Giappone: ragazzina rapita si salva grazie a una console per videogame

Nella giornata del 5 agosto scorso la polizia giapponese ha finalmente tratto in salvo una ragazzina che era stata rapita e tenuta prigioniera per oltre un mese da un uomo di 44 anni, procedendo anche all’arresto del rapitore.

Rapita da un 44enne e tenuta segregata in casa, una ragazzina giapponese si è salvata grazie a una console per videogame

La scomparsa dell giovanissima studentessa delle superiori originaria di Saitama, una regione a nord di Tokyo, era stata denunciata dai genitori quando questi non aveva fatto ritorno a casa da una gita nel Shinjuku della capitale nipponica per incontrare un uomo conosciuto tramite i social media.

Dopo aver incontrato il 44enne Hiroyasu Goto, la ragazzina e l’uomo sono finiti nell’appartamento di quest’ultimo a Yokohama, dove Goto ha sottratto alla studentessa il cellulare e l’ha imprigionata.

Passate alcune settimane di segregazione, la ragazzina è riuscita a chiedere aiuto grazie a una console per videogiochi con la quale ha potuto accedere a internet contattando direttamente all’help desk online della polizia di Saitama.

Attraverso pochi fugaci messaggi scambiati con gli operatori, è stato possibile individuare l’appartamento dove la ragazza si trovava reclusa con gli agenti che, al loro arriva, hanno trovato la studentssa legata come un cane con una fune metallica a una tubazione dell’appartamento.

In Giappone i crimini contro i minori legati ai social mdia sono in aumento

In un’intervista con FNN, uno dei vicino di Goto lo ha descritto come un tipo “molto spaventoso”, mentre altri hanno affermato che sembrava una persona calma e tranquilla, nonostante non lo abbiano mai visto in compagnia di conoscenti o amici, ribadendo comunque di non essersi accorti di nulla e di non aver udito nessun tipo di grida o richieste di aiuto provenire dall’appartamento.

Attualmente le autorità stanno ancora indagando su come si siano svolti esattamento i fatti e come abbiano fatto i due a incontrarsi per poi finire nell’appartamento di Goto.

Va anche detto che in Giappone situazioni simili sono quasi all’ordine del giorno con i crimini contro i minori legati al mondo dei social media in costante aumento, con i rapporti della polizia che parlano di un incremento del 26,8% dal 2014 al 2019, crimini che non è raro vengano “taciuti” o “ignorati” per via di dinamiche sociali molto complesse come quelle narrate nello scioccante manga 17 anni dove, però, la ragazzina rapita non ha potuto utilizzare una console per videogame per chiedere aiuto.

Fonte: SoraNews24, Vice