Giochi da Tavolo: possono aiutare chi soffre di Alzheimer?

anziani e giochi da tavolo

Asmodee ha annunciato i risultati di uno studio scientifico portato avanti in collaborazione con Game in Lab: secondo quanto emerso, i giochi da tavolo avrebbero un ruolo positivo nel migliorare la qualità della vita di persone affette dal morbo di Alzheimer.

Andiamo a dare un’occhiata più da vicino a questa interessante ricerca.

Giochi da tavolo e Alzheimer

Prima di tutto, qualche informazione sul morbo in questione. La malattia di Alzheimer è una demenza degenerativa; l’insorgenza di solito avviene poco dopo i 65 anni di età. Si tratta del tipo di demenza più comune nel mondo: si stima che entro il 2050 ne sarà affetta, a livello mondiale, una persona su 85.

I primi sintomi interessano solitamente la memoria, che viene intaccata soprattutto a livello del sistema mnemonico a breve termine. Dopo di che, si registrano un calo della capacità di attenzione e del linguaggio.

Attualmente non esiste una cura per il morbo di Alzheimer. Tutto ciò che siamo in grado di fare è limitarne la sintomatologia ed eventualmente rallentarne il decorso, ma non fermarlo né invertirlo. A questi scopi si usano anche medicinali, ma con risultati modesti; le linee primarie d’intervento per l’aiuto dei malati di Alzheimer sono la stimolazione cognitiva e l’interazione sociale.

La malattia è progressivamente invalidante per chi ne è affetto; ma gli studi più recenti ne hanno sottolineato la problematicità anche per i caregivers, coloro che si prendono cura del malato, come ad esempio coniugi o parenti.

La ricerca

Lo studio scientifico si chiama Cognitive – Adaptation – Behaviour, ed è stato condotto in collaborazione con l’Università di Nizza.

Svoltosi da gennaio 2019 fino a maggio 2020, lo studio è diviso in 3 fasi, coinvolgendo un totale di 76 pazienti.

Nella prima fase i ricercatori hanno studiato i titoli da proporre ai malati. In particolare, sono stati individuati i giochi da tavolo Dobble e Timeline, entrambi editi da Asmodee. Le versioni che poi sono state utilizzate durante lo studio sono state rese più adatte al gioco con pazienti di quella fascia d’età: in particolare sono stati modificati colori e forme, in maniera da rendere gli oggetti più facilmente riconoscibili e distinguibili.

Nella seconda fase si è svolta la vera e propria fase di ricerca “sul campo”. I 76 pazienti hanno giocato insieme ai caregivers, sia professionisti che non, ai titoli proposti. Il 97% dei partecipanti allo studio hanno dichiarato di essersi divertiti durante lo svolgimento dell’attività ludica. Una curiosità: la maggior parte delle persone ha dichiarato anche di gradire di più il giocare con qualcuno che non fosse il coniuge!

giochi da tavolo

Tutti i professionisti coinvolti nello studio (gerontologi, psicologi e psicomotricisti) hanno dichiarato che secondo la loro opinione il gioco fosse utile ai fini delle loro attività.

Inoltre, la ricerca ha rilevato come fondamentale il fatto che i temi dei giochi da tavolo proposti fossero di interesse non solo dei soggetti dello studio, ma anche dei caregivers e dei professionisti incaricati di giocare con le persone sofferenti del morbo di Alzheimer. Questo ha indicato ancora una volta come apprezzare la tematica di un gioco da tavolo possa migliorare l’esperienza dei giocatori; ed in questo caso ha anche reso più potente la proposta di coloro che dovevano accendere l’interesse dei pazienti.

I risultati

Nell’ultima fase i ricercatori hanno sottoposto a 20 soggetti di ambo i sessi, con un’età media di 84 anni, il Mini Mental Test. Si tratta di un breve esame, da fare in forma orale, per valutare lo stato cognitivo dei soggetti.

Confrontando i dati con quelli degli stessi test eseguiti prima della ricerca, hanno rilevato che:

  • Il 30% dei soggetti ha conservato le stesse funzionalità cognitive e comportamentali precedenti.
  • Il 30% dei soggetti mantenuto le stesse capacità d’interazione sociale possedute all’inizio dello studio.
  • Il 45% dei soggetti ha dimostrato capacità emotive allo stesso livello di quando è iniziata la ricerca.

Forse queste percentuali potranno non sembrare sbalorditive. Ma è fondamentale ricordare di come l’Alzheimer sia una malattia degenerativa; il suo decorso naturale non è quello di far rimanere stabili le capacità dei pazienti, bensì di farle peggiorare nel tempo. Sotto questo punto di vista, i risultati dello studio sono incoraggianti.

Come i giochi da tavolo aiutano chi soffre di Alzheimer

Dopo l’analisi dei dati, i ricercatori hanno rilevato quali sono gli aspetti maggiormente positivi del proporre giochi da tavolo a persone affette dalla malattia di Alzheimer. Essi sono la stimolazione cognitiva ed emotiva, nonché la promozione dell’interazione sociale tipica di questa attività.

Ma se anche i risultati non fossero stati così rilevanti, è sicuramente di una certa importanza sottolineare ancora una volta come il 97% delle persone abbia gradito l’esperienza di gioco in sé e per sé.

Il futuro: vedremo sempre più spesso accostati i giochi da tavolo con il trattamento del morbo di Alzheimer?

Il settore dei giochi da tavolo è in crescita, e così anche l’età media della popolazione. Siamo quindi certi che questo non sia che il primo di molti studi simili che verranno condotti negli anni a venire.

Sicuramente continueranno quelle proposte da Asmodee Research, in collaborazione sia con Game in Lab che con Innovation Factory. Stéphane Carville, CEO di Asmodee, ha dichiarato:

Attraverso Asmodee Research, intendiamo dimostrare l’enorme impatto che il gioco abbia sulle nostre menti. Siamo felici di supportare ulteriori progetti che possano identificare, ricercare e dare prova di nuovi e importanti modi in cui i giochi possano aiutare la nostra società.

Sarebbe bello se un attività come i giochi da tavolo, che molti di noi amano, si riveli non semplicemente un’esperienza piacevole, ma anche in grado di aiutare a migliorare, in maniera sostanziale, la qualità della vita delle persone.