitazione. Se il signor Bowditch aveva detto la verità, un altro mondo stava aspettando non molto più avanti. Essendo arrivato fin qui, volevo vederlo. L’oro era alla fine.

Il pavimento di terra battuta si è trasformato in pietra. Un selciato come nei vecchi film sulla MTC della Londra ottocentesca.

Ora il fruscio era proprio sopra la mia testa e ho spento la luce. Il buio pesto mi ha fatto di nuovo paura, ma non volevo trovarmi in una nuvola di pipistrelli. Per quanto ne sapevo, potevano essere pipistrelli vampiri. Improbabile in Illinois… solo che non ero più nell’Illinois, vero?

Ho percorso almeno un miglio, come aveva detto il signor Bowditch, quindi ho contato i passi finché non ho perso il conto. Almeno non c’era paura che la mia torcia si guastasse se ne avessi bisogno di nuovo; le batterie nella lunga canna erano nuove. Continuavo ad aspettare di vedere la luce del giorno, ascoltando sempre il lieve svolazzare sopra di me. I pipistrelli erano davvero grandi quanto le poiane? Non volevo saperlo.

Alla fine vidi la luce, una scintilla brillante, proprio come aveva detto il signor Bowditch. Ho camminato e la scintilla si è trasformata in un cerchietto, abbastanza luminoso da lasciare un’immagine residua sui miei occhi ogni volta che li chiudevo. Mi ero completamente dimenticato dello stordimento di cui aveva parlato il signor Bowditch, ma quando mi ha colpito, ho capito esattamente di cosa stava parlando.

Una volta, quando avevo circa dieci anni, Bertie Bird e io avevamo iperventilato  e poi ci siamo abbracciati, buoni e stretti, per vedere se saremmo svenuti, come aveva affermato un amico di Bertie. Nessuno di noi l’ha fatto, ma sono andato tutto a nuoto e sono caduto sul culo in quello che sembrava un rallentatore. Questo era così. Continuavo a camminare, ma mi sentivo come un palloncino di elio che dondolava sopra il mio stesso corpo, e se il filo si fosse spezzato sarei volato via.

Poi tutto passò, come aveva detto il signor Bowditch. Disse che c’era un confine, e quello era tutto. Avevo lasciato Sentry’s Rest alle spalle. E l’Illinois. E l’America. Ero nell’Altro.

Raggiunsi l’apertura e vidi che il soffitto era ora fatto di terra, con sottili viticci di radici che penzolavano verso il basso. Mi sono chinato sotto alcuni rampicanti e sono uscito su un pendio.

Il cielo era grigio ma il campo era rosso vivo. I papaveri si sono sparsi in una splendida coperta che si estendeva a destra e a sinistra per quanto potevo vedere. Un sentiero conduceva attraverso i fiori verso una strada. Dall’altra parte della strada altri papaveri correvano forse per un miglio fino a fitti boschi, facendomi pensare alle foreste che un tempo erano cresciute nella mia città suburbana. Il sentiero era seminascosto, ma la strada no. Era sterrato ma largo, non una pista ma un’arteria. Dove il sentiero si univa alla strada c’era una piccola casetta con il fumo che saliva dal camino di pietra. C’erano stendibiancheria con cose appese che però non erano vestiti. Non riuscivo a capire cosa fossero.

Ho guardato l’orizzonte lontano e ho visto lo skyline di una grande città. La luce del giorno si rifletteva vagamente dalle sue torri più alte, come se fossero di vetro. Vetro verde. Avevo letto Il mago di Oz e visto il film, e so riconoscere una città di smeraldo quando ne vedo una.

Che cosa ne pensate di Fairy Tale dopo aver letto questo estratto del nuovo romanzo di Stephen King? Fatecelo sapere con un vostro commento qui sotto.