Heretek: letali traditori nella prima espansione di Warhammer 40K: Mechanicus! – Recensione

Di Manuel Enrico 7 Min di lettura

L’uscita qualche mese fa di Warhammer 40K: Mechanicus fu una vera rivelazione. Da anni l’universo fantascientifico di Games Workshop è stata rappresentato quasi totalmente dagli Space Marines, che in saghe come Dawn of War sono stati il nostro biglietto di ingresso nell’oscuro futuro del 41esimo millennio, lasciando poi spazio a titoli come Battlefleet Gothic Armada II e Inquisitor: Martyr. Mancava però un titolo dedicato al Mechanicus marziano, e il videogioco di Kaseido ha coperto questa lacuna, rilanciando in questi giorni la sua sfida con la prima espansione: Heretek.

Heretek è la prima espansione di Warhammer 40K: Mechanicus, e gli alleati potrebbero non esser più tali

Sostanzialmente, Heretek è una breve espansione del gioco principale, che comprende una campagna piuttosto veloce (cinque missioni), che ci vede alle prese con un’eresia in seno al Mechanicus. Dopo aver lottato con i Necron, alcuni nostri confratelli dell’Adeptus Mechanicus hanno deciso di abbandonare il credo dell’Omnissiah per perseguire fini poco nobili e sicuramente pericolosi. Ovviamente, prendere una decisione simile mentre si combatte un’invasione Necron sarebbe una follia, ma noi mica ci facciamo impressionare e mandiamo i nostri skiitari in battaglia!

Per motivare l’acquisto di un DLC, o espansione che dire si voglia, bisogna offrire al giocatore qualcosa di veramente appetitoso. Che sia una nuova trama o nuove dinamiche di gioco, una software house che miri ai nostri portafogli deve essere pronta a dare il massimo. Kaseido e Bulwark hanno fatto una scelta interessante: cambiare la nostra prospettiva dello scontro.

Se nel titolo principale le nostra strategie erano pensate per combattere i Necron, con Heretek siamo costretti a modificare la nostra dinamica di scontro per adattarci ad uno scontro sostanzialmente speculare. I rinnegati del Mechanicus che affronteremo, infatti, avranno a disposizione i nostri stessi armamenti e le medesime abilità, potendo quindi controbattere in modo efficace ai nostri attacchi.

Rivoluzione interessante, che non solo stravolge gli scontri, ma offre la possibilità di arricchire la trama complessiva di Warhammer 40k: Mechanicus. Già nella prima esperienza con le avventure dei tecno-preti si era notato come la costruzione narrativa del videogioco cercasse di coinvolgere il giocatore, tramite dialoghi accesi e fedeli a quelli che sono i dettami dell’universo futuro di Games Workshop. Heretek si fa forte di questo traguardo raggiunto, ampliando la trama con questa genialata della fazione traditrice.

Ammetto che sia la storia che il gameplay mi sono sembrati aver giovato di questa svolta. Abituato a seguire una tattica abbastanza rodata per affrontare i Necron, dovermi adattare ad attacchi che replicano le mie sortite è stato avvincente. L’introduzione di nuove armi con capacità superiori e soprattutto con nuove potenzialità ha dato al titolo una vitalità nuova che, onestamente, era necessaria.

Heretek non è solo una semplice espansione, ma una dimostrazione di come Kaseido e Bulwark abbiano dato ascolto alle critiche della community. Ai tempi dell’uscita di Warhammer 40K: Mechanicus, il gioco, pur essendo già affascinante, presentava una serie di bug e di aspetti non proprio riusciti che richiedevano un intervento deciso. Pur non essendo mancate patch e correzioni, Heretek ha portato in Mechanicus molte delle richieste dei giocatori, soprattutto in termini di longevità.

In primis, una nuova specializzazione per i nostri Magos, che consente di avere una differente visione degli scontri. L’introduzione di questa nuova ramificazione delle abilità ci spinge a rigiocare il gioco per studiare un differente intreccio di caratteristiche dei tecno-preti, che posso avere ora un maggior apporto in fase di supporto negli scontri, soprattutto alla nostra carne da cannone.

A questo si unisce un ampliamento dell’arsenale e dei potenziamenti cibernetici che ci consente di dare vita a tecno-preti ancora più letali. Sotto questo aspetto, Heretek non delude, ma anzi spinge anche chi ha già finito Mechanicus in ogni possibile modo ad affrontare nuovamente la battaglia.

Magari anche solo per vedere in azione le due nuove truppe di supporto, i Sicarian Infiltrator e i Ruststalker. Robottini letali, da corpo a copro o per scontri sulla distanza, dotati della comoda abilità di rendersi invisibili, in modo da poter orchestrare imboscate e attacchi a sorpresa con chirurgica precisione.

Innegabile, però, che Heretek brilli soprattutto per l’ottima interpretazione grafica e sonora del mondo di Warhammer 40k. Già apprezzata in Mechanicus, questa particolarità del titolo di Kaseido è un vero preziosismo, soprattutto per gli amanti di Warhammer 40k, che possono godersi tutto il fascino gotico tipico del 41esimo millennio.

Sfortunatamente, Heretek eredita anche il difetto principale di Mechanicus: la facilità Anche affrontando le missioni più complesse, non si ha mai davvero la sensazione di rischiare la sconfitta. Ai nemici artificiali manca una certa cattiveria, una mente tattica capace di sfruttare degnamente forze e debolezze delle truppe. Non che manchi il divertimento, sia chiaro, ma si ha sempre quella sensazione che, per quanto la situazione sembri disperata, alla fine ce la caveremo sempre.

Questo per dire che Heretek sicuramente è un’ottima espansione, che ribadisce l’ottimo lavoro di Kaseido e Bulwark nel world building e nell’ideazione di una trama appagante e in linea con i dettami di Warhammer 40k. Di certo, non si è voluto dare maggior filo da torcere ai giocatori, che invece avrebbero voluto cimentarsi con sfide più impegnative. Forse l’Omnissiah dovrebbe esser meno indulgere con i suoi fedeli, ma per quello potrebbe esser necessaria un’altra espansione!

Condividi questo articolo