Tinners’ Trail: la recensione dell’edizione 2021

Tinners Trail 3
Tinners Trail 3
Data di uscita
Settembre 2021
Autore
Martin Wallace
Editore
Alley Cat Games
Lo puoi trovare su...

Cornovaglia, inizio diciannovesimo secolo. È sul duro e impervio sentiero del minatori che si svolge il gioco da tavolo Tinners’ Trail, di cui oggi vi raccontiamo nella nostra recensione. La fame di materie prime di un’industria sempre più insaziabile porta intraprendenti uomini d’affari ad investire nelle miniere, in questo braccio di Gran Bretagna che si protende a sud ovest verso l’Oceano Atlantico. Qui, sotto verdi basse colline e nascoste vicino alle rocce costiere, si nasconde una vera e propria fortuna in termine di metalli grezzi. Stagno e rame sono i prodotti che si trovano con maggiore facilità: mentre il primo ha una diffusione uniforme, ma è anche abbastanza raro, il secondo viene solitamente trovato in grandi depositi in grado di farne crollare il prezzo visto il vertiginoso aumento dell’offerta.

È tra queste incertezze che ci troveremo a muoverci in Tinners’ Trail, certi che solo il duro lavoro e un’attenta pianificazione del nostro sviluppo minerario potrà fare la differenza tra il profitto e la bancarotta.

Tinners’ Trail: la recensione dell’edizione 2021

Tinners’ Trail nasce nell’ormai lontano 2008 ad opera di Martin Wallace, game designer piuttosto prolifico e tra i più conosciuti ed apprezzati del settore. L’edizione su cui ci concentriamo in questa nostra recensione, però, è quella di Tinners’ Trail frutto di una campagna su Kickstarter nel 2021. Questa riedizione del classico dell’autore di Brass: Birmingham e Lincoln nasce dalla volontà di Alley Cat Games di riportare in auge questo titolo a tema industriale.

Poco da dire sulla campagna: costo giusto, tempistiche rispettate, add-on non esagerati ma al tempo stesso sufficientemente gustosi per far sì che valga la pena scegliere di fare un “acquisto anticipato” partecipandovi. Erano presenti anche 2 espansioni per garantire ancora più rigiocabilità al titolo di mister Wallace: l’espansioni Emigrazione e Arsenico.

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Ci troviamo di fronte a un gioco di aste, spesa di punti azione e gestione di denaro per numerosi scopi. Si può giocare da 1 a 5 giocatori, e le partite hanno una durata che si attesta intorno alla mezz’ora scarsa a giocatore.

Ma è giunto il momento di afferrare i nostri picconi e le nostre cornish pasties, ed addentrarci nelle profonde miniere della Cornovaglia.

Il contenuto della scatola

Questo è il contenuto della scatola base, com’è distribuita nell’edizione retail:

  • Il tabellone
  • 4 plance Sviluppo
  • 32 tessere territorio
  • 3 dadi custom
  • 1 indicatore asta
  • 45 carte sondaggio
  • 14 segnalini drenaggio
  • 10 segnalini 100 sterline
  • 9 carte per il setup
  • 46 componenti Sviluppo, in 5 tipi diversi
  • 150 cubetti rame, stagno e acqua
  • Il regolamento
  • 10 carte da utilizzare per il gioco in solitario

Inoltre nei colori dei giocatori – giallo, rosso, verde, rosa e blu – cinque set composti da:

  • 6 miniere
  • 2 gettoni punteggio
  • 2 segnalini “sbirciare”
  • 1 segnalino punteggio
  • 1 segnalino punti lavoro
  • Il segnalino sterline

Recensione dei componenti del gioco da tavolo

Lo stile di questo titolo è quello degli eurogame, ma la qualità produttiva di Tinners’ Trail è di assoluto livello.

La plancia è molto bella, colorata e ben organizzata. Tutti le informazioni trovano posto sopra di essa, rendendo il gioco molto immediato e semplice da leggere. L’insieme rende il titolo uno dei più gradevoli e colorati da vedere intavolato tra i competitor di questo genere; un grossissimo passo in avanti rispetto alla prima edizione del gioco, decisamente più fredda e asettica.

I pezzi dei giocatori e i componenti sviluppo sono sagomati e serigrafati. Ciò aiuta a sentire l’ambientazione ed il tema, aspetti non preminenti dell’esperienza di gioco in Tinners’ Trail ma comunque presenti. Il progetto grafico è di Javier González Cava, che ha realizzato le illustrazioni insieme a Ossi Hiekkala.

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Le carte sono di buona fattura, e non vanno rimescolate se non in fase di setup; ma se siete un po’ fissati – come noi – potete rivestirle con le bustine protettive adatte alla dimensione di Tinners’ Trail, che trovate A QUESTO INDIRIZZO.

Per tirare un po’ di somme, si può dire che il rapporto qualità/prezzo di questo gioco è davvero ottimo, soprattutto nell’edizione retail.

Come si gioca a Tinners’ Trail

Una partita a Tinners’ Trail ha una durata di 4 round, ciascuno diviso in 4 diverse fasi. Lo scopo del gioco è essere, a fine partita, il giocatore che ha ottenuto (o “comprato”, vedremo poi perché) il maggior numero di punti. Iniziamo la partita con la dotazione di pezzi del nostro colore, un set di carte sondaggio in base al numero di giocatori e 20 sterline.

Nella prima fase si lanciano i tre dadi per stabilire il prezzo dei minerali per il round in corso; si fa separatamente, prima lo stagno e poi il rame. Per fare questo si sommano i risultati dei dadi e, grazie allo spazio apposito sul tabellone, si determina il pezzo a cui potremo vendere lo stagno e il rame durante la fase 3.

La seconda fase, quella delle azioni dei giocatori, è dove si svolge gran parte del gioco. I giocatori agiscono secondo un particolare ordine di turno, determinato grazie al tracciato dei punti lavoro. Molto semplicemente, chi ha speso il minor quantitativo di punti lavoro per il round è il giocatore di turno. Questo fa si che un giocatore possa svolgere anche più di un’azione consecutivamente, o che chi ha speso tanto debba attendere per un po’ prima di avere di nuovo il diritto di fare un’azione.

L’azione più complessa e fondamentale del gioco è costruire una miniera. Il giocatore attivo da il via a un’asta per un territorio di sua scelta: opzionalmente, può anche giocare gratuitamente una carta sondaggio per guardare la tessera territorio e aggiungere il modificatore della carta al territorio; ma può farlo solo se il territorio in questione non è già stato svelato in fase di setup. L’asta si svolge in senso orario in maniera classica, determinando un vincitore che deve pagare il costo in denaro e spendere 2 punti lavoro per costruire una miniera.

Se il banditore non si aggiudica l’asta avendo giocato una carta sondaggio, ottiene una compensazione in denaro pari alla metà della puntata vincente. Altrimenti il vincitore dell’asta può comunque giocare una carta sondaggio, ma in questo caso dovrà pagarne il costo. I minerali e l’acqua che andranno posizionati in quel territorio è determinato dalla tessera che vi era posizionata tenendo conto dei modificatori delle carte.

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Costruire miniere è necessario per svolgere l’azione di estrazione minerali. Tramite questa azione possiamo andare a prendere cubetti di stagno o rame dove possediamo una miniera. A tale fine, però, dobbiamo pagare un costo di estrazione pari ad una sterlina (siamo in Inghilterra, ricordate?) per ogni cubo acqua presente per ogni minerale estratto. Ad esempio: per estrarre uno stagno e un rame da un territorio con due cubi acqua pagheremo 4 sterline. Il numero massimo di cubetti che possiamo estrarre è determinato dalle strutture lì presenti: due minerali come base per la presenza della miniera, più uno per minatori, treni e porti. Ogni territorio può avere al massimo una struttura per tipo. Ogni volta che eseguiamo un’estrazione di minerali, dobbiamo aggiungere un cubo acqua al territorio.

L’efficienza è la chiave

Avrete già capito che un grosso problema nella vostra industria mineraria sarà rappresentato dall’acqua. Per mantenere efficiente la nostra impresa, soprattutto nei territori molto ricchi e che richiedono numerose estrazioni, è fondamentale mantenere basso il livello di acqua, quindi il costo di estrazione e di conseguenza i nostri profitti.

A tale scopo ci vengono in aiuto le azioni di sviluppo. Si tratta di azioni che ci permettono di posizionare minatori, treni, porti e condotte di scolo. Senza vederli uno per uno nel dettaglio, diciamo solo che ciascuno di essi ci permette di togliere cubi acqua dai terrori ed incrementare la capacità estrattiva massima. Inoltre, la condotta di scolo permette di aggiungere un cubo minerale per tipo nei territori adiacenti che la conduttura collega. Infine, ci sono le pompe a vapore. Per ciascuna pompa a vapore che acquistiamo, possiamo togliere un cubo acqua da qualunque nostro territorio. Gli elementi delle azioni di sviluppo sono disponibili nel relativo tracciato in base al round in corso, e in numero limitato. La scelta di come dare la priorità alle proprie azioni è determinante nello sviluppo della propria strategia di gioco.

L’ultima azione disponibile è vendere pasties, che permette di guadagnare una sterlina al costo di un punto lavoro.

In qualsiasi momento durante questa fase, i giocatori possono scegliere di passare, e posizionare la propria pedina sul tracciato investimenti. Passare prima degli altri ci dà un certo vantaggio nella fase successiva. In ogni caso, dopo aver speso 10 punti lavoro saremo costretti a passare dando inizio alla fase successiva.

Lo stagno è un investimento sicuro, il rame una scommessa

A questo punto ha inizio la terza fase. Per prima cosa, tutti i giocatori vendono i minerali estratti durante la fase precedente. Il prezzo è quello stabilito durante la fase uno. Lo stagno può valere da 4 a 7 sterline; il rame da 2 a 10 sterline. In questo momento capiamo il significato del differente valore dei due metalli. Mentre lo stagno ha un prezzo di vendita abbastanza stabile, il differenziale di vendita del rame può essere molto ampio. Parte della strategia di un giocatore sta nel trovare il giusto equilibrio tra i due. A volte può valere la pena non estrarre rame in un turno in cui il prezzo è molto basso, per estrarlo successivamente in modo da ricavarne un profitto maggiore. Tuttavia, il prezzo dei metalli è stabilito soltanto dal caso.

Questa può essere una caratteristica che in un gioco da tavolo di questo genere, abbastanza matematico e deterministico in molti aspetti, può non essere apprezzata da tutti. Anche perché ha una certa importanza sugli esiti di una partita.

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Venduti i materiali, si passa agli investimenti. Ciascun giocatore può, in ordine di turno, investire 10 o 5 sterline (o combinazioni di questi valori, ad esempio 10+10+5) per ottenere punti vittoria. Il valore di scambio tra sterline e punti vittoria decresce con i turni, ed anche in funzione della propria posizione sul tracciato investimenti. In parole povere, investimenti realizzati prima portano più punti vittoria. Tutto il succo sta nell’investire denaro sufficiente per ottenere un buon ammontare di punti vittoria, ma mantenendosi al contempo in grado di partecipare in maniera concorrenziale alle aste del round successivo e di pagare il costo necessario per estrarre i minerali.

Una volta che tutti hanno deciso di terminare gli investimenti, si passa alla fase quattro che conclude il round. Si prepara il gioco per il round successivo e i primi due giocatori in ordine di turno possono guardare una tessera sul tabellone e conoscerne il contenuto. Al termine del quarto round, si determina il vincitore di Tinners’ Trail.

Conclusioni della recensione di Tinners’ Trail

Passiamo ora alle conclusioni della nostra recensione di Tinners’ Trail.

Partiamo dalla scalabilità del  player counter, che è cambiato rispetto alla precedente edizione. Le riflessioni su questo fattore non possono che vertere sulla meccanica ad aste, parte molto significativa dell’esperienza di gioco. Sicuramente parliamo di un meccanismo che rende al meglio almeno in 3 giocatori; questo fa si che il numero di giocatori in cui Tinners’ Trail rende al meglio sia 3 e 4. Tuttavia, grazie ad alcune modifiche ad hoc per l’asta, e la struttura particolare dei turni, rapidi o che possono coinvolgere tutti, non abbiate riserve anche ad intavolarlo in 2 e 5 giocatori.

La variante in solitario sviluppata da David Digby (che si è occupato anche delle espansioni) è abbastanza piacevole, anche se probabilmente non così tanto da rendere Tinners’ Trail uno dei nostri giochi preferiti da giocare da soli. È interessante la variabilità della difficoltà, per poter intavolare una partita sempre sfidante.

Il gioco ha una buona variabilità in fase di setup, visto il grande numero di tessere e di carte che si utilizzano solo parzialmente durante ciascuna partita. Per lo stesso motivo la rigiocabilità è piuttosto buona: il numero di configurazioni che può assumere il tabellone di gioco è molto ampio e vario, anche se l’esperienza di gioco, a meno di tiri di dado particolarmente fuori media, non cambia poi molto.

La fase di preparazione del gioco richiede un po’ di tempo, ma fatta quella il gioco si spiega abbastanza velocemente. Ha una buona profondità strategica, considerando la complessità e la durata, e può essere un ottimo gioco intermedio prima di passare ad esempio alla serie Brass dello stesso autore, che includiamo tra i migliori giochi da tavolo di strategia. L’asta, un po’ di casualità ed anche il comparto estetico lo rendono un titolo più accattivante per dei giocatori che si vogliono approcciare a questo genere di giochi, anche se non è adatto a dei completi neofiti.

La casualità si trova soprattutto in due aspetti: le tessere territorio e il prezzo dei minerali. Mentre sul primo si può anche sviluppare del metagame – con rilanci rompiscatole e bluff, ad esempio – il secondo è un aspetto su cui non abbiamo controllo alcuno; inoltre, può avere un peso non indifferente sull’esito delle partite. Visto il genere di gioco di cui parliamo, per tutti gli altri aspetti abbastanza strategico, va tenuto sicuramente in considerazione.

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L’interazione ha una certa importanza, non solo – ovviamente – nella fase d’asta, ma anche nella corsa alle azioni di sviluppo, che sono abbastanza limitate nel numero.

Tinners’ Trail è un gioco ben realizzato, dalla qualità produttiva davvero molto alta, che ha saputo rinnovarsi in questa nuova edizione del 2021. Il mondo del gioco da tavolo è cambiato parecchio negli ultimi otto anni, ma questo titolo ci dimostra che giochi solidi possono sopravvivere bene al tempo, al massimo con un ritocco qua e là. Lo consigliamo sicuramente agli amanti di Martin Wallace – presente! – di cui si riconosce facilmente lo stile autoriale; è anche un’ottima proposta per avvicinare a titoli più corposi e cervellotici giocatori senza questo tipo di esperienza, perché sotto una facciata colorata e quasi allegra (anche se parliamo di minatori e miniere) batte un cuore puro da eurogame.

Potete acquistare Tinners’ Trail A QUESTO INDIRIZZO.

Tinners Trail 3
Tinners' Trail
Un fratello minore dei Brass: così si potrebbe definire Tinners' Trail; e tuttavia, sarebbe ingiusto e riduttivo, perché questo gioco ha le sue particolarità, i suoi punti di forza e anche qualche piccola debolezza. Ma l'ottimo rapporto qualità/prezzo e la ricca esperienza di gioco restituita da un titolo di questa complessità e durata lo rendono un gioco da tavolo molto valido, e non solo per gli appassionati dei lavori di Martin Wallace
Pro
Qualità produttiva molto alta
Estetica leggera, ma sotto la quale si nasconde un vero eurogame
Ottimo equilibrio tra durata, complessità e profondità strategica
Contro
Un po' troppa casualità in alcuni aspetti
Setup leggermente più lungo della media
7.8
Voto Finale
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